Nemmeno lo sgombero di giovedì scorso impedirà di festeggiare i 3 anni di attività di Scup a Roma questo fine settimana. La festa non si terrà nello stabile di via Nola 5, ma nei tre capannoni dell'ex-mercato ortofrutticolo vicino ai binari della stazione Tuscolana, occupati giovedì sera al termine di un corteo cittadino molto partecipato.

Quello che ci ha colpito di più è stata la risposta immediata, la forte solidarietà manifestata sia sul piano nazionale, che su quello cittadino da tutti quelli che vivono o hanno attraversato in questi anni lo spazio di Scup”, ci racconta Giuliano, insegnante del corso di Capoeira presso la palestra popolare. “1000 persone di giovedì pomeriggio a Roma non si vedono tutti i giorni, c'erano dagli allievi della palestra ai frequentanti dei corsi di teatro e lingua, da Emergency e Medici Senza Frontiere al Comitato di Quartiere 'Cinecittà Bene Comune' e Libera”.

L'occupazione al termine del corteo di uno stabile chiuso da più di 20 anni di proprietà di Fs è stata quindi la migliore e naturale risposta a uno sgombero che era sì nell'aria, ma non con queste tempistiche: “Tutta questa fretta probabilmente è dovuta dal fatto che stavamo diventando scomodi, stavamo ultimando un dossier sulla proprietà”, racconta sempre Giuliano, “il fatto che giovedì mattina le forze dell'ordine abbiano scortato delle ruspe per effettuare una demolizione dell'edificio di Scup senza alcun permesso formale rende l'idea del contraddittorio rapporto tra legalità e illegalità che c'è in questa città”.

I proprietari dello stabile di Scup sono gli stessi di “Best House Rom”, un magazzino senza finestre dove sono “ospitati” 300 rom. Si tratta di uno dei luoghi del business dell'accoglienza, ben descritto dall'indagine “Mafia Capitale”. In poche parole un lager vero e proprio, più che una “best house”, il cui affitto viene pagato dal Comune di Roma.

Lo spazio che abbiamo occupato giovedì sera, era pieno di sporcizia, ci saranno numerosi e consistenti interventi strutturali da fare, ma non ripartiamo da zero, anzi ripartiamo con una partecipazione raddoppiata e con altri nuovi progetti da avviare”. Giuliano aggiunge poi che “le attività della palestra per il momento stanno continuando all'aperto in Villa Fiorelli, oppure grazie all'ospitalità di altre palestre popolari o della zona. Questa preziosa ed importante rete di solidarietà che si è creata nei nostri confronti è l'aspetto più positivo di questi giorni”.

 

Chi pensava di porre fine a un'esperienza di costruzione di un'altra città è rimasto deluso.