Piazza Vittorio Cricket Club

Di Mattia Gallo

"Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Di unire la gente. Parla una lingua che tutti capiscono". Ad usare queste parole, Nelson Mandela, il leader sudafricano venuto a mancare in tempi recenti.

Edoardo Gallo era in Sudafrica nel 2004, come componente della nazionale italiana di Cricket, nei tornei di preparazione alle qualificazioni mondiali previsti in Malesya nel 2005. Un’immagine che lo ha colpito è sicuramente quella della bidonville di Città del Capo, così grande che sembra perdersi a vista d’occhio. I suoi viaggi per il mondo ed il suo occhio attento e la sua passione per il cricket lo hanno portato ad essere allenatore ed oggi segretario del "Piazza Vittorio Cricket Club".

 

L’associazione nasce nel 2007 per volontà di Mercedes Garcia e Federico Mento, nel cuore dell’Esquilino, dove ha la sua sede, a Roma. Si gioca a cricket: bambini, ragazzi e persone adulte partecipano ad amichevoli e tornei nazionali, oltre che ad attività che riguardano l’integrazione, la cooperazione, l’antirazzismo. Perché Piazza Vittorio Cricket nasce su questi presupposti: sono soprattutto ragazzi stranieri ad esserne i componenti, provenienti da quei paesi dove lo sport della mazza e dei paletti di legno è più popolare: India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Afghanistan, Cina ed anche Italia, paese che ha una storia sportiva più recente. L’obiettivo è quello di promuovere il cricket, partendo da un livello giovanile, e nello stesso tempo, farne un mezzo di promozione sociale e di contrasto ad ogni forma di discriminazione. E’ uno spazio auto - organizzato che promuove diritto di cittadinanza e contro l’affannosa ricerca della prestazione ad ogni costo.

Fin dal 2008 iniziano le prime importanti attività, come ad esempio la partecipazione alla manifestazione ludico sportiva "A che gioco giochiamo", promossa dall'Associazione "Un Ponte tra i Mondi Onlus" e prende parte al Campionato Italiano U13, promosso ed organizzato dalla Federazione Cricket Italiana. Le attività continuano e nel 2010 realizza il laboratorio di cricket in orario curriculare presso la Scuola Carlo Pisacane di Roma. La strada tra "Piazza Vittorio" e la scuola Pisacane si incrocia proprio quando quest’ultima è sotto gli attacchi della politica xenofoba dell’allora governo di centro destra italiano. L’allora ministro dell’istruzione Gelmini fissa un tetto del 30% per ogni classe di stranieri presenti nelle aule.

Troppo per una scuola multiculturale che ospita ben il 95% di studenti stranieri tra i banchi di scuola. Dirigenti e docenti si battono per difendere la scuola, e Piazza Vittorio Cricket partecipa alle attività curriculari attraverso un laboratorio di Cricket che porterà all’evento conclusivo del laboratorio "Villa De Sanctis Junior Cricket Trophy". Nel tempo tra le due realtà continuano i rapporti, tra la prosecuzione di lavori ed altre iniziative. In mezzo tantissime altre iniziative, tra cui, da ricordare, la collaborazione per la realizzazione dei "Mondiali antirazzisti 2010" svolti a Casalecchio di Reno (BO) ed ai "Mondiali antirazzisti 2011" tenuti Castelfranco Emilia (MO). Dal lato più prettamente sportivo, Edoardo Gallo e Federico Mento si adoperano per la fondazione e la costituzione della creazione dell’area cricket all’interno dei “giochi tradizionali” della UISP. Mento diventa coordinatore nazionale, Gallo coordinatore regionale e responsabile nazionale per la formazione dell’ area cricket UISP.

Nel 2010 inizierà quindi la partecipazione al campionato italiano U13, U15, U17 e U19 di cricket, percorso che la porterà nel 2012 alla collaborare per la realizzazione del primo “Campionato Italiano Nazionale di Cricket UISP”. Per Gallo, insomma, la passione per il cricket continua, arricchita di contenuti forti. Inizia a giocare nel 1996 a tredici anni, e crescendo gira prima tutta l’Europa e poi vari angoli del globo al seguito della nazionale italiana di cricket. Allena il Gallicano under 13 nel 2004 e vince il campionato italiano. Poi è lui da giocatore a vincere un campionato in Italia con il Gallicano nel 2005, anno in cui la federazione italiana lo elegge giocatore dell’anno. Un anno d’oro, infatti allena il Gallicano under 17 e vince il campionato. A proposito del rapporto tra il cricket ed il nostro paese, spiega come negli anni si siano fatti notevoli passi in avanti, ma non lesina qualche critica alla F.Cr.I. la Federazione Cricket Italiana, che a suo dire “dovrebbe fare

 

maggiore attenzione alla diffusione, la promozione e l’organizzazione dello sport a livello di base. Si pensa in maniera tattica troppo alla nazionale, che ottiene degli ottimi risultati in campo europeo, naturalmente dietro ai big del continente, come le squadre britanniche per fare degli esempi. Bisognerebbe fare come la Federazione Italiana Rugby, che ha dato molta attenzione a diffondere dal basso lo spirito e l’interesse per il proprio sport. Ci sarebbe più attenzione e possibilità di coltivare nuovi talenti in grado di potersi affermare. Il rugby, che come il cricket trova le sue origini in Inghilterra. Quest’ultimo si presenta già nel 1700 nel paese della Regina, come sport praticato e diffuso, soprattutto legato alle classi più alte dell’aristocrazia inglese. Si diffonde in tutto l’impero britannico e diventa sport popolarissimo, oltre che nazionale in diversi e disparati paesi del mondo.

Tra questi i paesi dei caraibi (in Giamaica il cricket è lo sport nazionale), dove a partire dagli anni 70 del novecento venne alla ribalta la nazionale delle "West Indies", capace di battere ogni record ed imporsi come squadra imbattibile per anni, e ribaltando definitivamente l’aurea di aristocrazia che girava intorno a questo sport. Nel 2010 è uscito un film a tema proprio sulla loro storia, "Fire in Babylon": la loro affermazione sportiva diventa uno strumento di emancipazione all’interno dei processi di decolonizzazione dei paesi caraibici nella seconda metà del 900. Aperta vicinanza e stima viene manifestata nei confronti delle "West Indies" da parte di personaggi come Bob Marley, Bunny Wailers, Mohammed Alì ed anche Nelson Mandela, che dalla sua prigionia trasmetterà messaggi di ringraziamenti per il coraggio e di solidarietà nei confronti di Viv Richards, capitano della "West Indies".