Il doping, a seconda di come lo guardi, ha diverse letture. Può essere una truffa, un business, l’unica rivincita, una scorciatoia, un rischio per la salute, insomma è un tema complesso, che cambia a seconda di chi è lo spettatore.
Oggi, vedendo le paginate su Pantani, le accuse o i commenti pro-pirata, mi sono chiesto cosa fosse per il tifoso. Non è la prima volta che me lo chiedo, ma quello che mi ha stupito è che mi sono reso conto che se per l’atleta, l’allenatore, l’addetto ai lavori, è forse uno o una molteplicità di quegli aspetti sopraccitati, comunque c’è della chiarezza in quello che motiva il singolo addetto ai lavori, per quanto riguarda il tifoso si entra in una sfera più indefinita. Di colpo ci si trova a parlare di tradimento e ricordi incancellabili che vorresti riscrivere a tutti i costi, ma purtroppo non puoi.
Una volta ho sentito dire a uno che l’idea che Andreotti fosse davvero il grande vecchio, misto mafia-massone-p2, sarebbe stato un brutto colpo, perché per anni, quasi una vita per alcuni, sarebbero stati manipolati da uno così. Credo che lo stesso approccio ce l’abbiano in diversi anche con Viagroni. È come quando scopri il tradimento di un partner, puoi ricostruire quanto vuoi, ma qualcosa si è intaccato, e se il tradimento è prolungato la cosa è difficile, direi quasi impossibile Ancora una volta vorresti riscrivere ciò che non puoi. Tornando al povero tifoso e all’accorata difesa o all’altrettanto feroce attacco, ci si trova di fronte a uno sfogo che sembra prendere in mano la storia dell’atleta di turno, ma in realtà è solo un egocentrico tormento. Davvero quelle emozioni erano tutte stupide, ingenue, naif? Aveva ragione la mamma che si avvicinava e diceva”tanto son tutti uguali?” Eppure le palpitazioni che sentivi, gli incitamenti (anche di fronte alla tv) erano la tua vita più vera. Ecco il punto, il doping cancella parte di te, non solo per chi ne fa uso o lo somministra, ma anche per chi impotente si fida. Lo stesso discorso si potrebbe fare con le truffe calcistiche che ciclicamente ritornano. Perciò, e lo dico da persona che l’unico nome di ciclista che ha fatto entrare nei propri racconti è quello di Pantani (e non certo in maniera ostile) e che ieri si è sorbito in tv un doppio patetico Juve Milan e Juve Sassuolo, quando scriviamo di doping e atleti del passato, non stiamo difendendo loro, ma noi stessi, quella parte di noi che no vorrebbe mai essere tradita. Tutto ciò a prescindere da come vanno le cose, che Pantani sia stato sfruttato e abbandonato, che lo stesso sia successo a Maradona, questo è un per di più, una cosa per scrivere libri, commentare, ma quello che brucia è altro. Per questo, pur consapevole che continuerò a guardarmi i vari eventi sportivi che la televisione mi proporrà, consiglierei a tutti i tifosi di praticare uno sport come gli atleti della SanPre o di quelle polisportive che ruotano attorno al mondo dell’associazione Sport alla Rovescia. Questa volta non tanto per la salute o la politica (o se volete ancor di più), ma perché quelle magre e rare vittorie, nessuno ve le potrà mai togliere o mettere in discussione, nemmeno tra cento anni, quella parte di voi che pulsa, non avrete mai il timore di doverla cancellare.