Da settembre, inizio delle espulsioni, è già una strage: 106 morti. Ma è solo il conto ufficiale ammesso dalle autorità. In ottobre l’incidente più grave, secondo le informazioni raccolte da un rappresentante della Mezza Luna Rossa nell’oasi di Dirkou: 50 immigrati muoiono schiacciati da un camion troppo pesante che si rovescia mentre arranca verso il passo di Tumu, al confine tra Libia e Niger.

In gennaio un ragazzo del Ghana, mai identificato, viene sbranato da un branco di cani selvatici davanti ai suoi compagni di viaggio a Madama, la frontiera tra i due Paesi. L’ultima tragedia conosciuta, due settimane fa: tre ragazze nigeriane morte di sete a un giorno da Tumu e altre 15 raccolte in fin di vita con quattro uomini, abbandonati nel deserto da chi aveva organizzato il loro rientro. Nessuno però sa quanti siano davvero i corpi sepolti dalla sabbia, lontano dalle rotte indicate dalle carte geografiche: passeggeri uccisi dalla fatica, dagli incidenti o rapinati e lasciati tra le dune dai trafficanti che avrebbero dovuto riportarli a casa” (Fabrizio Gatti, Bilal)

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“Ho visto persone costrette dai militari a bere acqua fetida per indurre problemi intestinali e fargli espellere le palline con le banconote arrotolate nel cellophane che avevano ingoiato per non farsi derubare” (Gabriele Del Grande, Fortess Europe)

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“ Dirkou è una gabbia e il Sahara e il Ténéré sono le sue sbarre. Di disperati come loro, prigionieri dell’oasi, ne hanno contati diecimila. Per non morire di fame lavorano gratis. Nelle case dei commercianti o nei palmeti. Lavano pentole, curano orti e giardini, raccolgono datteri, impastano mattoni. In cambio di una scodella di miglio, un piatto di pasta, il caffè, qualche sigaretta. Volevano arrivare in Italia, sono diventati schiavi. Solo dopo mesi di fatica il padrone li lascia andare, pagando finalmente il biglietto per la Libia: 25 mila franchi, 38 euro e 50. Impossibile chiedere aiuto. Anche solo far sapere a mogli e genitori che non si è ancora morti. Non c’è banca, non c’è Internet. Il telefono a Dirkou non esiste.” (Fabrizio Gatti, Corriere della Sera)

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“Tinzaouatine è un inferno che raccoglie tutte le sofferenze della terra. I clandestini vivono nascosti tra le rocce, nella sabbia, sotto baracche di plastica o dentro le grotte, raggruppati per nazionalità. C’è un unico vecchio pozzo per tutti. Sarà profondo 15 metri. L’acqua non si vede, ma quando la tiri su è verde. Si mangia polvere e chat, nome in codice delle capre rubate ai tamashek. Chi ha un po’ di soldi compra la merce in arrivo da Kidal e la va a rivendere al villaggio. Alcuni lavorano come servi nelle case. Fanno le pulizie o il bucato per 20-30 dinar, meno di 40 centesimi di euro. Ogni giorno il vento alza una tempesta di sabbia e poi fa estremamente caldo. Alcuni sono completamente impazziti” (Testimonianza raccolta da Gabriele Del Grande in Mamadou va a morire)

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“L’autista sudanese ci lasciò in un’oasi lontana da Kufrah, in pieno deserto, dicendoci che sarebbe arrivato suo cugino per proseguire il viaggio. La sera invece si presentò un uomo armato di spada che pretendeva che pagassimo il soggiorno nella sua oasi. E poi voleva appartarsi con una ragazza del gruppo, che però viaggiava con il marito. Alla fine della trattativa accettò di lasciare la ragazza e si accontentò di 200 dollari a testa. Disse che ci avrebbe portato a Tripoli. Invece ci abbandonò in una casa diroccata, fuori dalla città, e lì poco dopo si presentò la polizia.” (Zerit, Eritrea, testimonianza raccolta da Gabriele Del Grande)

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“Ho visto morire con i miei occhi 44 dei 50 compagni di viaggio con cui eravamo partiti. Siamo stati due settimane in mezzo al deserto, senza acqua né cibo. I due autisti sudanesi ci avevano abbandonato nel deserto. Dicevano di aspettare, che sarebbero arrivate altre due auto per proseguire il viaggio. Ma sono arrivate soltanto due settimane dopo.” (Saba, Eritrea, testimonianza raccolta da Gabriele Del Grande)

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“Alcuni di noi sono detenuti da oltre sei mesi. Quando siamo stati arrestati al confine, c’erano anche donne e bambini. Sono le nostre mogli, le nostre sorelle, i nostri bambini. Dopo alcuni giorni ci hanno separato, uomini e donne. E da oltre tre mesi non sappiamo dove siano e come stiano. A causa delle condizioni di detenzione siamo esposti a malattie e infezioni. Ciononostante in prigione non ci viene offerta alcuna assistenza medica. Come risultato, una delle nostre compagne rifugiate di nome … è morta tre settimane fa.” (Lettera anonima di un cittadino Eritreo nelle carceri egiziane, testimonianza raccolta da Gabriele Dal Grande)

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Intanto in Qatar migliaia di operai, la maggior parte di origini nepalesi, lavorano alla costruzione dei nuovi stadi, che ospiteranno la coppa del mondo di calcio del 2020. Nonostante il Qatar non sia ancora confermato come paese ospitante, in Qatar a migliaia di operai sono stati sequestrati passaporti e documenti, costretti a svolgere il proprio lavoro sotto un regime di schiavitù, con una paga ben al di sotto di qualsiasi concetto di “dignitosa”. In Qatar migliaia di operai migranti stanno lavorando alla costruzione degli impianti che ospiteranno la coppa del mondo di calcio del 2020. In diverse centinaia sono già morti. Non sappiamo se il mondiale in Qatar si farà, certo è che assisteremo ad una competizione in parte diversa dalle altre. No perché  le partite si giocheranno d’inverno (corrispondente all’estate italiana); neanche perché gli stadi saranno muniti di aria condizionata per stemperare i 50 gradi esterni; e non passerà alla storia solo per essere il primo mondiale in mediooriente. Il mondiale del Qatar diverrà famoso perché il numero di morti per la sua realizzazione sarà enormemente maggiore del numero di calciatori partecipanti alla competizione.

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Akin viene dal Mali e indossa delle buffe scarpe nere, eleganti e lucide, che stridono con le calze di spugna e la tuta da ginnastica. Ha i ricci e l’andatura sghemba e goffa di chi è cresciuto da poco, troppo in fretta, e ancora non si è abituato ad abitare il suo nuovo corpo da gigante. È arrivato, due mesi fa, dopo una fuga solitaria dal suo paese in guerra e un lungo viaggio attraverso l’Algeria. Solo per passare il mare ha pagato 1.400 dollari, la tariffa standard, democraticamente uguale per tutti. Ha sedici anni e, per questo, è un MSNA, minore straniero non accompagnato. «Da grande voglio fare il calciatore. È quello che so fare meglio», dice, con il sorriso timido del bambino e la spavalda determinazione dell’uomo, perché la sua è una buffa età, ibrida e contraddittoria. «E se non ti riesce, di fare il calciatore?». L’insuccesso è un’ipotesi non contemplata. Ride e torna a sdraiarsi sul materasso al piano di sotto di uno dei quattro letti a castello della stanza che divide con altri sette minorenni, come lui, al Centro di primo soccorso e accoglienza (CPSA) di Contrada Imbriacola, a Lampedusa.

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Dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell’Europa almeno 19.142 persone. Di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011. Il dato è aggiornato al 3 ottobre 2013 e si basa sulle notizie censite negli archivi della stampa internazionale degli ultimi 25 anni. Il dato reale potrebbe essere molto più grande. Nessuno sa quanti siano i naufragi di cui non abbiamo mai avuto notizia. Lo sanno soltanto le famiglie dei dispersi, che dal Marocco allo Sri Lanka, si chiedono da anni che fine abbiano fatto i loro figli partiti un bel giorno per l’Europa e mai più tornati”. Vittime silenziose alle quali si aggiungono le persone che hanno perso la vita nell’ennesimo dramma a largo di Lampedusa.

La storia è scritta dalle vite dei corpi in cammino.

Ora basta con le lacrime.

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Commento:

Buuuongiorno a tutte e tutti i fans de La Paz, squadra di calcio antirazzista! Quest’oggi nel campo di via Confalonieri un grande classico del campionato amatori Uisp 2013-2014.

La Paz affronta una squadra ostica, d’esperienza, che dico d’esperienza, una squadra d’annata, i dipendenti dell’azienda ospedaliera am.

Lo scorso anno, nel girone di ritorno una terribile sconfitta per 4-0. Ai tempi ricordo il loro attaccante, classe 1963, ci fece due goals.

Ma quest’oggi tutta un’altra solfa. La Paz, divorata dalla polemica interna tra il mister e Scanna, che accusa il primo di farlo giocare poco e male, sembra quest’oggi aver ritrovato la fame giusta per approcciarsi alla partita.

Ciccio scende dal suo loft, è pronto, Alfredo mangia un panino col wurstel, altri fumano, ci manca poco si lanci il giro d’amari, il Mister, bello come il sole, mi mostra un foglietto, con su scritto la formazione. Mi illumino, lo guardo con ammirazione mentre lui mi sussurra: “non dirlo a nessuno, è una sorpresa

Indisponibili per La PaZ:

Lucky: espulso nella sciagurata partita dello scorso sabato; Camarà: deve lavorare; Najib: idem; Salou: non si è capito dov’è, per il momento

Esatto amici, profondi conoscitori del modulo Pazziano, 3 titolari insostituibili mancano all’appello, nella parabola di una crisi di risultati, quasi insanabile, dove La Paz ha bisogno di costruire tanto, di far bel gioco, di emozionare..

Arrivati al campo da giuoco ecco la sorpresa: Mamadou!

Ricordate questo nome. La nostra ex muraglia difensiva, aitante e bellissimo, viene messo in attacco, unica punta.

Ecco le sorprese del Mister, puntare su un po’ di peso e forza in attacco, Mamadou è il prescelto.

E un osannatissimo ritorno: dopo mesi di stress, polemiche, intemperanze, in tutta la sua sanissima irruenza giovanile ritorna Scanna messo in mezzo al campo, il profeta del calcio amatoriale, l’idolo di grandi e piccini, il RISOLUTORE.

(Per l’occasione dalla prossima partita abbiamo predisposto, grazie ai nostri mezzi tecnologici una SCANNACAM che seguirà ogni singola maestosa movenza del nostro pregiabile beniamino.)

Giust’appunto la formazione:

tra i pali, Giacomo, nuovo acquisto, già nei cuori di tifo organizzato e squadra, timoniere in campo senza paura, number 1, serrandone.

Makan, Sultan, Alfredo, Ganiu, in difesa

Nicola, Claudio, Fofana, Scanna, Ciccio, a centrocampo

MAMADOU, fa attacco da solo

La partita inizia, La Paz è tonica, reattiva. I rodati dell’azienda ospedaliera soffrono le scorribande di Fofana, di Ciccio e Nicola è un tutto fare in mezzo al campo, tanta corsa, interdizione, un piede vellutato. CASPITA, UN OTTIMO ACQUISTO!

Scanna fa girare sapientemente palla. Il mister è soddisfatto, tutto sembra incunearsi per il meglio.

GOAALL

I dipendenti dell’azienda ospedaliera segnano con una punizione da lato nulla può il nostro portierone e la palla si insacca nel sette. Mannaggia, di nuovo sciagura, di nuovo col gap del goal a sfavore. Il mister dice “non demordere” e la Paz non lo fa, era da tempo che non si vedeva una partita di tale spessore, i “nostri” anche in svantaggio non si danno per vinti, l’asse Nicola-Scanna è la quint’essenza del calcio amatoriale, Ciccio ispiratissimo, dribla e sombrera, Mamadou acciuffa ogni pallone e costringe a fare i chilometri agli avversari per raggiungerlo. Incontenibili.

GOAAALLL

Palla in mezzo pallonetto da distanza ravvicinata e il nostro amatissimo portiere nuovamente e innocentemente battuto. Il mister urla continuamente a Ganiu di assumere una posizione stabile, una qualsiasi purché venga mantenuta nel rettangolo di giuoco e poi fa un cenno a Mamadou, come a dire “Cominciamo!”.

E difatti Mamadou riceve palla subito dopo l’altezza di centrocampo, e già tutti “PASSAA”, affronta il marcatore di riferimento e via lo scarta, poi il secondo, idem, il terzo, si avvicina pericolosamente e velocissimevolmente all’aria di rigore, finta e giù il quarto, mio iddio, è dentro l’aria, i “PASSAA” son diventati “TIRAAA”, MAMADOU, MAMADOU, tira, no anzi scarta anche il portiere, anche il portiere, incredibile, ed insacca.

CHE GOAAAALLLL

Superlativo, la squadra si lancia ad abbracciarlo. Un goal incredibile, inenarrabile, una serpentina inarrestabile, il mister gioviale ma serafico, sospende le esultanze, io nell’euforia del post prendo una sonora storta nel praticello.

La magica Paz non si culla sugli allori e continua a spingere, così si chiude il primo tempo. I dipendenti sanità am polemici con l’arbitro da tutta la partita, ed un po’ fastidiosi vanno a cambiarsi i clisteri negli spogliatoi.

Eccoci pronti sul dischetto Scanna, grande cerimoniere, ridà via alle danze, e patapim e patapam, stessa solfa, squadra perfetta, la difesa, Sultan e Alfredo sono colossali, palla e gamba, palla e gamba. Alfredo salverà la sortita immolandosi su un goal che sembrava già fatto da parte dei dipendenti sanità am.

Nico, passa la palla a Scanna, Scanna illumina sulla fascia Mamadou, che scarta uno, e poi un altro, di nuovo, incredibile, inarrestabile, entra in area, fa finta di tirare, invece appoggia al centro per Ciccio che insacca in corsa. Si abbracciano, tutti noi vorremo abbracciarli.

GOOOOAAALLLL
E’ pareggio, il tifo è in piedi, festante, incoraggia, io non riesco a smettere di gridare Mamadouuu, quelli del dipendenti sanità am, poco lucidi, continuano a inveire contro l’arbitro, si beccano pure un’ espulsione. “Adesso bisogna acciuffare la vittoria”, carica Mister Mirco

E via coi cambi: makan e ganiu per davide e mahmud, Giorgio per Vehap, e sul green carpet esce Scanna, tra uno scrosciare di applausi, che giocatore, inesauribile, Il mister è commosso. Al suo posto entra il boccia.

La partita scorre ad alta tensione, ci crediamo, prima vittoria stagionale, è lì a due passi, su una storia che sembra già scritta, un partita perfetta. I centraloni di difesa non lasciano nulla agli avversari, che oramai stanchi e senili, non ragionano più. Ciccio ci prova in tutti i modi, Mamadou pure. La vittoria è di chi sa osare e difatti..

..palla lunga sulla fascia, Vehap scatta prima degli avversari, la controlla e vvviaa, è lui da solo, metri da correre, e la porta lì sul confine dell’orizzonte. CORRI VEHAPPP. Non lo prende nessuno, è solo, si avvicina alla porta, portiere in ritardo, ragazzi quest’oggi si festeggia, quest’oggi è la volta buona. Fra tutte le cose che poteva tentare, con tutto il tempo utilizzabile per ragionare, tutte le varie angolazioni da far prendere alla palla, le molteplici esultanze praticabili, il ritorno al Paz stadium da eroe, i racconti da fare ai nipotini..

..niente. Tira na ciccata lentissima sul fondo. Fine della partita: 2 a 2 e buona così

Siamo tutti felicissimi, Vehap si scusa con il tifo per l’errore tecnico: PERDONATO

Gli altri vengono sommersi da applausi a non finire, 15 minuti di standingovation, io continuo ancora a gridare, dal primo goal, MAMADOUU, Ciccio viene osannato, Alfredo è bellissimo. Insomma finalmente un po’ di ossigeno, non abbiamo vinto sul campo, ma questo pareggio ci sembra una vittoria per una nuova generazione meticcia contro la vecchia e farraginosa guardia occidentale. I dipendenti sanità am dopo una partita a rompere per ogni cosa, potevano almeno salutare.

Me ne vado e sento negli spogliatoi le panche sbattere, gli appendini sbattere, i borsoni vengono lanciati nell’aria, le piastrelle risuonare, Scanna spumeggiante, il Mister finalmente soddisfatto. Un coro si è levato, il nostro coro.

LA PAZ LA PAZ.. CON LA LOTTA VINCERAI.. NON TI LASCEREMO MAI!

La storia è scritta dalle vite dei corpi in cammino.

AVANTI LA PAZ!

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Le pagelle:

Giacomo: completamente incolpevole sui due goals avversari, si dimostra carismatico, attento, elargisce consigli e moniti ai compagni. Una sua uscita salva capre e cavoli. A muso duro con un vegliardo dei dipendenti sanità. Con famiglia a seguito già inserita in modalità tifo sfegatato.Voto 7 Station Wagon

Makan: il nostro buontempone non lo si vede bene dall’altra parte del campo, ma il mister sembrava gradirlo, ancora tanto lavoro da fare e non era facile rimpiazzare là infondo uno come Najib. Lui risponde su campo. Un campo qualsiasi.Voto 6: Arancia Makanica

Mamhud: oggi solo ottime prestazioni, anche da chi non te l’aspetti. Arriva in ritardo, si siede in panca e quando entra fa ottime azioni per favorire in diversi modi il proseguo delle stesse.Voto 6,5 Confuso e felice

Ganiu: si arrangia nel caos moderno, come nel caos pazziano, per divenire lui stesso caos. Nelle cuffie risuona….death ain’t nothin’ but a heartbeat away/ I’m livin’ life, do or die, /what can I say / I’m twenty-three now, but will I live to see twenty-four/ The way things are going I don’t know. Voto 6,5 Gansta’s paraadise

Davide: what a match, ottima prestazione, corre tanto, si impegna, contribuisce rompere le ultime resistenze respiratorie dei dipendenti sanità am. Dopo di lui solo bombole d’ossigeno. Voto 6,5 Coriaceo

Sultan: “ha fatto solo due falli, io conto sempre i suoi falli”, così valutava Scanna la partita del nostro colosso curdo. Ed ha ragione duro ma giammai falloso, evita di buttarsi in avanti ma esce dalla difesa palla a piede e sicurezza, fa ripartire il giuoco. E se lo provocano risponde a suon di onestissime legnate sulle tibie. Voto 7: Barricata

Alfredo: quest’oggi il fascinoso molisano è carico e concentrato, vecchio volpone fuori dal campo, dentro Euclideo e matematico. Salva in scivolata un’azione pericolosissima. Guida il reparto con maestria e sagacia. Gli avversari, quando passano dalle sue parti, repentinamente cambiano strada, qualsiasi strada, purché lontani dal molisano furioso, che non fa passare nessuno con le proprie gambe. Voto 8: Doganiere

Nicola: la prima sorpresa del match, esordio di belle speranze, qualità e quantità nel bel mezzo dell’ombellico del campo da giuoco. Non lo prendono, la palla curata e attaccata ai piedi, il mister lo incita, lui ripaga con tanti spunti interessanti, e passaggi precisi. L’intesa con Scanna pare ottima. Il cilindro e la colomba. Voto 7 :Otelma

Giorgio: fluidificante come la grappa, la fascia è di sua proprietà, la percorre da parte a parte, dà tantissimo ed esce applaudito da pubblico e critica, un altro talento tirato fuori dalla cantera Pazziana. Voto 7 a Km 0

Vehap: AAAAHH, sciagura, un goal da fare facile facile, una pedata che infrange per questa volta i sogni di vittoria, è lui stesso a non crederci, a capire d’aver commesso un errore, si dovrà riscattare, non bastano le scuse, ci vorrà una grande prestazione, il tifo non dimentica, non perdona. Remember Remember…Voto 6 V per Vehap

Fofana: è il nostro ragazzone una nota felice delle ultime due dispute. Inserito a presidiare l’altra fascia si fa sempre rispettare, doti fisiche eccelse, migliora di giorno in giorno, di partita in partita, con un tiro da fuori avrebbe potuto risolvere la partita, un goal potenzialmente più che meritato. Voto 7 Altamente infiammabile

Ciccio: oramai la sua gloria si perde nella legenda del calcio amatoriale. Tutti lo conoscono, tutti lo temono. Nessuno osa pronunciare il suo nome, ma ogni squadra, sente passare lungo la schiena un brivido, un infausto presentimento, che diventa certezza, in tutta la sua proverbiale indole creativa e distruttiva. Ciccio inesorabile come il corso delle stagioni, come il vento che scompiglia le chiome, come i fiumi in piena, come gli acquazzoni estivi. Anno di grazia per l’asso siciliano, illuminato, in botta. Dribla e si intende bene con il centrocampo. Con Mamadou è già accoppiata, come gianni e pinotto, come cip e ciop, barbie e ken, holly e benji, mila e la takigawa, sugo e parmiggiano, aglio e olio, tarallucci e vino. Il suo goal dimostra che dio esiste. Ha la barba ed è siciliano. Voto 7,5 Padre Natura

Scanna; non un grande ritorno, IL GRANDE RITORNO. Tanta panchina nell’ultimo periodo, tanto nervosismo, un rapporto difficile con mister Mirco, le motivazioni dell’esclusione domandava sempre, taciturno ed oscuro mister Mirco lo rassicurava, “arriverà il tuo tempo” diceva. E difatti eccolo finalmente da titolare, maglia 18 sulle spalle, tanti dubbi subito cancellati. Sale in cattedra e sono numeri su numeri. Geometra del centrocampo, la palla ai suoi piedi prende la consistenza della piuma o del ferro, completamente in balia dell’affusolato piede del nostro amatissimo. Serve i compagni, tira da centrocampo, corre un po’, fa qualche finta, esce, si siede in panchina, respira piano, mentre, fuori, anche gli alberi applaudono. Voto 8 Irruenza Giovanile

Michele: corre come un dannato, sovvertendo in parte alcuni principi del moto rettilineo uniforme e della termo dinamica. Voto 6Piccolo chimico

Mamadou: il nome che tutti pronunciano, tutti i giornali locali ne parlano, è esploso un talento, puro. Ha tutto per entusiasmare le platee del calcio amatoriale: velocità, dribling, tiro, senso del goal, potenza fisica. Abbassa la testa, se ne frega, fa fuori 5 giocatori, il portiere e segna un gran goal. Riabbassa la testa dribla tre giocatori, appoggia a ciccio per un altro goal. Il campo, gli avversari, le ostilità, nulla conta, “segnare non è difficile per lui” spiegherà Scanna a margine “perché lui va e segna.”  Voto 9: Caffè e ammazza caffè