Rio de Janeiro

Fluminense - Botafogo, uno dei classici del Brasilerao.

Il primo clasìco è già di per se un'emozione. Domenica la prima grande sfida, quindi.

A Rio ce ne sono diversi di match importanti, con grande storia e tradizione, e Botafogo – Fluminense è uno di questi.

I bianconeri di casa ospitano i campioni brasiliani della scorsa stagione, sia del campionato statale, che si sta ora cominciando a disputare, sia del Brasilerao che partirà a giugno. Il tricolor, così chiamata da tutti, è partita molto bene e nel complesso loro e il Santos, nel campionato di Sao Paulo, sono gli unici ad avere fino ad ora impressionato.

Domenica grande sfida quindi. Anche in Brasile c'è il problema della poca affluenza negli stadi, ma per questo match ci si aspetta notevole partecipazione. I prezzi non sono affatto bassi. Costa quanto uscire a cena una sera. Al ristorante. Cosa che ancora oggi non in tantissimi si possono permettere. Prima, fino a qualche anno fa, si rinunciava a due birre e si vedeva la partita.

 

Per capire meglio questa sfida ho deciso di visitare i due centri sportivi. Relativamente vicini uno all'altro, non sono poi così dissimili se non per una differenza. Lo stadio. Il Botafogo non ne ha mai avuto uno di suo, se non per brevi periodi. Quello che di fatto è nel cuore del bairro (quartiere), è oggi adibito ad altri sport. Nuoto, tennis, ma anche sport più prettamente marinari. Come la vela, il windsurf e lo sci nautico, visto che è sulla foce del fiume. Non mancano neppure i giochi da tavolo ai quali siedono anziani signori che ricordano il tempo che è stato giocando una partita a carte.

La sede delle piscine della polisportiva Botafogo.

Tra questo impianto e la sede dove si trovano gli uffici del club la distanza è di circa un km da percorrere attraversando una galleria. Poco dopo essere usciti da questa si possono ammirare i murales originali che ricordano le gesta dei grandi eroi del club. Un colpo d'occhio che non può passare inosservato. Su tutti Garrincha, ma anche la stella simbolo del club. Manè, così affettuosamente chiamato da tutti, apre e chiude la rassegna di murales. In mezzo Raì, il fratello di Socrates, che ha giocato anche in Europa, al PSG. Ma non era quello degli arabi. Poi Mendonca, Jairzinho, Nilton Santos e Quarentihna, di cui si sottolineano i ben 313 gol con la maglia bianconera. Una bandiera cubana con i colori del club indicano in Fidel Castro la guida spirituale della torcida. Per chiudere ancora con Manè “alegria do povo.

Uno dei tanti murales che ricordano le gesta dei campioni del Botafogo.

 

C'è anche Fidel Castro tra gli eroi dei tifosi del Botafogo.

 

La Fluminense uno stadio ce l'ha. Con una grande storia. Il Laranjerais. Nato qualche anno prima del Botafogo, si pregia di essere il primo club brasiliano. Facente anch'esso parte di una polisportiva, il calcio entra a fare parte della famiglia nel 1902. I colori inizialmente sono “cinza e branco”, grigio e bianco. Poi il costo delle divise diventò insostenibile e si cambiò. Il grigio era molto caro a quei tempi.

Il più antico stadio del latino America, il Laranjerais

Dall'Inghilterra arrivarono le divise con i colori che conosciamo oggi. Verde, bianco e rosso, e da quel giorno fu la Tricolor. Lo stadio Laranjerais si trova appena terminato il bairro di Botafogo, nella direzione che porta verso il Sambodromo, dalla parte opposta alle grandi spiagge di Copacabana e Ipanema. Costruito nel 1905, è il primo stadio del Paese. La selecao verdeoro ha debuttato qui, dove è ancora esposto il primo pallone.

Il pallone usato nella prima partita della nazionale brasiliana al Laranjerais.

Tornando al calcio, visitare questo impianto che teneva fino a venticinquemila persone fa venire i brividi. Qui si svolgono gli allenamenti della squadra, a porte aperte, ogni giorno. Accedervi è semplicissimo. Il museo è situato sotto quella che era la tribuna centrale. Con tanto di settore autorità e stampa. Un foyer, come a teatro. Una sala enorme dove si tenevano i festeggiamenti della squadra e altri appuntamenti social-mondani. Scendendo si entra nella sala dei trofei, dove su tutti troneggia il primo Brasilerao vinto dalla Fluminense. La sala è immensa. Cimeli si mischiano a coppe di straordinarie forme e dimensioni. Dalle più antiche alle più recenti. Ma sono le storie, come sempre, quelle che colpiscono di più. Varrà la pena approfondirle, da qui sono passati grandi campioni. Edinho (all'Udinese con Zico), Didì (ha giocato anche qui..), Rivellino, Romario, Telè Santana, Thiago Silva.

Eroi della Fluminense.

Neppure in questo museo manca la possibilità di riascoltare celebri radiocronache, le immagini video più significative di tanta storia, e lo spazio per mangiare. Cosa molto interessante: al primo piano ristorante più lussuoso e più caro. Di sotto una pizzeria, con prezzi medi. Nella parte in prossimità dell'uscita uno di quei tipici locali portoghesi, misto tra un bar e una trattoria, dove mangiare e bere lo si fa a un buon prezzo. Questo tutti i giorni. Con sempre tanta gente che poi si mescola per strada. Inutile dire quante cose questo comporti. Tutte buone, mi sembra di potere affermare.

A parte dello stadio, il resto degli impianti sportivi.

La Fluminense è stata la prima società brasiliana a fare giocare in competizioni ufficiali giocatori neri.

Questa è la storia, più o meno.

Ora è tempo di clasìco: Botafogo – Fluminense.