11 items tagged "gay"
Risultati 1 - 11 di 11
La scelta del presidente Obama di farsi rappresentare, nell’inaugurazione dei Giochi invernali di Sochi, da Billie Jean King ha sollevato un certo clamore, proprio per la storia di questa ex tennista che qui ripercorriamo brevemente.
di Mauro Valeri
Come preannunciato, una parte della “Campagna NoDiSex” accompagnerà le giornate delle olimpiadi invernali (dal 7 al 20 febbraio) con articoli che ricordano le storie di atleti e atlete omosessuali, transessuali e intersessuali che sono riusciti e riuscite a imporsi anche in campo sportivo, nonostante le discriminazioni e i pregiudizi.
Il primo articolo però vuole recuperare la storia di quello che è stato l’unico boicottaggio olimpico italiano contro le leggi antiomosessualità. Il caso vuole che questo boicottaggio sia avvenuto proprio a Mosca, all’epoca Unione Sovietica, nel 1980.
Giovedì 23 gennaio, presso il Cs TPO di Bologna, è stata presentata la campagna NoDiSex, acronimo del nostro “no alle discriminazioni per l'orientamento sessuale” nell'ambito sportivo.
Abbiamo scelto di lanciare questa campagna, su cui lavoravamo da tempo, alla viglia dei giochi Olimpici invernali di Sochi 2014 perché, chi come noi da anni si batte per sconfiggere qualsiasi tipo di discriminazione nello sport, non poteva non indignarsi e quindi attivarsi rispetto a quanto avvenuto nella Russia di Putin dove è stata approvata la terrificante legge che vieta la propaganda di “relazioni sessuali non tradizionali” e punisce attraverso multe pesanti, chi, le violerà.
Il coming out dell’ex centrocampista della nazionale tedesca e della Lazio Thomas Hitzlsperger, che dopo il ritiro ha rivelato la propria omosessualità in un’intervista a Die Zeit, magari non spezzerà il perdurante tabù omofobo del calcio (egli stesso ha confermato di aver atteso l’addio all’agonismo per renderlo pubblico), intanto però rappresenta un altro piccolo passo avanti. Nel calcio, in sostanza, si è passati dalla negazione dell’esistenza degli omosessuali ad una sorta di apertura, stile sì, ci sono, ma è meglio se nessuno lo dice.
di Pasquale Coccia - Alias - Il Manifesto 11/01/14
Sport. Mauro Valeri dell'Osservatorio sul razzismo parla delle misure intraprese per eliminare il problema dell’intolleranza. Gli esempi degli altri paesi europei
Negli ultimi mesi del 2013 numerose curve squadre di serie A sono state chiuse, per l’uso da parte degli ultrà di frasi razziste o discriminanti sul piano territoriale rivolti a tifosi o giocatori di una determinata area geografica. A campionato appena ripreso, abbiamo chiesto a Mauro Valeri, che dirige l’Osservatorio sul razzismo e l’antirazzismo nel calcio (Orac), se queste misure hanno sortito qualche effetto, se c’è spazio per una cultura antirazzista negli stadi o la partita è persa, e che cosa succede negli stadi europei dove giocano squadre di grande prestigio. Mauro Valeri, che insegna Sociologia delle relazioni etniche all’Università La Sapienza di Roma, ha pubblicato Black italians. Atleti neri in maglia azzurra (Edup,2005), Che razza di tifo. Dieci anni di razzismo nel calcio italiano, (Donzelli 2010), Stare ai giochi. Olimpiadi tra discriminazioni e inclusioni (Odradek 2012).
La Gazzetta dello Sport il 10 ottobre ha pubblicato i risultati di un sondaggio svolto su 50 calciatori di diversi club italiani di Serie A (circa il 10% dei calciatori di Serie A).
Tra i vari temi affrontati troviamo anche quello dell’omosessualità.
"A volte quando lotti per un ideale ti trovi solo. A volte ti demoralizzi e pensi che non cambierà nulla. A volte invece, e oggi è una di quelle volte, ti accorgi che molti altri sono al tuo fianco. Da un torneo di calcio si torna spesso a casa con i dolori che fanno eco in tutte le parti del corpo ma dopo avere partecipato ad "Un calcio alla rovescia" ci ritroviamo con l'animo carico di gioia, aspettative e coraggio nel percepire che le nostre battaglie sono condivise da tanti altri ragazzi che non si limitano a calciare una palla ma che utilizzano questo meraviglioso gioco come mezzo per superare ostacoli, pregiudizi e barriere che la società ci impone. Abbiamo partecipato ad un torneo di calcio ma ci ritroviamo con nuovi amici e compagni nel nostro cammino in cui resta ancora tanto da fare, ma oggi siamo più ottimisti."
«Sono un centro dell’NBA di 34 anni. Sono nero. E sono gay»
Con queste parole inizia il coming out di Jason Collins.
Il 29 Aprile il cestista afroamericano dei Washington Wizards nella NBA ha fatto coming out con una lettera scritta in prima persona pubblicata dalla rivista Sport Illustrated.
Collins è il primo atleta professionista di uno dei quattro sport a stelle e strisce (football, baseball, basket e hockey) a dichiararsi gay mentre è ancora in attività.
Ma anche tra gli altri sport più popolari al mondo (baseball, tennis, volley, rugby) gli atleti di sesso maschile ad essersi dichiarati gay mentre erano ancora in attività sono pochissimi.
Nel mondo sportivo femminile invece ci sono stati vari coming out: ricordiamo ad esempio Billie Jean King, Martina Navrátilová e Amélie Mauresmo nel tennis, Stacy Sykora nel volley, Sheryl Swoopes nel basket, Megan Rapinoe nel calcio.
A differenza del mondo sportivo femminile, in cui l’omosessualità è maggiormente accettata, in quello maschile permangono ancora forti pregiudizi e discriminazioni omofobe legati ad alcuni stereotipi molto diffusi.
Lo stereotipo che abbiamo dell’atleta di sesso maschile è quello di una persona che viene associata a caratteristiche quali forza e mascolinità. Per questa ragione risulterebbe difficile accettare un coming out: essere gay minaccia l’immagine degli sport maschili, soprattutto in quelli che rappresentano per eccellenza un simbolo di virilità e machismo.
A livello internazionale esistono pochissime indagini pubblicate su riviste scientifiche sull’argomento dell’Omosessualità nello Sport.
Tuttavia, i media sempre più frequentemente affrontano i temi dell’omosessualità e dell’omofobia nel mondo sportivo visti i crescenti coming out da parte di atleti ed ex atleti professionisti e a fronte anche di alcuni episodi e dichiarazioni a carattere discriminatorio e omofobo.
Sao Paulo du Brasil
Leticia è una giovane bellissima ragazza brasiliana. E la sua storia ha dell'incredibile, e non posso fare altro che cercare di raccontarla il meglio possibile. Sperando di riuscirci.
Elisa Virgili ha scritto “Olimpiadi. L’imposizione di un sesso” in cui osserva il mondo dello sport dal punto di vista degli stereotipi e della costruzione del genere. Per saperne di più l’abbiamo intervistata.