Sono le sei del mattina quando una schiera infinita di operai in tuta arancione varca i cancelli dell'Arena delle Dunedi Natal. Lo stadio è tutt'ora in costruzione, e anzi, a dire il vero, non si riesce a immaginare come lo possano ultimare entro i tempi richiesti. Un impianto enorme che, come gran parte degli stadi di qui, sono edificati con soldi pubblici. E sono sempre giganti, quasi si ignorasse il fatto che in Brasile gli stadi sono quasi sempre vuoti. La gente le partite le preferisce vedere al bar, in tv. O a casa, chi se lo può permettere.
Chiacchierando e commentando con gli amici. Nelle grandi città gli unici eventi sportivi che attirano gran folle sono le partite di Libertadores e i clàsici del Brasilerao, il campionato nazionale che inizia a giugno. In generale altrimenti gli stadi hanno sempre dei grandi vuoti. Stadi esagerati, intendiamoci. Dimensioni che oggi non hanno ragione di essere, ma tant'è.
Perché questo tipo di scelta, quindi? In base a che ragioni si costruiscono impianti come quello di Natal, sempre che riescano a finirlo in tempo, se dopo il Mondiale rischia di diventare una cattedrale nel deserto? Gli impianti, lo ricordiamo e sottolineamo ancora, sono costruiti con soldi pubblici. E ci giocano diverse squadre, meccanismo comune a praticamente tutti gli stati. Attorno a molti degli appalti concessi sono nate inchieste giudiziarie e sono emerse irregolarità. Insomma, ricorda un po' Italia 90, per certi aspetti.
Quello di Fortaleza, l'Arena Castelao, è stato il primo ad essere ultimato. Già a metà dicembre 2012. Ma il resto della città è un cantiere a cielo aperto. Anche qui, dalle primissime luci dell'alba si scorgono file di operai in tuta arancione che si adoperano per rifare il manto stradale dove già c'è e farne di nuovo dove invece manca. Sorgono nuovi alberghi soprattutto nella direzione delle zone periferiche, come Praya do Futuro. Zone che tra un intervento di polizia e la costruzione di questi giganti dovrebbero venire "pacificate", come si dice qui. Pacificate, già…
Fortaleza è tutto fuori che una bella città, e la maggior parte dei turisti viene qui per i locali e per la vita notturna. Si incontrano più occidentali qui che a Rio, tanto per usare un paradosso. Il resto del territorio dello stato di Cearà è invece incantevole. Prezioso e raro come solo le cose bellissime.
Se si guarda a città come San Paulo o Rio de Janeiro il quadro è completamente differente. Vuoi perché già presenti tante strutture, e vuoi perché abituate a un flusso continuo di ospiti visitatori. Il Maracanà è alla fase dei ritocchi, e il numero dei posti è stato sensibilmente ridotto. Le torcide di Flamengo e Fluminense non amano andare a vedere le partite all'Olimpico Joao Havelange, e contestano il rincaro dei biglietti. Qui tutto è lievitato, negli ultimi anni. Il costo della vita è cresciuto dappertutto, anche se pure l'occupazione ha avuto una impennata. Si calcola che sia salita del 13% nel solo stato di Rio de Janeiro. Perfino chi lavora in spiaggia si dice molto soddisfatto degli incassi, e sempre a Rio questa che sta terminando è l'estate con più visitatori stranieri di sempre. Figuratevi cosa potrebbe accadere l'anno prossimo e quelli successivi. Se la spiaggia di Tijuca che fino a poco tempo si considerava fuori dalla città oggi viene vista come luogo di sviluppo e molte grandi catene stanno costruendo li un motivo ci deve essere. La periferia che diventa città, perdonate la forzatura.
Dal punto di vista trasporti tutte le città sono servite dai bus di linea che arrivano dappertutto. Efficienti e puntuali. I costi dei Taxi non sono affatto proibitivi e poi ci son le alternative come i van collettivi che sono una buona soluzione intermedia. Dove invece c'è la metropolitana il sistema funziona perfettamente.
C'è sempre una soluzione per ogni tasca, come quando si parla di mangiare o dormire.
Chiudiamo ricordando che tanti dei lavoratori che sono impiegati nella costruzione di queste grandi opere sono stranieri. Magari non a Natal o a Recife, ma a San Paolo e Rio de Janeiro di sicuro. Delle condizioni di lavoro e sicurezza ci occuperemo più avanti.