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Di Mauro Valeri
L’ultima uscita di Arrigo Sacchi sembra confermare che, nell’ambiente calcistico “che conta”, al peggio non c’è limite. Due le stupidate dette dal Mister. La prima è la convinzione che “troppi” calciatori stranieri impegnati nei campionati italiani, finiscano per indebolire il “calcio italiano” e, in particolare, la Nazionale.
La stampa internazionale sta riportando in queste ultime ore le foto di noti atleti neri dello sport americano che indossano le magliette con la scritta “I can’t breathe”, l’ultimo sussulto dell’afroamericano Eric Garner prima di morire soffocato da una presa di un poliziotto di New York. Sullo sfondo anche le morti recenti, con evidenti responsabilità da parte della polizia statunitense, di Michael Brown, Tamir Rice, Akai Gurley ed altri ancora.
A volte capita che siano ad essere gli atleti o giocatori ad esprimere il loro dissenso contro le forme di razzismo all’interno dello spazio dove vanno a giocare.
Se in Italia il "rilancio" del calcio deve passare per le mani e le idee di Tavecchio stiamo messi male.
“Ogni fine settimana riceviamo insulti razzisti. Adesso basta, così non si può giocare!”. È questo che ha denunciato il Casablanca, squadra composta interamente da giocatori di origini marocchine che partecipa al campionato di calcio a 11 Uisp di Forlì-Cesena, minacciando il ritiro dal campionato.
Quando si tratta di discriminazione c’è sempre il rischio di passare per censore. E’ un rischio che però è bene correre, proprio perché le parole hanno un peso particolare. Oggetto del contendere è un coro fatto dai tifosi della Juventus nell’ultimo incontro contro l’Inter, che ha come protagonista il presidente nerazzurro, l’indonesiano Thoir. La canzoncina fa così: “Thohir, Thohir, Thohir, Thohir ti hanno visto a piazza Duomo che vendevi souvenir”.
Il dibattito sulla discriminazione territoriale ha assunto toni paradossali, che provo a ricapitolare, avanzando anche alcune proposte.
Quello che è successo la sera di giovedì 23 maggio all'interno del Palaflaminio di Rimini nella semifinale del torneo Uisp tra la Clementino Cno Santarcangelo e la Eukanuba squadra di Carlton Myers è un fatto gravissimo.
A giugno la UEFA svolgerà i campionati europei Under21 in Israele e molti si domandano se la scelta sia stata corretta.
Domenica sono stato allo stadio Pacaembu di Sao Paulo e ho visto il Santos perdere contro il piccolo Paulista. Al quale è andata tutto bene, bisogna dirlo. Una pioggia violenta che ha reso il campo un acquitrino, la fortuna di trovare il goal alla prima occasione e la più grande nel trovare il raddoppio con un tiro incredibile. Il pubblico “santista” ha capito e ha continuato a sostenere la squadra. Sempre. Fino all'ultimo. Un bell'insegnamento. L'ennesimo.
Oltre ad essere il racconto della partita giocata martedì scorso, questo articolo racconta come sia difficile per un rifugiato o un migrante riuscire a giocare quando non hai ancora lo status giuridico non ancora definito completamente...
Una delle novità di questi ultimi mesi sono i messaggi razzisti su twitter, che hanno interessato anche il mondo dello sport. I primi segnali erano arrivati dall’Inghilterra.
20 e 45! O mamma mia sta cominciando la tanto attesa semifinale tra Germania e Italia; più o meno in contemporanea Monti e la Merkel si scambiano un sorriso cortese ma pieno di tensione.
La Nazionale ad Auschwitz e a Birkenau. Una visita che ha commosso gli azzurri, come recitano i titoli dei giornali. Idea che è sicuramente partita dal c.t. Cesare Prandelli, che aveva già portato gli azzurri in Calabria ad allenarsi in un campo sorto su un terreno confiscato a una cosca del posto, e ora gestito dall'associazione Libera, di Don Ciotti. Ben vengano questo tipo di iniziative, se sono sincere e sentite. Meno se servono solo per l'immagine, ma Prandelli non mi sembra il tipo.
A cura di Mauro Valeri
Il recente episodio accaduto in seconda categoria, come troppo spesso accade, è riuscito a guadagnarsi una qualche attenzione solo per il coraggioso quanto eclatante gesto messo in atto dalla società giovanile Rimini. Ovvero, la “minaccia” di ritirare la squadra dal campionato per i continui insulti razzisti che ricevono i giocatori. Nulla di nuovo, anche nell’atteggiamento del presidente del Comitato provinciale della Figc di Rimini, che non solo ha minimizzato l’accaduto ma ha anche avanzato illazioni che quello del razzismo sia una semplice scusa per nascondere altri problemi.
E’ probabile che i motivi che hanno spinto Fabio Capello a lasciare, dopo quattro anni, la panchina della Nazionale inglese vadano ben oltre il caso Terry, e che invece rimandino agli scarsi risultati ottenuti a e al non bel gioco fatto vedere in Inghilterra. Prima di essere cacciato, ha preferito andarsene lui. Ma sarebbe altrettanto sciocco pensare che l’aver scelto proprio il caso Terry per uscire di scena sia casuale. Ricordiamo brevemente i fatti.