Il secondo goal di Balotelli alla Germania

20 e 45! O mamma mia sta cominciando la tanto attesa semifinale tra Germania e Italia; più o meno in contemporanea Monti e la Merkel si scambiano un sorriso cortese ma pieno di tensione.

Italia Germania a tutto campo e nonostante la distanza fra gli stipendi nostri , dei nostri campioni e dei capi europei , tifiamo, ci identifichiamo ed alle volte cantiamo pure l’inno che certo non sentiamo nostro fino in fondo se non in questo tipo di occasioni. Miracolo dell’eterno sport che è il calcio che fra passione e voglia di distrazione spinge in Italia , ed in Germania pure, a calar il silenzio ed attendere il fischio d’inizio.

 

Si parte , aria tesa: “la Germania non è l’Inghilterra” si pensa “ gioca bene davanti, ci sarà da soffrire” e subito si soffre; al 6’ Humels sparacchia da calcio d’angolo ed il pianista salva sulla linea. A grande rischio risponde enorme tranquillità: Pirlo! La partita è equilibrata, si lotta com’è bello veder fare, Balotelli prende falli, De Rossi diventa sempre più grande e li davanti si prova ad aprir per vie centrali la corazzata tedesca. Ci prova Cassano e poi quel Montolivo che così “ bello” non te l’aspetti, ma non va, giochiamo davvero bene ma non va! O ancora: “Sembra il S.Precario dei tempi d’ oro, quando giocavamo a S.Carlo”……..gli scettici mi guardano male e già se la prendono con quei due pazzi li davanti che “mancano di cinismo, mancano di cattiveria!” Non passa nemmeno un minuto dopo che Cassano fa un numero sulla sinistra, palla (una perla!) liftata che taglia l’aria e testa nera crestata giallo che buca la rete . Gol di Mario! Sorride, che bello! E Cassano rispose allo scettico : “Io so genio mentre tu non vali un cazzo!”.

20’ - Italia 1 Germania 0. Di nuovo palla al centro ma l’aria è più distesa , la Germania è confusa e noi no! Aggrediamo, ci crediamo ci prova Kedhira ma Buffon c’è e senza nemmeno accorgersene Montolivo fa 35 metri con un lancio e Balotelli è li, da solo , rallenta, si ferma : ”tiraaa!” e parte un missile che Neuer nemmeno lo vede . 36 ‘, 2-0 Italia, tutto il resto è noia! O meglio pressing tedesco senza convinzione, miriadi di gol sbagliati manco fossimo al campetto patronale e poi il rigore di Ozil ed un paio di minuti di tensione ma giusto un paio…La Germania non ce la fa! Braccia al cielo e lacrime che sanno di wrustel, Buffon s’arrabbia forte, aveva scommesso sul 2-0 (scusate la battuta scontata, ma ci sta, dai..) !

L’ Italia è in finale!

 

Fuori già partono i caroselli, ma a me i caroselli non piacciono, la vittoria me la godo a casa fra chiacchiere, whisky & cola e rilassata immaginazione. Immagino la faccia della Merkel che butta giù una grappa ai crauti , immagino i titoli già scritti dei giornali di domani, immagino la statua nera di super Mario che mostra i muscoli a tutti quelli che fino a ieri lo chiamavano - negro italiano che ha persino la madre ebrea - li immagino pensare : cazzo e adesso che facciamo? Fischiamo perché siam razzisti o esultiamo perché siam nazionalisti?” E' un bel problema eh! ed allora rimangono in silenzio, il silenzio che meritano. Incapaci di affrontare un mondo che cambia , incapaci di comprendere che è un mondo che ritorna. Perché certo un nero cosi in nazionale non s’era mai visto ma altrettanto certo è che anche nelle nostre vene, nelle loro vene il sangue nero scorre assieme al sangue arabo al sangue greco e a quello balcanico : sangue mediterraneo; il sangue di tutti popoli che nei secoli da prima di Cristo ad oggi si sono uniti con violenza o con dolcezza per generare “noi “ , gli italiani, quelli che ora dello straniero hanno paura ; quelli che misconoscono la propria storia. Vendola si riferisce al futuro quando parla di “ meticciato globale” ma non considera che quel meticciato e già in atto, anzi, ne siamo tutti figli.

Ma forse sto divagando un po' troppo…

 

Ed allora che bellezza ieri sera, la statua di Mario immobile a zittire tutti , il nero Italiano che diventa simbolo della piccola Italia sopra la grande Germania in campo e fuori dal campo. Che bellezza la sua rabbia , che bellezza la classe ed anche la follia , quella contro cui tutti si scagliano, quella che fa di un fuoriclasse un fuoriclasse. La voglio usare quella statua nera con addosso cucita la maglia d’ Italia, la voglio usare come simbolo di una integrazione ( parola che piace tanto ai perbenisti) che è certo complessa e problematica ma vale la pena affrontare, un integrazione (e quindi la uso, questa parola) che paradossalmente e contro ogni aspettativa proprio il calcio può aiutare ad accelerare. Non il calcio della curva razzista, della società a gestione camorrista e nemmeno il calcio-sistema che è arretrato e discriminatorio, ma il calcio più bello, quello giocato, quello che unisce! E chissà che quel pallone scagliato a cento all’ora ad affondare la corazzata “cartoffen” ci aiuti tutti quanti a far qualche passetto avanti, ci aiuti a capire che amare lo sport significa odiare il razzismo, ci aiuti a far crescere il silenzio nei salotti di chi ancora non accetta ciò che sta succedendo: il negro italiano di genitori ebrei ci sta portando per mano in finale agli europei…Zitti tutti patrioti italiani, oggi festeggiamo noi!

Ama lo sport odia il razzismo!