Mario Balotelli

I due gol con cui Mario Balotelli ha contribuito a portare l’Italia in finale rappresentano qualcosa di più di un semplice fatto sportivo.

Il calciatore black italian era stato, infatti, vittima di pesanti insulti razzisti. Nella partita contro la Croazia, aveva subito “versi di scimmia e insulti sul suo colore della pelle” per quello che è stato il primo vero caso di razzismo ad essere perseguito dalla Uefa a Euro 2012. Ammenda di 80.000 euro. Nella stessa partita, qualcuno ha anche lanciato una banana in campo, che però la Uefa non ha ancora deciso come interpretare (!). La stessa Uefa ha aperto un procedimento disciplinare contro la federazione spagnola per comportamento razzista e cori razzisti sempre nei confronti di Balotelli, durante la partita del 10 giugno. In attesa di sapere se qualcosa è accaduto anche nella partita contro la Germania, appare chiaro che la tanto dichiarata “tolleranza zero” promessa di Platini contro ogni forma di razzismo – con tanto di minaccia di fermare le partite in caso di cori razzisti - è stata smentita (vittima di cori razzisti è stato anche il ceco-etiope Gebre Selassie da parte dei tifosi russi). Speriamo che almeno i soldi versati per le multe saranno utilizzati per attività antirazzista.

 

Ma anche in Italia i razzisti si erano fatti sentire. Dopo che Balotelli, in occasione della visita della nazionale ad Aushwitz, aveva dichiarato che sua madre adottiva è di origine ebrea, sui siti nazifascisti, in primis Stormfront, i soliti insulti contro il suo colore della pelle sono stati rinforzati da quelli antisemiti. Poco dopo, un consigliere friulano di Fli non aveva trovato nulla di strano nel diffondere su facebook un fotomontaggio in cui, sopra la scritta “Balotelli in campo”, riproduceva il calciatore chino su un campo agricolo a raccogliere cotone (?), in una posizione che ricorda quella degli schiavi americani o i raccoglitori africani di Rosarno. Alla vigilia della partita contro l’Inghilterra, c’era poi stata la vignetta,di Valerio Marini su La Gazzetta dello Sport, in cui Balotelli veniva raffigurato come King Kong nel famoso film: mentre il gorilla scalava l’Empire State Building, il calciatore era arrampicato sul Big Ben (il paragone tra un atleta nero e un gorilla è un antico vizio della stampa sportiva, a cui non si era sottratto neanche Gianni Brera). A questi episodi eclatanti andrebbero aggiunte le decine di giornalisti che hanno sempre sparato a zero contro Balotelli, apparentemente per un atteggiamento strafottente del calciatore (che pure c’è), ma sotto sotto perché ritengono che non esistono “negri italiani”.

Ora dopo i due gol che valgono la finale, tutti si mettono in fila per elogiarlo, pronti a colpire di nuovo alla prima occasione (che sicuramente ci sarà): quando segna e fa vincere è italiano, quando fa le mattate le fa perché è nero.

Ma la vera “vittoria” di Balotelli ci sarà solo quando anche le istituzioni calcistiche capiranno che ormai è indispensabile valorizzare pienamente i vivai, aprendoli effettivamente anche ai figli dei migranti. Un segnale positivo arriva dall’atletica: agli Europei che si stanno disputando ad Helsinki, il 18% degli atleti italiani è “naturalizzato”, cioè ha acquisito la cittadinanza non per jus soli.

Quanti gol dovrà ancora segnare Balotelli per veder realizzata la sua “vittoria”?