Sabato 25 Gennaio presso la Palestra Popolare Antirazzista Brescia si è svolta la seconda edizione del “Madiba Day”, giornata di incontri di muay thai dedicata a Nelson Mandela. E' stata l'occasione per rincontrare i ragazzi e ragazze tedesche di Akab Muay Thai Monaco, con cui abbiamo discusso di due fenomeni dell'estrema destra tedesca, HoGeSa e PeGiDa, emersi nell'autunno scorso.

Che cosa significa la sigla “HoGeSa” e da dove nasce?

HoGeSa è l'acronimo di “Hooligans Gegen Salifisten” (Hooligans contro i salafiti) e consiste nel tentativo da parte di alcune realtà curvaiole tedesche di estrema destra di mettersi insieme per creare e portare nelle strade mobilitazioni islamofobiche e razziste. Si tratta di neonazisti, che in gran parte diffidati, cercano di uscire dalla logica minoritaria degli hooligans tedeschi di scontrarsi nei boschi tra fazioni opposte. A fatica hanno cercato di mettere da parte le storiche rivalità per unirsi contro la minaccia del terrorismo islamico per acquisire uno spazio pubblico. Il loro obiettivo in parole povere è mandare via tutti i musulmani dalla Germania.

 

Quali sono le principali curve tedesche da cui provengono?

Sicuramente Dortmund ha un ruolo importante, giocato anche dal fatto che nel locale consiglio comunale siede uno storico hooligan di estrema destra, Siegfried Borchardt (nella foto in basso, riconoscibile per i baffetti biondi alla Hulk Hogan, nda). Poi abbiamo Mannheim nel sud-ovest, ma il grosso si concentra nell'ex Germania dell'Est tra gli hooligan della Dynamo Dresda e i gruppi neonazisti delle curve berlinesi dell'Hertha e dell'Union.

Quali sono state le loro iniziative pubbliche?

Il loro nemico numero uno è Pierre Vogel, un ex pugile tedesco, convertitosi all'Islam. In Germania è famoso per i suoi video su youtube in cui invita altri giovani a convertirsi. C'è un antefatto che porterà alla loro manifestazione di Colonia del 26 ottobre 2014. A Wuppertal, in settembre, i tabloid tedeschi hanno dato molto risalto al fatto che un gruppo di fondamentalisti islamici girava per la città con delle pettorine con scritto “Sharia Polizei”, formando una specie di ronda.

Di conseguenza gli HoGeSa hanno lanciato una manifestazione a Colonia. La polizia sottovaluta la manifestazione e 5000 hooligans creano grossi scontri. Per il livello di conflitto creatosi, il livello repressivo è stranamente basso, infatti viene eseguita solo una quarantina di arresti. Durante il processo a una giovane neonazista arrestata per lancio di bottiglie e per aver fatto saluti nazisti, il giudice ha negato la motivazione politica del gesto, definendolo solo una provocazione.

Qual è la reazione dell'opinione pubblica e dei movimenti antifascisti in Germania?

La manifestazione di Colonia ha fatto molto scalpore. Hogesa ha provato ad organizzare manifestazioni anche ad Amburgo e Berlino, ma la pronta risposta antifascista li ha fatti desistere. Dopo Colonia, si è svolta solo un'altra loro grande manifestazione ad Hannover il 15 novembre, poi basta. La condanna da parte dei giornali tedeschi è stata molto netta. L'esperienza di Hogesa, come movimento politico pubblico, finisce qua. Falisce, perchè sono poco presentabili, anche se loro volevano apparire come difensori del popolo tedesco. E' difficile trovare persone, che scendono in piazza a manifestazioni dichiaratamente ed esplicitamente naziste, in Germania ciò è ancora un tabù molto radicato. Questo però non significa che questi picchiatori siano spariti dalle piazze tedesche, molti di loro li ritroviamo infatti alle manifestazioni di Pegida.

Come ad esempio a Dresda. Ci potete spiegare da dove nasce Pegida?

PeGiDa è l'acronimo, che tradotto in italiano, suona così “Patriottici europei contro l'islamizzazione dell'Occidente”. Il sostegno attivo dato alle vittime delle inondazioni dell'Elba da parte dei militanti dell'estrema destra e gli ultras della Dynamo ha permesso di creare una fitta rete di collegamenti, che ha creato le basi per lo sviluppo di Pegida nell'ottobre scorso. A differenza di Hogesa, Pegida ha cercato di darsi un'aria più presentabile. Da subito si sono definiti solamente come “cittadini preoccupati”, nel loro programma politico si parla di “pace tra le religioni” oppure che i “profughi, quelli veri, devono essere ricevuti bene”. E' il tentativo di non essere emarginati, rifiutano di definirsi neonazisti, ma alle loro “marce del lunedì” utilizzano slogan ed immagini, che rievocano quella tradizione politica. In questo modo le manifestazioni di Pegida hanno avuto una costante ed impressionante crescita numerica, fino ad arrivare ai 25000 di lunedì 12 gennaio scorso. Sono riusciti ad intercettare in questo modo e far scendere in piazza quelle persone che tengono a definirsi “apolitiche”. La cosa paradossale è questo movimento si sviluppa in una città, la cui popolazione straniera non supera il 4% e solamente lo 0,4% è di religione musulmana. In tutta la Sassonia i musulmani rappresentano lo 0,1% . Non è un conflitto tra culture, lì stanno protestando contro un fantasma, contro qualcosa che nemmeno conoscono.

Nonostante questo tentativo di rispettabilità, la presenza dei militanti dei partiti di estrema destra storici è evidente,no?

Certo, come è evidente e determinante la presenza degli hooligans della Dynamo Dresda. Infatti questi vanno a comporre il servizio d'ordine di Pegida. Gli hooligans hanno giocato un ruolo fondamentale per garantire l'agibilità politica a Pegida nelle strade e nelle piazze della città. Hanno picchiato fotografi ed allontanato giornalisti. Ci sono state aggressioni a ragazzi musulmani fuori da un centro commerciale di Dresda.

Pegida è presente anche in altre città tedesche?

Sì, ma con meno successo. Per esempio a Monaco si chiamano Bagida (il “Ba” sta per bavaresi). La loro prima uscita ha coinvolto 1600 persone, ma dopo tre settimane si sono ridotte a 350. Ci hanno provato anche a Berlino, a Lipsia e ad Amburgo, ma in questi casi non si trova lo stesso clima di Dresda, infatti dove esiste una presenza più radicata di centri sociali e movimenti antifascisti fanno fatica a conquistare agibilità politica.

La pubblicazione delle foto del leader di Pegida, Lutz Bachmann, con baffetti da Hitler e di alcune sue dichiarazioni xenofobe sui social network (“migranti animali, immondizia”) ha contribuito a svelare la vera natura di questo movimento politico. Per loro, infatti, la non apparenza di estrema destra è importantissima per intercettare l'insofferenza e le paure di quelle persone colpite dalla crisi, che però contemporaneamente non vogliono essere associate ad un'immagine neonazista.

E' proprio per questa ragione che non bisogna pensare Pegida come una stranezza di una certa parte della Germania dell'Est con uno storico retroterra culturale razzista, ma va osservata come tutti gli altri movimenti di estrema destra europei.