La locandina de "Carlo Petrini, una vita in due tempi"

Da oggi si può vedere nella sua versione definitiva questa che noi abbiamo voluto definire una docu – intervista: Carlo Petrini, una vita in due tempi.

Ripercorriamo con Carlo Petrini tutta la sua vita. Non è solo raccontare le miserie di un mondo che appare dorato. E’ il misurarsi con un ambiente che è assolutamente in sincronia con quanto gli sta attorno. Lo scandalo del calcio scommesse degli anni 80 coincide con il primo che coinvolge banche e imprenditori che finanziano illegalmente i partiti. Qualcuno potrebbe dire che la storia si ripete, ma non è per caso che non è la storia a ripetersi, ma siamo noi che non l’abbiamo compresa bene e quindi ricadiamo sempre nei soliti errori?

Con Carlo in questa intervista tocchiamo tantissimi aspetti. L’ uso smodato e disinvolto di farmaci, le morti precoci di tanti che hanno fatto vita professionistica. I casi mai chiariti di tanti suoi colleghi, morti sul ..posto di lavoro. E tanti che se ne sono andati ancora giovani, a carriera conclusa. La macabra lista è in continuo aggiornamento.

Ma quello che traspare è un mondo che si mostra come se vivesse di un certo tipo di regole ma che di fatto ne segue delle altre. Segrete, inconfessabili a chi non è di quell’ambiente.

Affrontiamo il nodo dello scandalo delle scommesse. Del fatto che le partite vengono combinate, vendute, taroccate. Come cominciano a scommettere i giocatori? Cosa li porta a cacciarsi in certi giri? Carlo ci racconta un episodio che è molto significativo, che ci fa capire quando e perché certi giocatori cominciano a scommettere.

Molto interessante quello che viene fuori dal suo racconto.

Poi affrontiamo il ruolo dei media, che sono parte integrante di questo sistema. Che invece di vigilare, coprono, a parte qualche rara eccezione. E anche qui le cose che dice sono tutto fuori che scontate.

E’ inevitabile poi finire a parlare di Moggi, di quel famoso Juventus - Bologna, ecc..

A Petrini i suoi detrattori hanno sempre contestato di non essersi presentato al capezzale del figlio morente. E questo, a loro dire, fissa un punto sul personaggio; secondo loro non può quindi fare nessun tipo di denuncia una persona così. Noi lo affrontiamo questo capitolo doloroso della sua vita. E Carlo ci racconterà anche questo. Con la sofferenza che ne comporta.

Affrontiamo tutti i temi più caldi della sua vita di uomo, di calciatore e di scrittore. Senza edulcorare nulla di quanto è stato, ma anzi con la crudezza che è spesso per Carlo una via per non lasciare dubbi, per essere perentori anche rispetto ad errori e debolezze. Carlo non è un eroe, ma un uomo che resosi conto dei suoi sbagli non chiede perdono, non si pente, ma al contrario si specchia e affronta con decisione le proprie debolezze, i lati più oscuri di se. E questo percorso darà a noi tutti l’opportunità di vedere con occhi diversi un certo mondo che a tutti pare dorato.

 

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