Domenica 8 novembre si è giocato il derby Roma-Lazio. Per chi è tifoso di una di queste due squadre, è LA partita dell'anno, la più attesa. Per tutti gli altri appassionati di pallone è una delle sfide più interessanti per l'atmosfera che le due tifoserie sanno creare.
Domenica scorsa l'atmosfera è stata surreale, perchè le due curve sono rimaste vuote per protesta. Per capirne le ragioni, abbiamo intervistato l'avvocato Lorenzo Contucci, da anni impegnato a difendere il mondo ultras dalle leggi repressive emanate da vari governi.
Da dove nasce la protesta delle due curve romane?
La protesta è il risultato di un processo iniziato diverso tempo fa. L'incipit parte da Galliani, che in una riunione dei gruppi di sicurezz dell'Osservatorio, ha avanzato la proposta di dividere i settori delle curve per renderli più sicuri. Il progetto pilota è Roma. Dall'inizio del campionato in sostanza lungo la scalinata centrale della curva si crea un cordone di steward che lascia libero il passaggio, ma di fatto divide in due il settore. Dopo di che è stato installato un vetro divisorio. Nonostante la stragrande maggioranza degli incidenti avvenga fuori dallo stadio, il pretesto utilizzato dal prefetto Gabrielli è mantenere la “safety” dentro al settore, essendone responsabile e quindi le scale e le vie di fuga devono essere lasciate libere. Come mai però non c'è questo stesso problema durante i concerti estivi all'Olimpico dove 50.000 persone si dispongono ovunque? Non c'è un problema di “safety” in questo caso?
Ma quale potrebbe essere la potenziale minaccia dentro il settore, se gli incidenti avvengono fuori dallo stadio?
Secondo il prefetto il problema è il sovraffollamento. In poche parole sostiene che ogni domenica in curva entrano 12.000 persone al posto dei 8.700 posti previsti dalla capienza. Siccome i cancelli aprono due ore prima, questo dato è falso, perchè se fosse vero, vorrebbe dire che ogni domenica ci sarebbero tra i 25 e 30 scavalcamenti dei cancelli al minuto. Ciò è impossibile.
La strategia sulla sicurezza dentro la curva prevede anche altri strumenti repressivi?
Sì, sono arrivate oltre un centinaio di multe da 168 euro per non osservanza del posto assegnato sul biglietto. Se non rispetti per due volte il posto stabilito nell'arco della stessa stagione può arrivarti un Daspo da 1 a 3 anni. La diffida non implica solo l'impossibilità di andare allo stadio, ma ha anche conseguenze sulla libertà personale e sul posto di lavoro. Ci sono state perquisizioni assurde ed invadenti all'ingresso dello stadio anche verso bambini. Si è arrivati a un limite non più sopportabile e da qui è scattata la protesta con la decisione di rimanere fuori dallo stadio durante le partite casalinghe. Se domenica al derby sono entrate solo 400 persone in curva e il resto è rimasto fuori vuol dire che non è solo la protesta dei gruppi organizzati. Se allo stadio non ci si diverte e non si può vivere la partita liberamente, chi me lo fa fare di andarci?
Qual è il reale obiettivo della divisione della curva? Perchè un provvedimento che ricade su tutti i frequentatori della curva, quando si potrebbe perseguire solo i responsabili di eventuali reati?
Partiamo dal presupposto che a Roma non c'è un clima di impunità generalizzata. La dimostrazione sono le centinaia di diffide, di denunce e multe che continuano ad arrivare ad esponenti delle curve. Il reale obiettivo è quello di disarticolare i gruppi organizzati, come è scritto nelle carte parlamentari dell'allora ministro dell'Interno Maroni. All'interno di una concezione turbocapitalista del calcio, lo spettatore deve essere un consumatore passivo. In un articolo uscito su “La Gazzetta dello Sport” c'è chiaramente scritto che l'obiettivo è che gli ultras non si abbonino, così possono essere sostituiti dai nuovi tifosi. In Inghilterra questo risultato è stato ottenuto principalmente con il carobiglietti, in Italia ci si sta provando con le leggi repressive.
Quali saranno le prossime iniziative di protesta?
Le forme della protesta le decidono chiaramente i gruppi organizzati. L'obiettivo è quello di conquistare spazi di libertà, perchè una curva è questo prima di tutto. La protesta sta avendo eco a livello internazionale, sicuramente continuerà, assumendo varie forme. Secondo il mio personale parere, i prossimi passi dovranno essere fatti in modo intelligente.
Ci sono state prese di posizione pubbliche a sostegno della protesta?
Sì, ma con ritardo. Dal mondo politico personalità politiche appartenenti all'opposizione cominciano a farsi sentire. A livello di As Roma, all'inizio c'era un veto, ma ora Florenzi e De Rossi hanno cominciato a prendere posizione. Voci critiche stanno arrivando anche da vertici del Coni e della Figc. Siccome è difficile che un prefetto torni indietro e ritiri i provvedimenti, sarà una lotta a lungo termine, ma sempre più persone si stanno accorgendo, come scrivevano recentemente su uno striscione gli ultras del Bayern Monaco, che il “calcio senza tifosi è nulla”. Il derby ne è stata una dimostrazione pratica.