Oggi sono due anni dalla morte di Carlo Petrini. Ex calciatore di Genoa, Milan, Torino, Roma e Bologna è stato coinvolto nel primo vero scandalo delle scommesse, insieme ad altri più o meno famosi di lui, negli anni ottanta. La maggior parte di loro, quelli che il sistema calcio decise di sacrificare, chiusero col calcio. La gustizia sportiva ci andava certo più pesante allora, ma sempre con quell'occhio di riguardo per chi conta di più.
La sua vita dopo il calcio è stata caratterizzata dalla voglia di raccontare, indagare e cercare di comprendere al meglio il mondo di cui aveva fatto parte. Lo ha fatto coi suoi libri e con i tanti incontri che ha fatto in tutta Italia presentandoli. Ma la sua vita è stata indelebilmente minata dai farmaci che in carriera gli sono stati somministrati durante la carriera e le malattia che lo ha non poco condizionato e portato via ancora giovane.
In questi giorni si è tornato a sussurrare qualcosa sull'argomento scommesse in vista del rientro in attività di alcuni giocatori squalificati nell'ultima tornata di scandalo scommesse. Hanno detto la loro Dalla Bona che critica senza mezzi termini il "sitema calcio" italiano e Meggiorini che nel Bari di cui tanto si è parlato ha pure giocato. Anche lui non è stato molto tenero con i vari Masiello e soci.
Rivedere e ascoaltare oggi le sue parole non può che fare bene. A quando però, un dibattito serio su certi argomenti?