Giallo Dozza Bologna Rugby – Misano 54 a 7
Questa partita del campionato di serie C2 di rugby non verrà facilmente dimenticata dai suoi protagonisti. Per i “padroni di casa” non è stata solo la seconda storica vittoria, ma è stata la prima volta davanti a un pubblico. Per chi pratica sport è normale che i propri familiari assistano alle partite, ma per i ragazzi del Giallo Dozza invece è stata un'importante conquista. Stiamo, infatti, parlando di una squadra composta interamente da detenuti, che disputa i propri match sempre in casa, all'interno delle mura del carcere “Dozza” di Bologna.
Il “Giallo Dozza Bologna rugby” nasce nel 2014 dalla collaborazione tra il Rugby Bologna 1928, la casa circondariale di Bologna e il provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria dell'Emilia Romagna. Come racconta il presidente, Stefano Cavallini, “il nome della squadra prende spunto dal colore del cartellino che nel rugby costringe un giocatore a rimanere fuori dal campo per 10 minuti per poi tornare a giocare. Vuole essere una metafora per indicare il carcere come quel momento al termine del quale poi si ritorna nel campo della vita”. Infatti il progetto si chiama “Tornare in campo” ed è aperto a tutti i detenuti dell'Emilia Romagna.
Dopo una preselezione eseguita dall'amministrazione penitenziaria, l'unico requisito richiesto per prenderne parte è il superamento di un test fisico. Hanno risposto all'appello una cinquantina circa di persone di 13 nazionalità diverse (Albania, Guatemala, Italia, Libia, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Polonia, Romania, Santo Domingo, Svizzera, Tunisia). Sono previsti tre allenamenti settimanali più una seduta tecnica-teorica con proiezioni di filmati e lezioni di regolamento da parte di arbitri ufficiali, perchè quasi nessuno aveva mai giocato o conosceva il gioco del rugby.
Nonostante questa difficoltà iniziale, la squadra, allenata da uno staff tecnico messo a disposizione dal Rugby Bologna, è riuscita a vincere la sua prima partita contro il Rugby San Marino per 14 a 5. “Questo risultato è stato possibile grazie alla grande determinazione dei ragazzi. All'inizio degli allenamenti parlavano sempre di 'io', ora invece parlano di 'noi'”, racconta Cavallini.
Lorenzo Piazza, team manager, sottolinea che “come è tradizione di questo sport, anche nel caso del Giallo Dozza a fine partita avviene il terzo tempo, dove le due squadre si fermano a mangiare e bere assieme. Questo momento è molto importante, soprattutto per le squadre avversarie, perché aiuta a smitizzare lo stereotipo del galeotto”. Ad esempio il terzo tempo al termine dell'incontro con il Misano si è trasformato in una festa, a cui hanno potuto partecipare anche i familiari dei detenuti.
Creare squadre di detenuti ha una funzione importante, perchè crea una relazione tra “dentro e fuori” il carcere, costruendo progetti che hanno una funzione educativa non solo per i detenuti, ma anche per chi, dall'esterno, non conosce questo mondo. Ciò non è né scontato né facile, perché le squadre avversarie devono seguire particolari procedure di sicurezza per poter disputare una partita con il Giallo Dozza. Oltre a giocare due volte in trasferta, ad esempio non possono entrare con i cellulari e i giocatori devono essere scortati dagli agenti penitenziari.
“Giallo Dozza” non è la prima esperienza di questo tipo, dal 2011 è attiva La Drola rugby Torino e dal 2013 i Bisonti rugby di Frosinone, ma, come tutte le altre, condivide la necessità di raccogliere fondi per sostenere i costi di iscrizione al campionato e le spese per l'acquisto dell'attrezzatura sportiva. Per questo motivo ad aprile è nato il “Club degli amici del Giallo Dozza”, finalizzato alla raccolta fondi per l'iscrizione alla prossima stagione. Il primo sostenitore è stato il gruppo ultras bolognese “Forever Ultras”, che ha devoluto l'intero incasso del pranzo di pasquetta. In questi giorni, in cui sulla stampa sportiva nazionale si parla esclusivamente di come il calcio italiano sia ostaggio degli ultras, casualmente questa notizia non ha avuto molto risalto.
*Maggiori informazioni e le cronache della partita si trovano nel sito del Rugby Bologna 1928, da cui abbiamo tratto le foto.