Lo scorso 15 dicembre, presso l'antica stazione ferroviaria di Sao Paulo, Brasile, si è svolta la prima edizione della "Copa Rebelde". Evento calcistico pensato e creato dai movimenti sociali brasiliani e nato in contrapposizione alla "coppa del mondo FIFA" che si giocherà nel prossimo mese di giugno, in Brasile.
Con questo evento, gli organizzatori, hanno voluto dimostrare alla popolazione brasiliana, al governo e alla FIFA che il calcio è ancora legato alle più vecchie e antiche tradizioni popolari, che il calcio è della gente e non di pochi e ricchi potenti che continuano a speculare su quello che è il gioco più amato in tutta la nazione verdeoro.
Abbiamo intervistato Marina Mattar, sociologa e giornalista indipendente, una delle organizzatrici del torneo, che ci spiegherà meglio perché e da dove è nata l'idea di organizzare la "Copa Rebelde".
- Com'è nata l'idea di organizzare la prima edizione della "Copa Rebelde"? Perché?
L'idea di organizzare la prima edizione della "Copa Rebelde" è nata dopo avere assistito alle speculazioni edilizie, allo spreco di denaro pubblico, ai continui sfratti e soprusi che gli organizzatori dei mondiali FIFA stanno commettendo ai danni della popolazione brasiliana. Non siamo contro il calcio, anzi, vogliamo che questo ritorni ad essere protagonista nelle strade, tra la gente. La "Copa" nasce all'interno del Comite Popular da Copa de SP (comitato formato da persone e movimenti diversi che sollevano domande sulla coppa del mondo FIFA). Tuttavia, l'idea, è nata da un ragazzo che qualche anno fa è venuto in Italia e ha partecipato ai mondiali antirazzisti. Lo stile e l'organizzazione è stata ripresa proprio dall'evento che si svolge ogni anno in Emilia Romagna.
- Mettendo da parte il lato sportivo. Quali contenuti hanno riempito la giornata del 15 dicembre?
La nostra idea era quella di coinvolgere tutti e tutte in questo torneo. Uomini, donne e bambini. Nessuno escluso. La maggior parte delle squadre erano formate da attivist@ dei movimenti sociali. Nei dintorni del campo da gioco c'erano venditori indipendenti (non voluti dalla FIFA e ai quali sarà vietato vendere nei pressi degli stadi durante i mondiali). Non abbiamo grosse organizzazioni alle spalle. Tutto quello creato è stato fatto grazie ai nostri sacrifici. C'era musica. Nella "nostra" coppa non c'erano biglietti da pagare. Gli abitanti della favela da Paz, sgomberati dalla FIFA e dal governo brasiliano, sono stati protagonisti del torneo e non esclusi. Un altro importantissimo aspetto da non sottovalutare è stata la scelta del luogo. Luz, così si chiama la zona al centro si Sao Paulo che circonda la vecchia stazione ferroviaria, è stata scelta proprio perché, nonostante la posizione centrale, è un posto abbandonato a se stesso.
Chiamato anche "Cracolandia", per lo spropositato uso di crack da parte della gente che frequenta e vive in quelle strade. SP è una città enorme dove la gente più povera è costretta a vivere lontana dalle zone centrali. Ma negli ultimi decenni questa situazione è andata modificandosi. Sempre più gente è venuta a vivere nelle zone centrali della città. Per lo più nei "corticos", case vecchie e abbandonate dove vivono decine di persone che pagano un affitto conveniente. Negli ultimi anni, però, la politica adottata dai governatori di SP è stata quella di sgomberare questi palazzi, distruggerli e costruire edifici pubblici per la classe medio-alta. Una sorta di "rivitalizzazione" del centro, dicono. Si, ma per i ricchi, aggiungiamo noi. Il giorno precedente al torneo siamo andati a ripulire la zona che era veramente messa male. Piena di rifiuti, la puzza si sentiva a centinaia di metri di distanza. E' stato un brutto spettacolo. C'è voluto tanto lavoro per riqualificare la zona e renderla attraversabile per il giorno dopo. Lì vive la gente, le famiglie, lasciate in condizioni igienico-sanitarie precarie. Nonostante queste difficoltà, domenica scorsa, è stata una bellissima giornata, attraversata da centinaia di persone, tutte felici. Anche noi siamo rimasti soddisfatti. Abbiamo trascorso una bellissima giornata in un'atmosfera fantastica. Un fotografo, presente al torneo, ha dichiarato di avere visto "il metro quadrato più felice di Sao Paulo".
- Il comitato che si è creato intorno alla discussione sulla coppa del mondo ha progetti futuri? Ci sarà una seconda edizione della "Copa Rebelde"?
Il Comite Popular da Copa ha tantissimi progetti per il futuro, soprattutto per quello immediato. Fra un mese entriamo nell'anno dei mondiali. Stiamo provando a organizzare iniziative e discussioni che riguardano la rassegna iridata e tutto quello che le riguarda. Abbiamo in programma di organizzare la seconda edizione della "Copa Rebelde" già nel prossimo semestre. Vogliamo mantenere l'attenzione alta. Vogliamo che siano coinvolte ancora più persone.
- Si svolgerà sempre a Sao Paulo?
Credo di si. Nella prima edizione erano presenti solo squadre di SP. Non è facile fare muovere la gente da tutto il Paese. Non abbiamo i fondi economici per pagare viaggi e spese aggiuntive ad eventuali squadre "ospiti". Magari ogni città potrà organizzare la propria "Copa Rebelde"...chissà.
- Tornando al calcio giocato. Quante squadre hanno partecipato?
Hanno partecipato 32 squadre, tra le quali una del Comite Popular da Copa. C'era la squadra dei richiedenti casa, una per i diritti dei popoli originari, una per i diritti dei palestinesi, un'altra ancora per i diritti dei lavoratori. Quasi tutti i movimenti sociali, protagonisti di lotte nate dal basso, hanno scelto di partecipare al torneo.
- Alla fine dei giochi. Chi ha vinto la prima edizione della Copa Rebelde?
Potrebbe sembrare uno scherzo (...risata) ma hanno vinto i ragazzi che giocavano in "casa". Gli Amigos de Barao. Questi ragazzi giocano ogni fine settimana nella zona di Luz, parte della città da cui provengono.
Sao Paulo. 16/12/2013.
Link utili:
http://coparebelde.wordpress.com/
http://www.behance.net/gallery/c-o-p-a-r-e-b-e-l-d-e/13148353
http://coparebelde.tumblr.com/
Video della giornata: