di Davide Drago
Da poco si è conclusa la stagione di calcio per i club, ma per gli atleti delle nazionali è già arrivato il momento di dare il massimo per le rispettive squadre.
La nazionale azzurra quest’anno concorrerà con le rappresentative giovanili sia al Mondiale under 20, domani giocherà i quarti di finale contro il Mali, che per l’Europeo under 21. Nel mezzo ci sono due partite delle qualificazioni europee in cui la nazionale A di Roberto Mancini punta a portare a casa il punteggio pieno.
Domani, però, inizia un grande evento: quello dei mondiali di calcio femminile. C’è molta attesa in vista dell’esordio della squadra azzurra che tornerà a partecipare a questa competizione dopo vent’anni di assenza.
Un’occasione unica per dare spazio e visibilità alla federazione e soprattutto a queste atlete che, a differenza dei colleghi uomini, hanno ancora dei contratti dilettantistici.
Il Mondiale femminile è giovane, non ha neppure 30 anni. La prima edizione si è svolta in Cina nel 1991 e vivrà in Francia, quest’anno, la sua ottava edizione. Dopo la Cina e il campionato di Svezia 1995, con il mondiale in Usa del 1999 si è segnata la svolta. Il campionato del 1999 fu il primo trasmesso in TV, con la partecipazione di oltre 650.000 spettatori e il numero di nazionali partecipanti fu portato da 12 a 16. Protagoniste assolute del torneo furono la nazionale di casa e la Cina. L’edizione del 2003 fu di nuovo disputata in USA, ma originariamente era prevista in Cina. Il campionato fu spostato qualche giorno prima a causa del pericolo legato all'epidemia di SARS che colpì il Paese asiatico. La Cina ospitò nel 2007 (dopo lo spostamento dell’edizione precedente) la quinta edizione del Mondiale. Dopo l’edizione di Germania 2011, nel successivo mondiale di Canada 2015, fu introdotta la novità dell’aumento del numero di squadre, allargato da 16 a 24.
Domani alle ore 21 con la partita inaugurale tra Francia Corea del Sud inizia l’ottava edizione del campionato di calcio femminile. Tra le grandi favorite vi sono sicuramente gli Stati Uniti, che si sono già proclamati campioni dell’edizione del 2015 giocata in Canada, oltre al Brasile della cinque volte pallone d’oro Marta Vieira Da Silva e il Giappone.
Per quanto riguarda la nazionale Italiana si respira un’aria di grande attesa, sia per la voglia di tornare a calcare i grandi palcoscenici del calcio mondiale, ma anche per vedere all’opera una squadra di ottima qualità. La maggior parte delle calciatrici convocate viene da Juventus, Fiorentina, Milan e Roma, le prime quattro classificate dell’ultima Serie A, mentre solo una delle ventitré convocate è tesserata per una squadra straniera. Non è un caso che in Nazionale ci siano giocatrici di quelle squadre che negli ultimi due anni hanno deciso di investire tanto, sia economicamente che dal punto di vista della visibilità, sul calcio femminile. In questo ha giocato un ruolo importante la nascita della Juventus Women, che ha dato uno scossone a tutto il movimento nazionale. In questi ultimi due anni la Nazionale è cresciuta molto. Sono arrivati due secondi posti nella Cyprus Cup e risultati confortanti in amichevoli di lusso come il pareggio a Marsiglia contro la Francia e il successo contro la Svezia. Riscontri che hanno accresciuto l’autostima di Sara Gama e compagne che, inserite nel gruppo C con Brasile, Australia e Giamaica, se la giocheranno. L’avventura comincerà il 9 giugno contro l’Australia, per proseguire il 14 e il 18 giugno contro le giamaicane e le brasiliane. L’obiettivo è quello di staccare il biglietto per i match ad eliminazione diretta e quindi arrivare nei primi due posti del raggruppamento. Le nostre ragazze hanno le capacità di potercela fare, per le prestazioni messe in mostra e anche per un movimento che finalmente ha avuto una visibilità maggiore.
Non dobbiamo avere paura nell’affermare che il calcio femminile è il fenomeno sportivo del momento, soprattutto da quando media e pubblico si sono avvicinate allo sport più praticato del mondo ma in versione femminile. Il calcio femminile ha raggiunto vette impensabili fino a poco tempo fa, con stadi importanti che si riempiono a dismisura per vedere giocare delle ragazze. Esemplare il caso del San Mamés di Bilbao, che qualche tempo fa si è quasi riempito per un match della squadra femminile locale, registrando ben 48 mila spettatori, cifra che a volte non si registra neanche nelle partite della compagine maschile. Anche in Italia, a fine marzo, l’Allianz Stadium era pieno come se ci fosse la squadra maschile a giocare. 40.000 spettatori ad assistere alla partita tra Juventus e Fiorentina. Anche la scelta di premiare la vittoria del secondo scudetto per le ragazze della Juventus Women, durante l’ultima partita dei “colleghi” uomini è sintomatico della voglia che hanno le società di far crescere l’intero movimento. Un grandissimo risultato da cui partire. Anche per questo motivo c’è stata la corsa ad accaparrarsi i diritti TV.
La Rai si è aggiudicata la trasmissione di alcune partite dei mondiali di calcio femminile, mentre Sky manderà in onda tutte le partite.
Questo è un aspetto da non sottovalutare, anche perché le partite che le italiane affronteranno non saranno solo sul rettangolo verde ma soprattutto nell’idea comune di cosa sia il calcio nel nostro Paese. Non è un mistero, infatti, che ancora oggi molti cataloghino il nostro sport nazionale solo sul versante maschile. Le ragazze di Bertolini potranno essere delle pioniere e dei modelli per le bambine/ragazzine che desiderano vestire calzoncini e scarpini e dare un calcio alla palla. Siamo fiduciosi che questi mondiali diano il via ad una rivoluzione del calcio femminile italiano. Ci auspichiamo da una parte una crescita dell’intero movimento e dall’altro quello che chiediamo a gran voce da tempo: che le atlete vengano riconosciute come professioniste.
Buon mondiale!