In Israele ultimamente si sono accesi gli animi nei campi da calcio. Visto che anche là, come nelle gran parte dei campionati dei paesi della UEFA, si sta giungendo al termine della stagione, le partite si fanno decisive e di conseguenza sale il nervosismo tra gli atleti.
Tra le altre cose, ad aumentare la tensione c’è la perenne problematica di alcune squadre mezze arabe-ebraiche mentre altre sono totalmente dell’una o dell’altra parte. Tutto ciò aveva comportanto che pochissimo tempo fa ci fosse stato un giocatore finito in ospedale, mentre dopo la partita, valida per la promozione in A, tra Hapoel Ramat Gan e Hapoel Bnei Lod, si è arrivati a una maxi rissa che ha coinvolto diciotto giocatori in campo, ma soprattutto ha avuto come conseguenza che venissero sospesi i campionati di serie A e B. Tralasciando ciò che sarebbe potuto succedere in questo paese, in seguito a una decisione analoga, è stato bello vedere intervenire il primo ministro Benyamin Netanyahu. Il primo ministro ha detto che è l’ora di farla finita, che così non si può continuare e soprattutto non c’è possibilità di miglioramenti. A suo dire, siccome a fare casino sono sempre i soliti giocatori, per chiudere ogni questione eliminando il problema alla radice, basterebbe intervenire su questi con bombe al grappolo e fosforo bianco, lasciando da parte i ben più patetici cazzotti, che bene che vada, dopo qualche giorno di ospedale, ripropongono il problema daccapo.