Siamo così sicuri che quello che abbiamo visto e praticato a Vicenza durante il "Gioco Anch'io Meeting" sia "Sport alla Rovescia"? Tre giorni di tornei non competitivi di calcio con squadre multietniche in cui l'arbitro fischia solo la fine dei tempi di gioco; incontri di Muay Thai, dove al gong, dopo essersi affrontati senza esclusione di colpi, gli atleti si abbracciano con rispetto a prescindere dal risultato; sfide Italia-Pakistan a Badminton; e poi Parkour, Karate, animazioni per bambini, Capoeira e in conclusione tutti a cimentarsi in danze popolari rumene, serbe e turche durante l'Uisp Vicenza Day.
Non è forse il Coni o le Federazioni ad essere "storte" o "andare al contrario"?
E' un dubbio che sorge legittimo ad esempio quando ti senti dire che il Coni fino al 1999 nel suo statuto aveva scritto come finalità "la purezza della razza". Forse però bisogna partire chiarendo cosa si intende per "sport". Andrea Zorzi, nel contributo video che ha aperto la tre giorni di meeting, è stato chiaro:" In Italia ormai il concetto di sport viene associato a quello professionistico, ma è molto di più e ha un'importante valenza sociale. Il signore, che alla mattina si alza e va a fare una passeggiata, non viene considerato uno sportivo." In sintesi manca una cultura sportiva nel nostro paese e questo concetto è emerso più volte durante i vari dibattiti. Forse ciò è un problema più ampio che non riguarda solo il Coni.
Basta fare un confronto tra i giornali sportivi italiani e quelli finlandesi. In quelli del paese nordico viene dedicato lo stesso numero di pagine allo sport amatoriale e a quello professionistico, in quelli italiani si parla quasi esclusivamente di Juve, Milan ed Inter. In Finlandia il 96% della popolazione pratica sport, il 55% degli italiani dichiara di non farlo mai. I dati statistici europei presentati dal Professore dell'Università di Cassino, Antonio Borgogni, mettono in evidenza due questioni: i paesi con più sportivi hanno anche indici di sviluppo umano e welfare più alti e sono contemporaneamente quelli che hanno una legge quadro sullo sport e c'è il diritto all'accesso per tutti. Se vi diciamo che in Italia manca una legge quadro e ci sono forti discriminazioni nella pratica sportiva, in che posizione si trova il nostro paese in questa classifica?
La risposta la potete facilmente immaginare...
Ecco, L'accessibilità, altro tema portante del meeting. " E' inconcepibile che un bambino di 6 anni nato e cresciuto in Italia da genitori stranieri per giocare a calcio debba presentare la dichiarazione della federazione del paese d'origine dei genitori che attesta che non ha mai giocato all'estero". E' apprezzabile questa presa di posizione del presidente della Figc Veneto, Giuseppe Ruzza, ma purtroppo risulta essere solo un'anomalia in un contesto dove, ad esempio, la Liberi Nantes, squadra composta interamente da rifugiati, gioca a Roma nel campionato FIGC di Terza Categoria ma "fuori classifica": i 61 punti e il secondo posto conquistati "sul campo" non vengono formalmente riconosciuti. Qualcosa lentamente si sta muovendo come emerge da "Melting Sport", l'osservatorio giuridico contro le discriminazioni sportive curato dall'Avvocato Nicola Saccon.
Cominciano infatti ad esserci le prime sentenze che danno ragione agli atleti discriminati dai regolamenti che non sono più al passo con i cambiamenti della nostra società. Però ciò non basta.
L'impressione al termine del meeting è che c'è ancora molta strada da percorrere e il percorso è ricco di ostacoli come una 3000 siepi. Superare un primo ostacolo sarebbe cancellare gli articoli del regolamento Figc che limitano l'accesso ai migranti alla pratica sportiva come chiede da un anno l'appello "Gioco Anch'io". Sarebbe già un buon punto di partenza, ma non di arrivo, se vogliamo vincere la medaglia d'oro della cittadinanza e dei diritti.
I viedo della tre giorni di Vicenza sono reperibili nel canale YouTube di SportAllaRovescia.