Santos, Vila Belmiro
E' un tre a uno che non può essere messo in discussione quello che vede prevalere il Santos padrone di casa contro il Sao Paulo. Il match si disputa a Vila Belmiro uno Stadio antico quanto confortevole, incastonato nel cuore di questa splendida città di circa quattrocentomila abitanti. Ha un fascino davvero particolare anche vederlo quando è vuoto, figuriamoci oggi, completamente gremito. E' un derby quello che si gioca, un super clasìco, come si dice in America Latina. Santos è ironicamente definita dai carioca la spiaggia di Sao Paulo, e probabilmente è anche vero, vista la distanza esigua che divide la metropoli dal mare. Cinquanta Km.
E' la sfida tra il vero cracque del calcio brasiliano, Neymar, e quello che ancora non si è capito cosa sia, Ganso. Anche lui cresciuto qui come il biondo fenomeno santista, dopo non essere riuscito ad approdare in Europa, ha virato sul tricolor paulista. Il pubblico di casa non ha affatto gradito, e oggi gli vuole fare sentire come la pensa. Scaramucce di lieve intensità si verificano un'ora prima della partita all'arrivo dei tifosi ospiti. Nulla di particolarmente rilevante. Qualche schiaffone, qualche spintone, nulla di più. Lo stadio è in mezzo alle case e le persone lo raggiungono a piedi. Come anche a Rio, anche qui si passa il tempo a bere birre e a mangiare carne cucinata alla griglia in attesa di prendere posto. La polizia è sempre molto presente, ma mai come a Rio de Janeiro, bisogna dirlo. Se ne sta li, fino a che non succede qualcosa. Sono cattivissimi e molto ben equipaggiati, se mi passate il termine.
La partita è stata bella. Combattuta, tra due squadre che puntano al titolo. Finisce 3 a 1 per i padroni di casa, con Neymar protagonista assoluto. Due assist, e un rigore che ricorderemo non per la sua realizzazione, mai banale comunque, ma per come se lo è procurato. Sessantasei metri tagliando il campo da una parte all'altra. Partendo dalla propria trequarti, spalle alla porta, facendosi inseguire fino all'area avversaria sospinto da uno stadio che ogni volta che tocca la palla, a ragione, sospira. Figuriamoci ora. Sessantasei metri, dicevamo, dove tutto è così inesorabilmente inafferrabile. Lo segui in ogni suo movimento conscio di non riuscire a carpirne neppure la metà tale è la velocità con cui fa tutto. Ma è il pensare, in quello è sicuro il più svelto. Nell'occasione del primo goal è suo l'assist, che ha permesso a Miralles di portare in vantaggio il Santos. La sintesi della rapidità di questo campione. Dotatissimo. E giustamente amatissimo. E' un piacere guardarlo. Lotta sempre. Se perde palla stai sicuro che se la va a riprendere, e ci riesce. Prende un sacco di botte, non sempre giustificate, e incassa senza fare tanta scena. E' il leader assoluto della squadra. Quello su colui tutto il Paese confida per i prossimi Mondiali. Una responsabilità non da poco.
Ganso invece è uno che sicuramente ha dei piedi educatissimi. L'unica cosa degna di nota che combina in tutto la partita, infatti, la fa in punta di piedi. Scambio d'esterno con Luis Fabiano che gliela restituisce di tacco, controllo al volo e pallonetto, un po' timido, di poco alto. Timido quanto pare essere lui. Vila Belmiro è una bolgia, è vero, ma non è la Bombonera o il San Paolo di Napoli. E per quanto ti possano fischiare e maledire, non si può passare una partita a fare passaggi a ritroso per paura di sbagliare e sbarazzarsi al più presto della magica sfera. Se lo si deve giudicare oggi, manca non solo di dinamismo, ma anche di quella cattiveria e capacità di reazione che da noi i cronisti definiscono “personalità”. Ecco, quella cosa li no, non c'è. Ma i piedi sono educatissimi sempre.
La partita la seguono tutti con palpitazione, ma non c'è mai tensione, nello stadio. Anche le monetine a Ganso e il suo applauso al pubblico alla sostituzione sembrano un rituale già scritto.
Alcune curiosità: al Sao Paulo annullato ingiustamente il goal che poteva dare il pari alla sua squadra. Luis Fabiano viene visto ingiustamente in posizione irregolare. Nessuno ha fatto drammi.
In campo c'è anche la mascotte della squadra ospite oltre a quella di casa, cosa che non credo accada in Europa. Una cosa invece che è simile al vecchio continente è che anche qui, durante l'inno nazionale, le varie torcide continuano a intonare altro. Curioso, vero?
Si canta sempre, si canta tutti. Qualsiasi cosa succeda. L'ho visto anche nei due match che ho seguito a Rio. A Santos si fuma mentre a Rio non si può. Un po' come la birra, che magari finiscono, ma qui fino a che ce n'è, te la vendono..
Vediamo in sintesi cosa è successo negli altri campionati statali. Partiamo da Belo Horizonte dove oggi si disputava Atletico Mineiro- Cruzeiro, match clou del campionato di Minas Gerais. La notizia non è tanto il 2 a 1 del Cruzeiro ai danni della squadra di Ronaldinho, ma il fatto che si sia giocato al Mineiro, primo stadio ad essere completato in vista della Confederation Cup.
Il Corinthians campione del Mondo ha vinto in casa 5 a 0, e anche qui. non è tanto il goal di Pato, che all'esordio segna sempre, ma il fatto che il secondo lo abbia messo a segno Paulinho che dovrebbe fare riflettere qualcuno, in Italia.
Infine Seedorf che avevamo visto compiere una magia che aveva permesso alla sua squadra di impattare contro i campionissimi della Fluminense, ha messo oggi a segno una tripletta nel match vinto dal suo Botafogo contro il Guaranì.