C’è un giocatore, il pugliese-argentino Leonardo Perez, in forza all’Ascoli, che ha deciso di diventare il nuovo Di Canio del calcio italiano. Non a livello calcistico, ma per fede fascista. Il biondino di Mesagne ha infatti deciso che ad ogni gol (per fortuna non molti) saluta i “suoi” tifosi con il saluto romano.
A differenza di quanto accadde al laziale, nessuno finora però se n’era accorto, non soltanto perché la Lazio giocava in serie A e l’Ascoli è invece in Lega Pro, ma perché verso il saluto romano c’è stato un atteggiamento sempre piuttosto ambiguo da parte del giudice sportivo.
Inizialmente, venne considerato un gesto che istigava alla violenza. Messa così, si finì però per punire allo stesso modo il “famoso” pugno chiuso di Zampagna con 10.000 euro, sempre in ossequio all’andante “Fuori la politica dagli stadi”, invece del più coerente “Fuori i fascisti dagli stadi”! Poi invece il giudice ci ripensò, e quando il prode laziale rifece l’insano gesto lo punì per discriminazione razziale, probabilmente avendo avuto il tempo di rileggersi un po’ di storia italiana.
Negli anni successivi, però, la confusione è rimasta: se Zarate (Lazio) venne punito con 10.000 euro per aver fatto il saluto romano insieme ai tifosi fascisti della curva laziale, Radu (ancora Lazio) non venne punito perché, essendo rumeno, non sapeva bene il significato di quel gesto (ma anche qui, sarebbe bastato un po’ di ripasso della storia…). Anche nel caso di Lopez, non è arrivata nessuna sanzione, forse perché, avrà pensato il giudice sportivo, in Argentina è un modo per salutare i parenti più stretti che probabilmente erano allo stadio Del Duca.
L’ANPI di Ascoli ha provato a spiegare che è proprio un gesto fascista, e, in quanto tale, dovrebbe essere punito per apologia del fascismo (e se non lo fa il giudice sportivo, potrebbe anche farlo il giudice ordinario, avendo fatto il saluto in luogo pubblico). Ma la FIGC ha deciso, come al solito, di soprassedere, probabilmente perché teme che Perez lo giustificherebbe dicendo che era questo il modo di salutare dei giocatori della nazionale italiana durante il fascismo, e che lo aveva visto anche in una bella fotografia appesa all’interno di Coverciano. Ed in effetti non è ben chiaro del perché, tra le tante fotografie, per commemorare la vittoria dei Mondiali del 1938 è stata scelta proprio quella fotografia così “politica”.
Ma il vero motivo, temiamo, è che oltre che per la sua fede politica, Perez lo faccia perché vorrebbe veramente arrivare dove è arrivato Di Canio, che dopo aver salutato romanamente per tante volte, ora fa il commentatore-telecronista sul canale Fox Sports delle partite di Premier League. E vuoi mettere…