In queste settimane il ministro della Giustizia brasiliana Josè Eduardo Cardozo dopo avere incontrato i segretari per la sicurezza degli stati di Rio de Janeiro e Sao Paulo, Josè Mariano Beltrame e Fernando Grella ha annunciato che saranno prese misure repressive ancora più dure per chi manifesterà in modo violento il proprio dissenso contro il governo di Dilma Rousseff e le sue politiche. Una partnership, questa, fra governo e stati che prevede un protocollo d'azione comune tra le istituzioni ma che non mette in discussione in nessun modo i metodi e le procedure con le quali essi affrontano i manifestanti.
Dopo le manifestazioni delle settimane scorse, attraversate da milioni di persone in tutto il Paese, contro la violenza e la repressione della PM e degli squadroni della morte a seguito dell'uccisione di un ragazzo nella periferia di Sao Paulo, arriva adesso un'altra batosta per gli uomini e le donne che da mesi ormai chiedono diritti, dignità ed uguaglianza economica e sociale in vista dei campionati del mondo. Domande alle quali il governo brasiliano continua a rispondere con una dura repressione non solo legislativa.
Addirittura il deputato Miro Teixeira (PDT - RJ) propone l'inasprimento delle pene per il reato di terrorismo per coloro che si renderanno protagonisti di scontri durante le manifestazioni. Con pene richieste che vanno dai 24 ai 30 anni di reclusione. Il reato di terrorismo, voluto fortemente dalla FIFA e dagli organizzatori dei mondiali 2014 che era stato cancellato dopo la caduta della dittatura militare, viene introdotto con il PL 728/2011 e prevede pene già durissime per chi promuove "il panico generalizzato".
Ricordiamo che in Brasile sono già stati spesi 27,4 miliardi di reais (circa 9 miliardi di euro) per i mondiali e fino a giugno 2014 questa somma aumenterà fino ad arrivare a 33 miliardi di reais.
Da quando il Paese ha stipulato l'accordo con la FIFA, il governo continua a creare leggi provvisorie per garantire gli interessi di quest'ultima e dei suoi partner permettendo che stati e municipi si indebitino più del consentito dalla legge di responsabilità fiscale per investire in opere per la rassegna iridata calcistica.
Alcune di queste leggi create appositamente per gli interessi della FIFA sono:
- zone di esclusione: la FIFA stabilisce un'area in un raggio di fino a 2 km intorno allo stadio come suo territorio dove può controllare la circolazione delle persone, la vendita dei prodotti e fiscalizza i marchi che considerano di loro proprietà. Grazie a questa legge è stato sgomberato violentemente più volte il Museo indigeno accanto al "Maracanà".
- esenzioni fiscali e eccezioni legali: la creazione di punizioni e classificazioni di crimini per proteggere gli interessi della FIFA. Ad esempio bar, ristoranti e locali non potranno pubblicizzare i mondiali con simboli e marchi di proprietà della FIFA.
- opere statali e municipali contro l'interesse della popolazione: forti contestazioni sono arrivate dopo la costruzione di un mega acquario a Fortaleza senza rapporto archeologico e con diverse carenze nel EIA-rima (studio e segnalazioni sull'impatto ambientale) costato 280 milioni di reais (97 milioni di euro circa) senza tenere conto che il Cearà vive una delle sue peggiori siccità della storia.