Ed eccoci agli arresti preventivi. Avviene in tutte le città del Brasile, ma certo nello stato di Sao Paulo l’hanno pensata bene. Tramite diversi profili FB sono risaliti ad attivisti in tutta la città. Qualche mese fa avevamo accennato, anche con quel po’ d’ironia che in questi casi serve ad addolcire il boccone amaro, che anche in Brasile si pensa di fermare chi manifesta sbandierando come spauracchio l’accusa di “devastazione e saccheggio”. Ricorda qualcosa di familiare?
E’ proprio la stessa accusa che è stata utilizzata per criminalizzare i movimenti di piazza ai tempi di Genova 2001 e che ha rovinato la vita di diverse persone.
Se i grandi eventi sportivi sostituiscono la rappresentazione del potere che prima si manifestava attraverso summit in questa o quella città, proprio dopo Genova questo non è stato più possibile. Si è scelto come vetrine quindi questo tipo di appuntamenti. Molto più sicuri, non c’è che dire, iperprotetti come sono. Così dopo che governo federale e FIFA si sono accordati per fare gestire l’ordine pubblico alla polizia militare, dopo la repressione armata durante le manifestazioni, dopo gli sgomberi, gli omicidi e le azioni di “pacificazione” arrivano pure questo tipo di provvedimenti. Anche a Rio è accaduto lo stesso, a Porto Alegre e probabilmente anche in altre città, ma quanto si sta facendo a Sao Paulo è più scientifico. Anche mediaticamente si rivendica necessità e opportunità di impedire a chi vuole creare disordini di farlo durante la Coppa del Mondo. Il segretario di pubblica sicurezza di Sao Paulo, Fernando Grella, in un’intervista all’agenzia Reuters dichiara: “Si stanno preparando le possibili accuse penali nei confronti di alcuni leader delle proteste. Gente che cospira e che commette atti di violenza e di vandalismo”.
Fatto sta che anche se non ancora approvato il provvedimento, la caccia all’uomo (e alle donne…) è già cominciata. Durante tutto quest'inverno a ogni dimostrazione di piazza ci sono stati arresti e violenta repressione. Senza dimenticare i morti, ovviamente. Perché nelle azioni nelle favelas di Rio è rimasta a terra parecchia gente. Si dice sempre che le si compie per contrastare il narcotraffico, ma solitamente visto che vengono annunciate qualche settimana prima, i trafficanti spariscono e rimangono le persone che quei posti abitano. E alcune muoiono solo per questo motivo. Non è retorica. E’ il Brasile.
Verrebbe da chiedersi se sono i manifestanti o altri a depredare, devastare e saccheggiare questa gente e questo Paese.
Intanto sorgono altri problemi alla FIFA a causa di alcune rivelazione del Sunday Times che ha pubblicato una serie di documenti. Dimostrano quanto sia viziata da evidenti azioni mirate a corrompere gli aventi diritto al voto da parte dell'esatblishment qatariota al momento dell’assegnazione della Coppa del Mondo 2022. Al Qatar appunto.
Sepp Blatter è alla guida della FIFA dal 1998. E da metà anni settanta fa parte della federazione internazionale. Da sempre molto chiacchierato, oggi forse pochi ricordano cosa si disse il giorno della sua elezione. Di quanti voci che sussurravano di voti comprati per assicurarsi l’elezione. Il tempo come si sa aiuta a cancellare tutto, ma è bene ricordarle certe cose.
L’ex colonnello dell’esercito svizzero in questi giorni è alle prese con questa nuova grana. Vedremo come andrà a finire. La FIFA ha aperto un'inchiesta interna ( è una cosa seria…) e a breve avremo sviluppi. Ma siccome quando si tratta di Joseph Blatter a pensare male non si sbaglia quasi mai, verrebbe da dire che la tempistica per quanto riguarda questo scandalo è quantomeno sospetta. Sono giorni che dagli uffici della FIFA non si sente altro che dire che il mondiale in Qatar è un problema: fa troppo caldo, bisognerebbe giocare in inverno, bloccare campionati e coppe ecc… Si sono perfino accorti di quanta gente trattata come schiava muore nei cantieri dove si stanno costruendo gli stadi. Non è che alla FIFA hanno trovato il modo di fare marcia indietro? Salterà qualche testa, ma cosa volete che sia. Non sarà certo quella di Sepp.
Sullo stesso argomento segnaliamo questo articolo tratto da Carlinho Utopia.