In alcune città del Brasile sabato 21 febbraio ci sono state ancora manifestazioni contro la Copa 2014. La gente è scesa ancora in strada per rivendicare ciò che da mesi va chiedendo: investimenti in sanità e istruzione, adeguamento dei contratti dei lavoratori per quanto riguarda le ore di impiego e il salario.
Certe categorie come quella degli insegnanti sono mobilitati ormai da più di un anno. Ma non sono i soli. Poi ci sono le questioni legate ai prezzi dei trasporti urbani che tornano sempre di attualità, a Rio come a Sao Paulo. Ma soprattutto e più di tutto ci sono le accuse a politici di avere svenduto pezzi di sovranità del Paese alla FIFA.
Dopo che per settimane i media hanno pensato solo a criminalizzare coloro che vanno in piazza a protestare contro i mondiali, sabato a Sao Paulo non c’erano le folle oceaniche di qualche settimana fa. Obiettivo quindi raggiunto da parte delle autorità che in concerto con i media più importanti del Paese che ne facevano da cassa di risonanza da una parte minacciano un dura repressione nei confronti di chi in piazza ci sarebbe andato e dall’altra rassicurano la FIFA che tutto procede per il meglio.
Sappiamo bene che non è così e su questo ci torneremo nei prossimi giorni. Ma quanto è accaduto a Sao Paulo è ci aiuta a capire bene cosa sta accadendo ora. Come racconta El Pais molto bene in un articolo che ha provocato diverse reazioni in Brasile, sabato nella metropoli paulista c’era più polizia militare che manifestanti. Questi ultimi erano qualche migliaio. Secondo i dati ufficiali circa duemila ma a leggere e guardare qua e là si capisce che dovevano essere almeno il doppio. Comunque non numeri paragonabili anche solo a un mese fa. In mezzo va detto c’è anche la vicenda dello sfortunato giornalista morto proprio durante una di queste manifestazioni, a Rio de Janeiro. Colpito da un potente petardo, durante una vera e propria guerriglia, il cameraman Santiago Andrade ha perso la vita. Viene arrestato un diciassettenne e sono cominciati atti di accusa pesanti nei confronti di tutti coloro che vanno in piazza. Quando si dice criminalizzare un movimento. A Rio sono stati eseguiti fermi e i leader studenteschi della protesta sono tutti indagati. Alcuni addirittura sono detenuti in carcere e altri ricercati.
Tornando a Sao Paulo, sabato sono stati eseguiti almeno 120 arresti, ma il numero è assolutamente approssimativo. Le immagini delle cariche, le immagini degli arresti parlano davvero chiaro. E se da una parte si mostrano le solite quattro vetrine in frantumi, dall’altra si contano centinaia di feriti e intossicati tra i manifestanti. Le cariche sono partite dopo poco che il corteo era partito, provocandone una frattura. Questo ha permesso di compiere dei veri e propri rastrellamenti da parte della polizia militare. Tra i feriti come tra i fermati anche molti operatori dell’informazione. Del dato riguardante i feriti bisogna anche dire che è approssimativo anche perché molti di questi non si sono affatto rivolti alle strutture mediche sanitarie per la paura di essere arrestati o denunciati.
Per chiudere un paio di notizie che riguardano Jerome Valcke, numero 2 della FIFA: ha aperto la settimana appena passata assicurando che lo stadio di Curitiba sarà ultimato per l’inizio dei mondiali e viene da chiedersi come sia possibile visti gli evidenti ritardi. La seconda che ha annunciato un accordo con il Governo che farà gestire non solo le aree adiacenti lo stadio ma anche quelle all’interno alla polizia militare durante il torneo. Buon divertimento.
Links utili:
- http://brasil.elpais.com/brasil/2014/02/23/politica/1393111858_875595.html
- http://brasil.elpais.com/brasil/2014/02/23/politica/1393194512_885141.html