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L'estate scorsa è toccato al Padova e al Siena. Adesso oltre al Parma, rischiano di scomparire Varese, Brescia, Lecce, Barletta, Savoia e Monza. Il livello sempre più mediocre del campionato italiano, le figuracce della Nazionale e dei club nelle coppe europee mettono in evidenza un elemento, su cui oramai chiunque concorda: lo stato di grave crisi in cui versa da alcuni anni il calcio italiano.
Sulle cause e sulle vie di uscita da essa, però non tutti concordano. E' incredibile come anche nel calcio si riprendano argomenti razzisti (“troppi neri nelle giovanili”) per nascondere i veri problemi e di conseguenza si propongano soluzioni (“limitiamo gli stranieri”) per permettere ai veri responsabili di continuare indisturbati a proseguire i propri interessi personali, spartendosi ad esempio il business dei diritti televisivi.
C’è un giocatore, il pugliese-argentino Leonardo Perez, in forza all’Ascoli, che ha deciso di diventare il nuovo Di Canio del calcio italiano. Non a livello calcistico, ma per fede fascista. Il biondino di Mesagne ha infatti deciso che ad ogni gol (per fortuna non molti) saluta i “suoi” tifosi con il saluto romano.
Se in Italia il "rilancio" del calcio deve passare per le mani e le idee di Tavecchio stiamo messi male.
In un battibaleno, 104 anni di storia calcistica padovana e una parte importante della storia del calcio in Italia è scomparsa. Con la fine per collasso da debiti del Calcio Padova scompare un pezzo di storia della città e a poco serve il balletto di incontri di questi giorni di nuovi imprenditori con il Sindaco Bitonci per garantire la presenza di una nuova società recuperata dal mucchietto di cocci lasciato che possa partecipare al campionato di serie D – previo consenso della Figc – a nascondere la cesura prodotta nella storia calcistica cittadina con il Padova che è stato quello di Nereo Rocco e del catenaccio.
I figli degli extracomunitari in Italia potranno calcare i campi di calcio del mondo dilettantistico
L’ottava di campionato non è una giornata come le altre! Dopo un mese e mezzo passato a visitare le più recondite e caratteristiche località dell’alta padovana, finalmente si ritorna a casa : stadio Appiani…e gli sforzi della settimana son tutti tesi a trasformarlo nella tana dei nostri desideri: gratuita ed ospitale , accogliente e antirazzista! Come se non bastasse siamo chiamati ad affrontare la compagine che occupa assieme a noi la testa della classifica: Il Massanzago…e non c’è categoria né provincialità che tenga, un incontro di questo tipo lo si sente in modo particolare. Vedo il suo spettro aggirarsi diversi giorni prima di Domenica, nei tempi morti delle giornate autunnali, negli sguardi dei compagni al campo, sospesi fra ansia ,impegno e desiderio. E’ l instabile danza dell’attesa. E’ il piacere di condividerla con la comunità a cui si appartiene!
Sicuramente due sono le cose più importanti della giornata: la grande vittoria sul campo ed un “infuocato” terzo tempo “multiculturale”. Ma andiamo con ordine. Il pomeriggio inizia con un inatteso acquazzone che sembra presagire chissà quali sventure. Anche l’umore della squadra è grigio dopo due sconfitte consecutive. Sugli spalti cerchiamo di dare una sferzata all’ambiente accogliendo le squadre in campo con fumogeni e lo striscione “NON SI ABITA IN UNA GRADUATORIA, STOP SFRATTI”. Striscione che venerdì mattina ci ha accompagnato nel presidio antisfratto che il CSA Asilo Politico e le realtà locali che lavorano intorno al tema del diritto all’abitare hanno organizzato per impedire che una signora, che vive sola con la pensione minima, venisse “teneramente” sbattuta fuori di casa dal comune di Ancona. In fondo non riesce a pagare l’affitto che gli è stato quest’ultimo anno baldanzosamente…. triplicato! La lotta paga e infatti tutto è stato rimandato, per ora la Signora ha ancora un tetto sulla testa. Lo striscione è oggi esposto perché tutti sappiamo bene che la battaglia non è finita e che ci sarà ancora da combattere, ma sappiamo altrettanto bene che finché avremo forza continueremo a rompere i coglioni ovunque ci siano diritti calpestati dall’arroganza di chi vuole cancellare anche la dignità delle persone. Questo è il messaggio che vogliamo lanciare alla squadra e al mondo.
1/11/2013 Campo Santilli, Osimo
OSIMO FIVE - KONLASSATA ANCONA 2001 4-2 (OMOKARO ISRAEL, BUCUR EDUARD)
OSIMO FIVE: Fiorani, Cela, Persiani, Mazzieri, Ulisse, Pesaresi, Scarponi, Agostinelli, Di Carlo, Baiocchi, Guerrini. In panchina: Santolini, Capomasi, Scansani, Vescovo, Di Carlo.
KONLASSATA ANCONA 2001: Gjeko, Luchian, Ciarrocchi, Coman, Ndiaye, Omokaro, Stoian, Salazar, Bucur, Gjini, Santiago. In panchina: Ciampi, Chaari, Zappalà, Palombi, Gjoni, Iannuccilli, Jawo.
C’è un po’ di confusione nell’ aria … c’è un po’ di quell’ ansia che precede gli avvenimenti , grandi o piccoli che siano. Ci sono sorrisi pieni dI aspettative, gambe tese, maglie granata che ritornano fuori dalla cesta come conigli , dopo la lunga pausa estiva. E poi i pensieri che si mischiano alla velocità della luce nelle nostre testoline in attesa. Poi…ci si siede sulle panche dello spogliatoio , ci si guarda negl’ occhi, si comincia a respirare all’unisono e tutto ciò che non fa parte della squadra passa oltre, lontano. Piano piano ci si dimentica della grande giornata veneziana , dei piccoli corpi in laguna a fermare i giganti del mare .Succede ancora, 2000 anni dopo , che Davidesconfigga Golia ed irrida il suo stupore con un gran sorriso sulle labbra. Ma ci si dimentica pure del resto, di crisi e malanni, di gioie ed
affanni. Tutto viene risucchiato nel silenzio che accompagna i corpi a scaldarsi, il silenzio che precede la partita d’esordio. Nuova stagione , nuova squadra, vecchio stadio, stessa anima anomala pronta a dar battaglia. L’ Appiani comincia a gremirsi , precari alle porte, la prima di un nuovo viaggio è Sanprecario - Valsugana.
Federazione Italiana Nuoto e discriminazione: norme che non stanno a galla.
Piove da circa una cinquantina di ore…piove sui migliaia in corteo a Treviso dopo lo sgombero dello Ztl, piove dentro la testa di Gentilini(una pioggia quanto mai acida). Piove su Padova e non accenna a smettere come l’ inverno che dura sempre uguale, ma quest’anno sembra duri di più. E’ che oggi a nessuno è concesso quel letargo che saggiamente molte bestie scelgono, tornando ad aprir gli occhi in primavera. Tempi incerti i nostri, che van sfidati in una battaglia quotidiana, per mantenere una prospettiva aperta sui propri obiettivi ed il sogno d'un futuro degno, stimolante e vivo.