La scoperta del calcio porteño continua con una “grande” del fútbol argentino, una delle squadre più tifate del Paese: il San Lorenzo, el Ciclón.
In Europa abbiamo imparato a conoscere meglio il club di Buenos Aires nelle ultime stagioni dopo le vittorie della Copa Sudamericana, del torneo Inicial ma soprattutto dell'ultima Libertadores che permetterà ai “los Cuervos” di partecipare alla vecchia “coppa Intercontinentale” dove molto probabilmente affronterà in finale il più famoso e titolato Real Madrid.
Chiusa questa piccola parentesi calcistica legata ai soli risultati ci soffermiamo sulla storia del club e dei suoi fantastici e rivoluzionari tifosi.
La Polisportiva “Club Atlético San Lorenzo de Almagro” (CASLA) nasce nel 1908 nel barrio Almagro, confinante con il già descritto Villa Crespo a ovest http://www.sportallarovescia.it/sar5/sportallarovescia-incontra/756-club-atletico-atlanta-e-villa-crespo-accoglienza-passione-e-futebol e a sud con Boedo: quartiere della “murga” (teatro di strada legato al carnevale porteño che unisce recitazione, danza e musica) . Almagro, invece, è il quartiere del Tango, quartiere tranquillo, residenziale e con tanti locali che ospitano concerti live e milongas.
Off topic: se passate da Buenos Aires vi consiglio una passeggiata per le vie del barrio dove oltre che assistere ad un live di uno dei tanti gruppi che suona musica argentina potete gustare le tipiche empanadas e bere cerveza, ne vale la pena.
Il nome della squadra di calcio è stato scelto in onore del prete salesiano, di origine italiana, Lorenzo Massa che ospitò nella sua parrocchia le partite casalinghe della squadra nei primissimi anni, subito dopo la fondazione.
Nel 1914, il club, sottoscrisse l'affiliazione alla federazione argentina di calcio amatoriale e solo un anno dopo partecipò al primo campionato in Primera division.
Nel 1916 venne inaugurato lo stadio “Gasómetro” nel vicino quartiere Boedo, in Avenida La Plata.
Nel 1933, due anni dopo la nascita dell'AFA (Asociación Argentina de fútbol), gli azulgrana vinsero il loro primo titolo tra i professionisti guadagnandosi l'appellativo di “grande” del calcio argentino che, oggi, ancora detiene.
Buenos Aires è una città stupenda, la sua gente è fiera delle proprie origini e allo stesso tempo è aperta, pronta ad abbracciare le differenze culturali ed etniche di cui il mondo è pieno e ricco ma essere tifoso del San Lorenzo nella città del River e del Boca non è facile, anzi, sai già che scegliere di essere “cuervos” è scegliere uno stile di vita, è scegliere di essere considerati sempre e comunque dietro ai due colossi del calcio argentino con il quale si condivide la città, le vittorie e le sconfitte. Paragonabile a poche altre rivalità calcistiche nel mondo, in Italia si potrebbe azzardare il paragone con Roma ma non sarebbe neanche giusto, per cultura, modo di vivere il calcio 365 giorni su 365 e modo e metodi di tifo.
Gli anni migliori, quelli dei record di mister Juan Carlos “Toto” Lorenzo vanno dal 1968 al 1974 quando il San Lorenzo riuscì a vincere, per la prima volta nel campionato argentino, il doppio titolo tra i professionisti: il “Metropolitano” e il “Nacional”.
Come accade nelle migliori e romantiche storie sportive agli anni migliori seguono quelli peggiori. Infatti nel 1975 El Ciclón va incontro ad una grossa crisi economica che sommata alla dittatura militare di Videla che entra di prepotenza anche in questa storia di sport argentino, ancora in termini negativi, fino a costringere la società di Almagro a vendere per circa 7 milioni e mezzo di pesos (attuali) il terreno del Gasómetro al Governo per poi rivenderlo al triplo alla multinazionale Carrefour che ancora oggi “occupa” quel terreno.
La svolta rivoluzionaria per tutta la comunità “cuervos” è arrivata due anni fa quando i tifosi del San Lorenzo hanno conquistato con intelligenza, tenacia e lotta il diritto a ritornare nella propria casa a Boedo, nell' ormai Viejo Gasómetro. Tutto, però, è partito dal Bar “San Lorenzo” e dall'idea di alcuni tifosi che dopo anni di studio, iniziative, assemblee e manifestazioni da più di 110mila persone hanno raggiunto la storica vittoria: entro il 2018 il Club Atlético San Lorenzo de Almagro ritornerà a giocare sui terreni della famosa Avenida La Plata, nello stadio delle vittorie gloriose e dei record. Il 15 novembre del 2012 la giunta di Buenos Aires ha approvato all'unanimità la Ley de Restitución Histórica fortemente voluta dalla tifoseria azulgrana. Il popolo argentino è abituato a lottare per i propri diritti, è un popolo che vive con dignità qualsiasi tipo di evento e fenomeno, negativo o positivo, che gli si presenta davanti e anche in questo caso non ha perso l'occasione di richiedere il diritto alla città, rivendicare una vita migliore e il diritto a decidere per la propria terra. La storia argentina è piena di esempi di lotta e resistenza non ultimo quello delle madri di Plaza de mayo che ogni giovedì, dal 1977, si incontrano per rivendicare e protestare contro le sporche e sanguinose politiche della dittatura militare che arrestò e fece sparire centinaia e migliaia di oppositori al regime, i desaparecidos, figli e nipoti delle donne, ancora oggi, in protesta.
Oggi il San Lorenzo gioca (dal 1993) al confine fra i quartieri Flores e Nueva Pompeya, a sud della capitale federale nello stadio “Bidegain” chiamato, anche, nostalgicamente Nuevo Gasómetro. Accanto allo stadio è stata costruita una delle “villas” più popolose e popolari di Buenos Aires: villa 1-11-14 che durante le partite diventa un posto fantasma, come se fosse abbandonato a se stesso, completamente militarizzato. Un'esperienza davvero suggestiva, strana da vivere e che non ho mai vissuto in nessuno stadio sudamericano nel corso della mia esperienza.
“Vengo dal barrio de Boedo
barrio de murga y carneval
te juro que en los malos momentos,
siempre te voy a acompañar...dale dale matador
dale dale matador dale dale dale matador”