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Le partite di calcio non sono tutte uguali. Anche se a recitare in campo ci sono almeno da una parte quasi sempre le stesse persone, il copione è ogni volta diverso. Soprattutto a questi livelli, quando non si ha alcuna conoscenza degli avversari, non si sa mai quello che davvero può accadere sul rettangolo di gioco. Disputiamo la terza partita in una settimana, non è poco anche per chi come me passa ormai buona parte del suo tempo seduto su quella sedia fredda, di plastica rossa sbiadita dal sole e dalla pioggia, incastrata dentro un sarcofago in mattonelle rosse e cemento che noi ottimisti continuiamo a chiamare panchina.
1/11/2013 Campo Santilli, Osimo
OSIMO FIVE - KONLASSATA ANCONA 2001 4-2 (OMOKARO ISRAEL, BUCUR EDUARD)
OSIMO FIVE: Fiorani, Cela, Persiani, Mazzieri, Ulisse, Pesaresi, Scarponi, Agostinelli, Di Carlo, Baiocchi, Guerrini. In panchina: Santolini, Capomasi, Scansani, Vescovo, Di Carlo.
KONLASSATA ANCONA 2001: Gjeko, Luchian, Ciarrocchi, Coman, Ndiaye, Omokaro, Stoian, Salazar, Bucur, Gjini, Santiago. In panchina: Ciampi, Chaari, Zappalà, Palombi, Gjoni, Iannuccilli, Jawo.
Bravo amore. Due parole risuonano nel vuoto autunnale del centro sportivo Pontelungo di via Agucchi. Due parole che mi servono per tornare sulla terra, per riprendere il controllo delle emozioni, dei peli sulle braccia rizzati, come per i cani che scuotendosi si asciugano il pelo dopo l’acquazzone. Sono appena rientrato a casa, è mezzanotte ormai passata e anche se domani devo svegliarmi all'alba voglio scrivere subito questa rubrica, almeno abbozzarla, per non perdere l’attimo che ancora mi sembra di sentire. Non sto esagerando, il nostro è il calcio delle periferie, senza pensieri, l’abbiamo detto tante volte, ma la partita di oggi è stata una cosa diversa, la partita più vera che ho visto in questi quattro anni di storia, una vera partita di calcio che avrebbe meritato di essere vista da tutti e magari raccontata da una penna migliore della mia.
E' una lunga settimana quella che conduce la saNpre capolista alla trasferta di Villanova…e non prevede solo preparazione e tattica . Mercoledì infatti, fra un allenamento e l’altro, c’è la nostra champions league: il lancio della campagna I.V.O. in risposta alla sfilza di stupidi divieti del neo sindaco Ivo Rossi: vietato distirarsi a terra e sopra le panchine, stendere il bucato nelle terrazze del centro, bere bevande alcoliche in zone ad hoc. C’è spazio pure per la guerra alle biciclette , una scelta che, nella città più inquinata d’europa, è davvero da illuminati. La prima tappa della campagna è cosi l' occupazione e la riapertura del cinema Concordi, uno dei tanti spazi culturali che hanno fatto la storia di questa città venendo poi abbandonati ad anni di polvere e porte sbarrate, ad un destino grigio che nel migliore dei casi , prevede la trasformazione degli ex cinema nei nuovi protagonisti della vita sociale di questo bel paese……i centri commerciali!... vedi Altino! E se tutto questo col calcio sembra centrare poco, in realtà centra eccome , almeno per la nostra polisportiva nata e cresciuta all’insegna di un legame anomalo fra calcio e società che continua a piacerci molto…
La settimana, senza se e senza ma, è una di quelle terrificanti: lavoro intenso, qualche incomprensione, sogni sparsi, allenamenti, partita anticipata al venerdì e, dulcis in fundo, manifestazione a Roma.
La quarta di campionato è una delle trasferte più distanti. 25 km di Statale del Santo. Pallido sole ad illuminare l’alternarsi di zone industriali, argini, campi, patronati . Il compagno Galta, che è indicatore di condizioni meteorologiche e stradali, oggi non risponde. Mi ritrovo smarrito nel mio abitacolo con migliaia di direzioni davanti, ma con qualche aiuto da casa m’incammino sulla retta via. Vigonza, Campodaresego, Borgorico, Camposampiero…sento avvicinarsi la meta che raggiungo puntuale come non mai. eccola, Loreggiola! I compagni arrivano al campo in corteo, sembran la banda di suonatori in 8 e ½. Comincia il rituale domenicale. Saluti tana, silenzio: creiamo la tensione giusta. Mister Max si inoltra in discorsi come sempre brevi e concisi…………………………………………………. Numeri e divise, poi, fuori dal tunnel, il campo verde. Ci ritroviamo in fila a salutare il pubblico. Si studia la squadra avversaria fino a che il fischio spezza l’ aria e spazza via tutti i pensieri. Si comincia.
La Gazzetta dello Sport il 10 ottobre ha pubblicato i risultati di un sondaggio svolto su 50 calciatori di diversi club italiani di Serie A (circa il 10% dei calciatori di Serie A).
Tra i vari temi affrontati troviamo anche quello dell’omosessualità.
Basta silenzi complici.
Solidarietà a tutti gli
antifascisti
Proprio ieri scrivevamo in merito alle polemiche dell' ITUC (Confederazione Internazionale dei Sindacati) verso la FIFA e gli organizzatori dei mondiali in Qatar 2022. Oggi, 26 settembre, è stato pubblicato sul "The Guardian" un documentario su questa "nuova schiavitù".
C’è un po’ di confusione nell’ aria … c’è un po’ di quell’ ansia che precede gli avvenimenti , grandi o piccoli che siano. Ci sono sorrisi pieni dI aspettative, gambe tese, maglie granata che ritornano fuori dalla cesta come conigli , dopo la lunga pausa estiva. E poi i pensieri che si mischiano alla velocità della luce nelle nostre testoline in attesa. Poi…ci si siede sulle panche dello spogliatoio , ci si guarda negl’ occhi, si comincia a respirare all’unisono e tutto ciò che non fa parte della squadra passa oltre, lontano. Piano piano ci si dimentica della grande giornata veneziana , dei piccoli corpi in laguna a fermare i giganti del mare .Succede ancora, 2000 anni dopo , che Davidesconfigga Golia ed irrida il suo stupore con un gran sorriso sulle labbra. Ma ci si dimentica pure del resto, di crisi e malanni, di gioie ed
affanni. Tutto viene risucchiato nel silenzio che accompagna i corpi a scaldarsi, il silenzio che precede la partita d’esordio. Nuova stagione , nuova squadra, vecchio stadio, stessa anima anomala pronta a dar battaglia. L’ Appiani comincia a gremirsi , precari alle porte, la prima di un nuovo viaggio è Sanprecario - Valsugana.
La prima squadra di calcio italica ad ospitare dei giovani talenti non provenienti dallo stivale fu il Genoa. Anno 1898. A quei tempi il calcio era uno spettacolo piuttosto elitario. Nel senso che poche squadre erano nate e l’atmosfera respirabile poteva essere paragonabile ad un accesissimo match di volano. Il calcio era una roba da pionieri e Genova, città marittima e vogatrice per vocazione, cosa volete importasse il football all’inglese. Ed invece i motivi non li sappiamo, sappiamo solo che all’ombra dei Doria calarono dei ricchi bevitori di brandy a formare mezza squadra del Genoa.
Con uno sguardo sempre attento ai prossimi mondiali in Brasile e alle proteste che stiamo seguendo costantemente ecco che spunta di nuovo lui, il Presidente della FIFA Joseph Blatter.
Dopo un anno straordinario per chi ha avuto il coraggio di seguirci, inizia una nuova avventura per la seconda squadra di Bologna, la nostra squadra del cuore.
A settembre i nostri Leoni hanno cominciato la preparazione sotto la guida del nostro inossidabile Simone, io in pratica ho saltato tutte le sedute tranne una, forse la più inutile.
Da giugno ad oggi sono successe tante cose: un po’ di mare, tanti contatti, tanto lavoro, qualche cambiamento e anche qualche sbandata, un po’ di cose ancora sono da mettere a posto.
UNA QUESTIONE DI FEDE
(Liberamente ispirato da una storia vera)
Scuola calcio di avviamento allo sport come scuola di vita per l’accoglienza e l’inclusione sociale.
Quando nell'estate del 1997 Luis Nazario Da Lima, meglio conosciuto come Ronaldo, passò all'Inter dal Barcellona, nella favela di Rocinha ci fu una grandissima festa.
Un tempo, gli amanti del calcio si mettevano sotto l’ombrellone d’agosto e sfogliavano la Gazzetta per vedere le novità sulla loro squadra di calcio. Gli ultimi acquisti venivano inseriti in maiuscolo accanto ai giocatori che già militavano in quella squadra, così la nuova formazione, con quei nuovi giocatori in risalto, era pronta a farti sognare.
“In Italia è più facile trovare pentiti di mafia che di calcio. La Sla non è solo un problema italiano: Uefa e Fifa si attivino per avviare un’indagine epidemiologica. Qui non si tratta di criminalizzare il calcio, però nemmeno di assolverlo a priori”.
RAFFAELE GUARINIELLO