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“C'è un clima di totale sfiducia da parte dei tifosi, in generale. A Genova poi, dove sono abituati a vedere la squadra lasciarsi andare ogni fine campionato. E il tifoso si accorge, sa che non sempre le cose sono andate come avrebbero dovuto. Di partite chiacchierate sul conto del Genoa, per via della vicenda scommesse, ce ne sono tante. E possono succedere cose come queste”.
In Israele ultimamente si sono accesi gli animi nei campi da calcio. Visto che anche là, come nelle gran parte dei campionati dei paesi della UEFA, si sta giungendo al termine della stagione, le partite si fanno decisive e di conseguenza sale il nervosismo tra gli atleti.
E’ una serata calda dello scorso giugno. Sono al telefono con Carlo quando mi confida che di lì a una decina di giorni si dovrà sottoporre a un delicato intervento alla testa. Mi ripete che è una cosa che deve fare ma non sa poi, dopo l’intervento, cosa succederà. E mi dice: “Perché non vieni a farmi una bella intervista? Un video. Sai, non so come andrà questo intervento, e mi piacerebbe farla con una persona di cui mi fido. Ne ho fatte tante, è vero, ma tutte hanno omesso delle cose, hanno tagliato pezzi che invece avevano una loro importanza per me, e questo non mi sta bene”.
Pratica guida alla figura di Giorgio Chinaglia
So che può non sembrare elegante quello che sto facendo, ma è da ieri che sento e leggo cose talmente inesatte che non riesco a trattenermi, per di più terrorizzato dall'idea di trovarmi magari, tra qualche anno, al cinema a vedere il romanzo di un calciatore che è sì esistito, ma che viene raccontato come non è..stato.
Intervista a Marco Zanella
Marco Zanella è il presidente della Porcenese, una squadra della provincia di Belluno. Sono iscritti al campionato di calcio CSI che stanno tutt’ora disputando.
E’ un po’ che mi chiedo con che stato d’animo dirigenti, allenatori e giocatori stiano affrontando questa fase di campionato.
Non fraintendetemi, non mi riferisco a questo periodo perché è quello dove si decidono, sul campo, le sorti di quella o questa squadra.
A cura di Mauro Valeri
Il recente episodio accaduto in seconda categoria, come troppo spesso accade, è riuscito a guadagnarsi una qualche attenzione solo per il coraggioso quanto eclatante gesto messo in atto dalla società giovanile Rimini. Ovvero, la “minaccia” di ritirare la squadra dal campionato per i continui insulti razzisti che ricevono i giocatori. Nulla di nuovo, anche nell’atteggiamento del presidente del Comitato provinciale della Figc di Rimini, che non solo ha minimizzato l’accaduto ma ha anche avanzato illazioni che quello del razzismo sia una semplice scusa per nascondere altri problemi.
Gianfrancesco Turano smonta la teoria secondo la quale i presidenti di Serie A facciano questo tipo di attività per passione, per mecenatismo. Senza un tornaconto o un guadagno diretto.
In "Fuori Gioco", edizione Chiare Lettere, vengono svelati retroscena che ci dicono quanto sia infondato questo assunto.
Quasi un anno fa, proprio su questo blog, avevamo raccontato della partecipazione alla “rivoluzione egiziana” di numerosi tifosi di calcio. Tra loro, i più attivi erano gli ultrà e qualche giocatore dell’Al Ahly de Il Cairo, la squadra egiziana più blasonata (36 scudetti vinti). Dopo un anno, nonostante Mubarak era stato costretto a dimettersi, è arrivata la vendetta.
E’ probabile che i motivi che hanno spinto Fabio Capello a lasciare, dopo quattro anni, la panchina della Nazionale inglese vadano ben oltre il caso Terry, e che invece rimandino agli scarsi risultati ottenuti a e al non bel gioco fatto vedere in Inghilterra. Prima di essere cacciato, ha preferito andarsene lui. Ma sarebbe altrettanto sciocco pensare che l’aver scelto proprio il caso Terry per uscire di scena sia casuale. Ricordiamo brevemente i fatti.