Salvador de Bahia, Porto Alegre, Belo Horizonte, Curitiba, Florianopolis, Fortaleza e Manaus: sono queste alcune delle città più importanti dove i trasporti pubblici si sono fermati per tutta la giornata di ieri. Movimenti e sindacati hanno organizzato numerose manifestazioni di protesta per chiedere migliori condizioni di lavoro. Chiuse anche scuole e ospedali dove hanno operato solo i servizi di emergenza.
Salvador de Bahia, Porto Alegre, Belo Horizonte, Curitiba, Florianopolis, Fortaleza e Manaus: sono queste alcune delle città più importanti dove i trasporti pubblici si sono fermati per tutta la giornata di ieri. Movimenti e sindacati hanno organizzato numerose manifestazioni di protesta per chiedere migliori condizioni di lavoro. Chiuse anche scuole e ospedali dove hanno operato solo i servizi di emergenza.
A Sao Paulo, dove le autorità avevano espresso ferma volontà di impedire qualsiasi blocco, ha avuto la meglio il corteo che ancora una volta ha invaso Avenida Paulista, la principale arteria della capitale paulista. Nella vicina Sao Jose dos Campos, invece, il sindacato dei metalmeccanici ha portato in strada 15 mila lavoratori fermano gli impianti industriali, in particolare quelli di General Motors ed Embraer.
A Rio de Janeiro invece le manifestazioni si svolte in serata. La gente si è data appuntamento a Palácio Guanabara sede del governo statale e dimora del contestato governatore Sergio Cabral Filho. Le accuse, otre al malaffare e ciò che potrete immaginare, sono quelle di usare metodi "eccessivi" per reprimere le proteste e placare le legittime richieste che le classi più povere rivendicano. Ne abbiamo parlato anche qualche settimana fa, di cosa accade a Rio, per quanto riguarda l'ordine pubblico.
E anche questa notte non è stato da meno. Il palazzo si trova poco lontano dalla sede dellaFluminense, nel quartiere Laranjerais che da anche il nome a questo che è il più antico stadio dell'America Latina. Anche in questo caso nessuno stupore nel constatare che la gente è stata allontanata a colpi di gas lacrimogeni e sostanze urticanti. Gente che urlava e cantava slogan, ma dalle immagini pare chiaro che non ci fosse neppure l'intenzione di un simbolico attacco al palazzo. Ma tant'è.
Cabral è un esponente di spicco del PMDB, partito di centro destra. Da anni sotto l'occhio del ciclone per la gestione del bene pubblico, accusati di corruzione in molteplici casi, la gente non gli perdona più ruberie e truffe. Figuriamoci la repressione feroce.
La gestione di questi mesi ha fatto molto arrabbiare. Repressione e silenzio. Non una parola, non un commento da parte di Cabral in tutte queste settimane sul tema delle mobilitazioni, meno che meno sulle accuse di utilizzare eccessiva violenza per reprimerle. La notte scorsa è stata l'ennesima riprova dell'incomunicabilità tra le parti.