di Davide Drago
Sabato e domenica scorsi, 11 e 12 maggio, si è svolta la IAAF World Relays (letteralmente staffette mondiali), competizione internazionale di atletica leggera organizzata dalla IAAF. La prima edizione si è tenuta a Nassau nelle Bahamas nel maggio del 2014.
Il programma delle gare della Iaaf World Relays comprende oltre le classiche staffette della 4×100 e della 4×400 metri (già specialità olimpiche), anche staffette su misure più inconsuete, ma comunque già riconosciute dalla IAAF, come la 4×200, la 4×800 e la 4×1500 metri, quest'ultima sostituita nella seconda edizione da una staffetta mista (composta da frazioni di 1200 m, 400 m, 800 m e 1600 m) e nella terza da un altro tipo di staffetta mista, una 4×400 metri con due atleti uomini e due donne.
Nella quarta edizione la staffetta 4×800 metri è stata sostituita da una staffetta mista 2×2×400, dove due atleti, un uomo e una donna, corrono due frazioni ciascuno, ognuna di 400 metri; sempre nel 2019 è stata inoltre aggiunta al programma la staffetta a ostacoli mista. Ogni paese partecipante può portare una sola squadra per ogni staffetta e ciascuna squadra può essere formata da un massimo di sei atleti (ad eccezione di quelle della staffetta 2×2×400 metri, con un massimo di quattro atleti).
Hanno preso parte a questi ultimi campionati disputati in Giappone a Yokohama 509 atleti provenienti da 34 diversi Paesi, con l'aggiunta di un team composto da atleti rifugiati.
Per l’Italia un grandissimo risultato: si rientra dal Giappone con il bottino pieno, gli azzurri si piazzano in cinque staffette su cinque. Nelle tre precedenti edizioni dell’evento, l’Italia aveva centrato un solo piazzamento tra i primi otto (sesta la 4x400 donne nel 2014) mentre stavolta le staffette finaliste sono quattro, per l’ottavo posto a quota 15 nella classifica a punti vinta dagli Stati Uniti (54) che fanno poker, seconda la Giamaica e terzo il Giappone, entrambe a 27. L'Italia e la Giamaica sono gli unici paesi ad aver già qualificato tutte e cinque le staffette in programma ai Mondiali di Doha.
Da segnalare lo storico terzo posto per la 4x400 azzurra. Ai Mondiali di staffette Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Giancarla Trevisan e Raphaela Lukudo chiudono la finale sul gradino più basso del podio con il tempo di 3:27.74, alle spalle della Polonia (3:27.49) e degli Stati Uniti (3:27.65), e guadagnano, anche loro l’accesso ai Mondiali che si correranno a Doha dal 27 settembre al 6 ottobre.
In un paese in cui parlare di ius sanguinis e ius soli può risultare purtroppo ancora ostico e incomprensibile, basta guardare la foto delle quattro ragazze per capire che la società è ormai cambiata. Le quattro staffettiste che con il terzo posto si sono qualificate al mondiale rappresentano in pieno ed esemplificano il concetto di “migrazione”. C’è chi va, chi viene, italiani che lasciano il proprio paese e figli che tornano, africani che arrivano in Italia e che stabilizzano nel nostro paese le loro nuove famiglie. Un po' la storia di Ayomide, Maria Benedicta e Raphaela, ragazze italiane con radici africane o di Giancarla, ragazza californiana, con sangue un po' friulano e un po' toscano, che a detta sua non riesce neanche a parlare bene in italiano.
Questo è il nuovo paese che ci piace, questo è lo sport che amiamo: meticcio e accogliente, con buona pace dei nazionalisti e sovranisti di turno.