Lo stadio Pacaembu di Sao Paulo del Brasile

Domenica sono stato allo stadio Pacaembu di Sao Paulo e ho visto il Santos perdere contro il piccolo Paulista. Al quale è andata tutto bene, bisogna dirlo. Una pioggia violenta che ha reso il campo un acquitrino, la fortuna di trovare il goal alla prima occasione e la più grande nel trovare il raddoppio con un tiro incredibile. Il pubblico “santista” ha capito e ha continuato a sostenere la squadra. Sempre. Fino all'ultimo. Un bell'insegnamento. L'ennesimo.

In questa due giorni di calcio brasiliano, il Sao Caetano di Rivaldo (ma quanti anni ha?) costringe al pari il Corinthians di Pato e Paulinho, ancora in goal. Rogerio Ceni, il portiere goleador, segna l'ennesimo goal su punizione che risolve la partita del Sao Paulo. Il Botafogo rimonta due goal e vince, Seedorf ancora protagonista.

Il piazzale antistadio del Pacaembu di Sao Paulo

Ma quello che di questa domenica che maggiormente mi ha colpito è accaduto in Italia. Gli odiosi cori contro Balotelli a Milano, sponda interista, e quanto accaduto ad Abano Terme, in provincia di Padova. Tutto nel segno di razzismo e fascismo. Inquietante, devo dire.

Ancora di più visto da qui, dove calcio e cultura del Paese si fondono in maniera indissolubile.

Qui inteso come latino America, visto che ora mi trovo in Argentina..

Quanto è accaduto a Milano mostra ancora una volta la miopia del tifoso e quanto possa essere negativo il tifo contro. Balotelli è uno che sicuramente fa poco per rendersi simpatico, ma questo non vuole dire nulla. Acquistato dal Milan per evidenti ragioni di campagna elettorale del suo Presidente, con la maglia nerazzurra ha vinto diversi titoli. E siccome nel calcio di casa nostra conta solo vincere, il signor Mario Balotelli con la maglia dell'Inter ha vinto qualcosa come tre scudetti, una Coppa Italia e una Champions League. Se era possibile fosse un nero italiano prima, come può non esserlo più ora?

Ma ancora più triste il week end calcistico italiano lo ha reso l'episodio di Abano Terme. Un saluto fascista dopo un goal. Chiaramente i commenti sono stati che è stata una goliardata, una cosa fatta per fare piacere al fratello del giocatore, che, come confessato dallo stesso, ha simpatie (???) neonaziste.

Non c'è molto da dire a proposito. Sarebbe bello che la federazione fermasse il giocatore per diverse partite e lo costringesse a un bel corso di storia. Magari portandoci anche il fratello..

Ma questo non accadrà, ne sono certo. Non il corso di storia, figuriamoci, ma la squalifica..

Rimane non solo l'amaro in bocca, ma di più, consentitemi di dirlo, la delusione cocente nel vedere come il calcio possa passare dall'essere socialità e cultura a megafono per le peggiori depravazioni.

Non è tutto perfetto neppure nel calcio qui, ma certe brutture, statene certi, è dura che si possano verificare.

Della giornata andata in Brasile rimangono grandi goal e le prestazioni di giovani campioni quanto di stelle “evergreen”. Nella serie A la giornata si ricorderà per il dito medio di Rossi, la maglia gettata da Viviano e i cori contro Balotelli. Poi se si scende di categoria, si scende anche di livello generale, non solo calcistico.

Se questo è lo stato di salute del calcio italiano, a confronto la crisi economia è l'ultimo dei mali. Non solo perché c'è chi senza soldi ma con tanta creatività riesce a portare avanti, con lo sport, valori e percorsi diametralmente opposti a quelli che stiamo commentando, ma perché se è questo lo stato di salute del calcio italiano, che riesce a fare parlare di sé solo in queste occasioni, si può dire che siamo messi molto male?

La bella scritta che campeggia all'uscita delle tribune del Pacaembu.