di Davide Drago
Domenica 5 maggio si correrà la “Trieste Half Marathon”, una delle mezze maratone tra le più panoramiche al mondo. Il percorso è davvero spettacolare, si parte dall’abitato di Aurisina fino a piazza Unità d’Italia sul mare, con un tracciato che toccherà la splendida Strada Costiera, racchiusa tra Carso e golfo.
Ci sono tutti gli ingredienti per una bellissima giornata di sport, ma gli organizzatori hanno deciso di macchiarla indelebilmente. Infatti, domenica 5 maggio nessun atleta proveniente dall’Africa correrà la mezza maratona a Trieste.
Questa scelta è stata annunciata con una "serenità" abominevole dal sindaco di Duino-Aurisina Daniela Pallotta, dall'assessore regionale alla Sicurezza, dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, e dal sindaco di Trieste Roberto, personaggi che sanno benissimo di cosa si parla, essendo tutti appartenenti all’area della destra triestina che fa della “discriminazione” il punto cardine delle proprie politiche.
Una decisione che oltre ad essere razzista ha anche del paradossale, infatti la motivazione è quella di tutelare gli atleti africani. Secondo gli organizzatori sugli atleti africani è alto il rischio di sfruttamento da parte di manager senza scrupoli. La scelta di escludere i neri, dicono gli organizzatori dai microfoni del Tgr Rai, “dice stop allo sfruttamento di ragazzi tanto veloci quanto sconosciuti, che gareggiano ogni settimana in giro per tutta Europa per gettoni di presenza e premi che per la maggior parte vengono incassati dai manager, quasi tutti italiani. L'anno scorso - spiegano sempre dall'organizzazione- il vincitore non aveva nemmeno i soldi per pagarsi il treno per tornare a casa, nonostante il successo". Così con questa motivazione oltre ad “eliminare” gli africani dalla corsa, si priva la mezza maratona degli atleti più forti che ci sono al momento in circolazione. Non ci sarà quindi il “rischio” di dover vedere sul podio atleti di colore troppo somiglianti ai “clandestini” per essere ammessi in quella che rischia così di passare alla storia come nuova capitale del razzismo italiano. Così con l'ignobile e falsa scusa di voler salvaguardare i ragazzi di colore dagli sfruttatori, che in genere sono italiani, anziché porsi l'eventuale problema di aiutarli e proteggerli li esclude.
«Mancava questo al Friuli Venezia Giulia: essere la Regione che non fa correre gli atleti africani – commenta il segretario regionale del Pd, Cristiano Shaurli -. Con motivazioni che hanno un retrogusto d’ipocrisia all’ennesima potenza, la nostra regione apre la stagione della discriminazione nello sport. Nemmeno si prova a risolvere i problemi di sfruttamento che vengono accampati, e si sceglie di annunciare con becera soddisfazione, con la benedizione del presidente Fedriga e dell’assessore Roberti, una corsa “senza africani” come fosse un vanto. Le colpe di manager disonesti - continua Shaurli -, che peraltro andrebbero denunciati alla federazione ed alle autorità competenti, vengono fatte ricadere con soddisfazione sugli atleti di colore, e questo sarebbe il segnale che si vuole dare contro lo sfruttamento. Questo l’ideale dello sport che unisce tutti gli uomini. Non sappiamo quanto contribuisca la Regione a questa manifestazione ma – conclude – possiamo scommettere che per l’ennesima volta finiremo all’attenzione nazionale come la Regione più retriva e reazionaria d’Italia e il peggio temo non sia ancora stato raggiunto».
Nessuno vuole permettersi di dire che questa narrazione degli organizzatori potrebbe essere anche non vera, conosciamo bene e abbiamo denunciato più volte le nefandezze che vengono compiute soprattutto nel mondo del calcio da agenti senza scrupoli, ma al momento non risultano denunce alla Federazione sportiva di atletica che avrebbe potuto intervenire per tutelare gli atleti. La scelta non è stata di tutela ma di chiusura: alla salvaguardia degli atleti si è preferito escluderli, alzare muri perfino nel mondo dello sport.
Sarebbe opportuno oltre all’indignazione nei confronti di questa decisione assurda ci siano delle azioni concrete. Come redazione di Sport alla Rovescia chiediamo a tutti gli altri atleti, in nome dello sport sano e accogliente, di disertare la kermesse triestina, non farlo significherebbe appoggiare questa assurda scelta di discriminazione razziale.