Nuove proteste e scontri con la polizia in alcune città del Brasile. Ma non è che la gente, a qualsiasi latitudine, ad essere stufa di grandi eventi e di grandi opere?
I Mondiali di calcio sono l'evento sportivo più grande che ci sia. Più delle Olimpiadi, che restano comunque un evento di importanza planetaria. Se scorriamo nella memoria, troviamo contestazioni in quasi ogni occasione. E si contano sulle dita di una mano le edizioni che hanno portato un qualche beneficio nei luoghi in cui si sono svolte.
Se pensiamo ai Mondiali non serve in fondo scavare tanto nella memoria. E neppure andare tanto lontano. Italia '90, tanto per guardare a casa una nostra, uno spreco di risorse senza fine. Stadi, i pochi nuovi, edificati male e pensati peggio. Pensate a Torino, Padovae Bari… Parcheggi sotterranei costruiti e mai potuti utilizzare (Verona). Costi lievitati in modo smisurato (Roma, Napoli…). Quelli di Usa '94 si sono dovuti disputare a orari pazzeschi per fare in modo che qualcuno se ne potesse accorgere, li. Stando ai giorni nostri, in Sudafrica non è andata affatto come la si dipingeva all'inizio. Praticamente nessuna ricaduta positiva sulla popolazione. Se andiamo ancora più indietro possiamo certo dire che la Germania è una delle poche che ne ha beneficiato, ma stiamo parlando della vera ( e unica?) potenza economica europea, quindi non vale. Sarebbe andata bene qualsiasi cosa.
Organizzarli in Brasile è certo suggestivo, vista la passione che c'è per lo sport e il calcio in particolare. E nonostante questo, la gente non vuole vedere sprechi e ruberie, che invece si sono verificati. Non è solo la questione del biglietto dei mezzi pubblici che ha portato così tanta gente in piazza, siamo seri.
La prossima edizione sarà in Qatar, dove si giocherà al chiuso con l'aria condizionata. Ditemi voi se è calcio. E se non è realistico spingersi a dire che la FIFA ha un solo interesse: i soldi.
Blatter, il plenipotenziario presidente della federazione internazionale è uno svizzero che quando parla da sempre occasione per confermarsi per quello che è. Memorabile quel suo "è vero, alcuni diritti in Qatar sono negati, ma bisogna rispettare ogni cultura". Quindi se decapitano un omosessuale solo per le sue tendenze alla FIFA è un fatto che non deve preoccupare.
Passiamo alle Olimpiadi. A parte Barcellona '92, che è forse l'unico vero caso positivo, a detta di troppi per poterlo smentire, rimane solo Atlanta '96. A casa della Coca Cola e senza "embarghi" di sorta.
In Cina hanno spostato villaggi e città intere. In Grecia è stato il colpo finale alle casse dello stato.
Olimpiadi che, è bene ricordarlo, nascono proprio all'origine come escludenti e rivolte a un certo tipo di "target". Per atleti dilettanti, quindi per soli (maschi) ricchi, se pensiamo che si parla del 1896.
Olimpiadi che hanno nella loro iconografia impronte che ci rimandano all'edizione di Berlino '36. Parata coi portabandiera e torcia sono una invenzione di Goebbles, per intederci. Intuizioni che resistono, verrebbe da dire.
Torcia che nel '96 è stata contestata in molte manifestazioni anche in Italia, in occasione di Torino 2006.
Andiamo al punto: ma non è che sono proprio i grandi eventi ad essere sbagliati e che la gente ne sia talmente consapevole che non può che reagire? Siamo così certi che i brasiliani non temano di finire male, vedendo pochi arricchire e che non sappiano che poi, a pagarne le conseguenze siano come sempre le fasce più deboli? Non sono forse i grandi eventi, anche sportivi sì, a dovere essere ripensati?
A tutti piace gustarsi una bella partita, allo stadio e in tv, ma anche in Brasile, che piaccia o no, le priorità rimangono altre.