Pratica guida alla figura di Giorgio Chinaglia

So che può non sembrare elegante quello che sto facendo, ma è da ieri che sento e leggo cose talmente inesatte che non riesco a trattenermi, per di più terrorizzato dall'idea di trovarmi magari, tra qualche anno, al cinema a vedere il romanzo di un calciatore che è sì esistito, ma che viene raccontato come non è..stato.

Sto uscendo dal seminato, me ne rendo conto. Quindi andiamo al dunque.

Giorgio Chinaglia è morto il primo Aprile in Florida. Stava sfuggendo, tra agli altri, alla magistratura romana. Accuse: estorsione ed aggiotaggio, riciclaggio e rapporti con la camorra. Queste i vari capi di imputazione, mentre il procedimento d’arresto era partito nel 2008. Da lì la fuga. Il tutto per avere cercato di "scalare" la Lazio, con soldi che dapprima sembravano di dubbia provenienza, e che poi si è appurato essere denaro da riciclare; frutto di traffici illeciti della camorra.

E cosa c'è di meglio di una squadra di calcio per fare una operazione del genere? Lo sappiamo bene che è un buon modo .

E la Curva Nord che lo ha incitato, per poi sapere che alcuni esponenti di quei gruppi, tutti di ultra destra, che cavalcavano, e non senza interesse, il piano di Long John, erano collusi all'affare. Quanta passione per quell'aquila nel cielo, ci verrebbe da dire...

Con Bettega è stato tra i primi migranti di lusso. Il primo in Canada, lui ai Cosmos di Pelè, negli USA.

Oggi i giornali americani lo ricordavano come un personaggio carismatico più di O' Rey, figuriamoci un po'.

Allenato da Maestrelli ha vinto il primo scudetto biancoceleste. Era il 1974. In quella squadra c'erano Polentes, Facco, Inselvini, Manservisi e Franzoni come riserve, ma soprattutto un giovane D'Amico, il napoletano dal cognome inglese Giuseppe "Pino" Wilson, Frustalupi, Nanni e lo sfortunato Re Cecconi, che perse la vita per uno stupido scherzo, simulando una rapina in una gioielleria. Fu freddato da un colpo di pistola senza che neppure ci fosse il tempo di spiegare che era solo un gioco. La vita gli ha giocato un brutto scherzo. Morire proprio per un colpo di pistola, lui che come tutti i suoi i compagni ne portava sempre una con se. Perché sì, quella era la Lazio dei duri, fascisti dichiarati. Chinaglia era quello che meglio sintetizzava questo "spirito".

Da dirigente della Lazio aveva già fatto i suoi guai negli anni Ottanta, e anche dopo quell'avventura tante situazioni poco chiare, in società minori.

A questo punto voi ci chiederete, perché sto scrivendo e dedicando del tempo a questa questione?

E' semplice. E' una questione di memoria. Senza quella ci fanno bere di tutto, e non è mai una bottiglia per cui varrebbe la pena spendere una serata.