di Teo Molin Fop - Palestra Independiente Vicenza
Sabato scorso presso la Palestra Popolare Antirazzista di Brescia si è svolta una giornata di incontri di Muay Thai e Kick Boxing dedicata a Nelson Mandela, recentemente scomparso. E' stata una giornata molto interessante, perchè è stata l'ulteriore dimostrazione che l'esperienza delle palestre popolari è in continua crescita.
Si tratta di un fenomeno che ha cominciato a svilupparsi più d 15 anni fa in maniera “pioneristica”, se vogliamo, in alcuni centri sociali e che nel corso degli anni ha avuto una notevole espansione. Nascono all'interno dei centri sociali oppure dall'occupazione e dalla riqualificazione di stabili abbandonati. Se le prime esperienze erano principalmente di pugilato o di arti marziali in un'ottica strettamente “antifascista”, ora offrono corsi delle più svariate discipline, dalla muay thai al tessuto aereo, passando per ginnastica per bambini o anziani. Ogni palestra ha la sua storia, la sua autonomia, risponde ad esigenze che dipendono dal territorio in cui sono inserite, ma tutte hanno in comune il fatto di portare avanti un'idea di sport accessibile per tutti, sia dal punto di vista economico (con costi più bassi rispetto alle palestre tradizionali), sia dal punto di vista dell'antirazzismo e dell'antisessismo. Se poi entriamo nello specifico dell'insegnamento delle arti marziali e degli sport da combattimento, questi principi si traducono nel rispetto dell'avversario, nella pratica sportiva come occasione per superare i propri limiti attraverso impegno e sacrificio. Nessuno viene visto come cliente o come persona da mandare al massacro sul ring, senza avere la preparazione per affrontarlo.
La giornata di Brescia, come in altre occasioni, ha mostrato che queste palestre non hanno nulla da invidiare agli ambiti delle federazioni ufficiali, ad esempio per quanto riguarda la Muay Thai. C'è una crescita qualitativa netta negli aspetti organizzativi, nelle competenze e nelle strutture. C'è sicuramente un'atmosfera migliore, più amichevole, ma allo stesso con la voglia di sfidarsi e di confrontarsi senza eccessi di competitività.
Se nella Muay Thai si sta riuscendo a costruire delle relazioni stabili e dei momenti comuni di incontro tra le palestre popolari del nord Italia, è altrettanto fondamentale confrontarsi per quanto riguarda la boxe e sul piano nazionale. C'è la necessità di mettere in comune competenze, esperienze, formazione e momenti di incontro.
Ogni palestra in piena autonomia fa le sue scelte, però bisogna partire dal fatto che non esiste un circuito amatoriale, né interno nè esterno alla Federazione Pugilistica Italiana. In poche parole non esiste un ambito, dove ci sia la possibilità di provare l'esperienza del ring per chi non sia sufficientemente bravo oppure non voglia intraprendere una carriera agonistica anche solo da dilettante. Tuttavia non è solo una questione di livello tecnico-sportivo degli atleti, infatti in Italia il Tennis e la Pugilato sono gli unici due sport, per i quali solo le società iscritte alle rispettive federazioni sono autorizzate ad organizzare eventi ed incontri. Quindi da un punto di vista legislativo, sia i corsi che tutti gli incontri organizzati nelle palestre popolari non federate sono fuorilegge, “clandestini”. Questa posizione monopolistica, per la boxe, trova origine dal fatto che, essendo uno sport rischioso per la salute degli atleti, deve essere praticato in ambiti con personale competente, sia tecnicamente che dal punto di vista medico. Partendo dal fatto che ciò è legittimo, dove sta scritto che solo la Federazione Pugilistica Italiana ha queste competenze?
E soprattutto perché si deve essere costretti a iscriversi a una federazione, di cui magari non si condividono le scelte e lo stile legato allo sport-business, anche solamente per poter organizzare un corso di pugilato o di prepugilistica con contatto fisico?
Il dibattito è aperto e questo 2014 sarà ricco di appuntamenti dove poter approfondire queste problematiche. A mio parere le palestre popolari hanno la capacità di cogliere questa sfida e di riuscire a costruire un circuito amatoriale per rendere accessibile a tutti il ring con qualità, capacità organizzative e mettendo al centro veramente la salvaguardia dell'atleta.
Sotto i video di alcuni incontri di Muay Thai durante la giornata di Brescia