In fin di vita Showan Shattak ultra, attivista politico e avvocato del gruppo “tifosi contro l’omofobia” dopo l’aggressione da parte di estremisti neonazisti

A Malmö nella notte fra l’8 e il 9 marzo, finite le manifestazioni per la Festa della Donna, Showan Shattak, attivista/ultra/avvocato che ha portato la sua battaglia contro l’omofobia sugli spalti e nei social network, dove la sua pagina Facebook Fotbollssupportrar mot homofobi, Tifosi contro l’omofobia, ha migliaia di sottoscrizioni, è rimasto vittima, insieme ad altre persone, di una violenta aggressione da parte dei militanti dell’estrema destra svedese.

Showan è rimasto ferito per terra ed è tuttora in gravissime condizioni ricoverato in ospedale; “accoltellato e picchiato dai nazisti”, si legge nella pagina Facebook degli Ultras del Malmö, che ribadiscono: “non accetteremo mai razzismo e nazismo nella nostra curva o nella nostra città”La polizia ha arrestato tre persone con l'accusa di tentato omicidio che appartengono tutti al gruppo neo-nazista SvenskarnasParti("Partito degli svedesi") che ha ammesso che i suoi militanti sono stati coinvolti nell'incidente, ma solo come parte offesa.

In realtà uno degli arrestati per l’aggressione era appena rientrato in Svezia da Kiev dove durante i giorni della protesta di piazza Maidan supportava in qualità di «Ukrainafrivilliga» (volontario per l'Ucraina) i fratelli del partito nazionalista Svoboda e i militanti di Settore Destro.

Showan Shattak di origini iraniane del suo nome è certamente quanto di più lontano si possa immaginare dallo stereotipo dello svedese “biondo-occhi azzurri”, e a Malmö, come da tempo in tutta la Svezia, la vita non è facile per chi porta e difende i caratteri della diversità. In Svezia infatti il colore dei capelli e le scelte sessuali sono sempre meno un dettaglio e a Malmo negli ultimi mesi si sono verificati gravi episodi di antisemitismo e razzismo.

Siti svedesi, parlando proprio dell’aggressione dello scorso 8 marzo a Malmö, scrivono che “non può essere considerato un caso isolato. E’ dall’attacco incendiario al liceo di Kvarnby, nell’ottobre 2013, che ha avuto inizio una escalation di violenza nazista nei pressi di Malmö. A gennaio una sedicenne, membro dei Giovani Socialdemocratici svedesi è stata aggredita da due uomini che le hanno intimato di non parlare pubblicamente delle sue idee”.

La Svezia simbolo dell’anima ‘moderna e cosmopolita’ della Scandinavia e del modello di uguaglianza, pari opportunità, alfabetizzazione, integrazione e welfarestate vive una profonda crisi di identità divisa fra la popolazione immigrata di seconda generazione più giovane e numerosa dell’Unione Europea, con gravi problemi di integrazione, e fortissime tensioni nazionaliste e neonaziste che solo nell’ultimo anno sono sfociate in gravissimi episodi di aggressione e scontri con comunità e attivisti antifascisti.

Dopo l’aggressione a Showan Shattak la reazione non è mancata e numerose sono state le manifestazioni di solidarietà che hanno visto migliaia di persone invadere le strade e le piazze della Svezia. Una solidarietà che ha coinvolto per primi i giocatori e gli ultrà del Malmo ma che grazie al tam tam dei social network sta coinvolgendo tutta Europa in particolare le curve antirazziste e antifasciste.

#KampaShowan, resisti Showan, in fatti, prima di diventare un hashtag, è stato lo striscione apparso domenica pomeriggio nella curva dell’Herta Berlino e riportato nella pagina Facebook degli Ultras del Malmö. Grazie a loro, la vicenda di Showan ha superato i confini svedesi diventando un caso esemplare, quasi già un simbolo e il motore per una denuncia internazionale contro l’omofobia e il razzismo.