Proclamato in Grecia lo sciopero degli arbitri
di Teo Molin Fop
Per tutti i nostalgici del “moviolone” e delle interminabili litigate tra Maurizio Mosca e gli ospiti del “Processo del Lunedì” di Biscardi consiglio vivamente di seguire il campionato greco. Molti si ricorderanno l'episodio “folkloristico” che vide protagonista il presidente del Paok, l'oligarca Ivan Savvidis, che entrò in campo con una pistola per protestare con l'arbitro per un gol annullato durante la partita con l'AEK Atene nel marzo 2018. Allora il governo sospese il campionato. Questa volta però a fermare il campionato sarà lo sciopero degli arbitri deciso per le partite della 18° giornata che si dovrebbe giocare il weekend dell'11 e 12 Gennaio.
Non si tratta della prima volta, infatti nel dicembre 2018 fu proclamato uno sciopero a seguito di un'aggressione violenta subita dall'arbitro Athanasios Tzilos della città di Larissa da parte di tre persone incappucciate.
Ad un anno di distanza perchè i fischietti hanno deciso di nuovo di scioperare?
In un comunicato di metà dicembre firmato dagli arbitri indirizzato alla Federcalcio greca e all'Associazione Arbitri greca si legge che “gli eventi degli ultimi giorni sono la goccia che hanno fatto traboccare il vaso. La mancata protezione nei confronti degli arbitri e dell’intero movimento calcistico greco visibile nelle dichiarazioni, nei comunicati e nella violenza verbale che avviene quotidianamente da parte di dirigenti, giornalisti e altre persone che si occupano del mondo del calcio. “
Per farsi un'idea del tono delle dichiarazioni e dei comunicati a cui fanno riferimento gli arbitri, citiamo un comunicato personale del patron Marinakis dell'Olympiakos dopo la partita Volos-Olympiakos, giocatasi poco prima di Natale, terminata 0-0 e in cui è stato annullato un gol (regolare) per fuorigioco agli ospiti:
“Ormai è arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell’ingiustizia, dell’avidità e della sporcizia del calcio greco. Né io né i tifosi dell’Olympiacos saremo più spettatori. I principali “escrementi” calcistici che fanno da protagonisti, come Savvidis, Kalpazidis, Panopoulos, Beos e gli uomini che non hanno alcuna legalità, come Grammenos, Pereira e il resto della loro combriccola. L’Olympiacos non parteciperà a questa commedia né la finanzierà con quello che paga all’EPO [Federcalcio greca, nda], se non verranno cambiate SUBITO queste persone dall’UEFA. E’ arrivato il momento che i responsabili di questi “escrementi” calcistici se li mangino se vogliono che ci sia un continuo.
Per chi non è un conoscitore del calcio greco, l'Olympiakos in Italia sarebbe paragonabile alla Juve e il suo presidente Marinakis è stato indagato per corruzione in un'inchiesta sul calcio-scommesse, è attualmente sotto processo con l'accusa di essere il proprietario di una nave in cui furono sequestrate 2,1 tonnellate di eroina ed è il testimone di nozze della sorella dell'attuale premier del partito di destra Nea Demokratia.
Beos, magnate e sindaco di Volos, ritenuto colpevole di aver tentato di corrompere un arbitro nel 2011, presente in panchina come “traduttore” durante la partita contro l'Olympiakos ed espulso per insulti verso la panchina degli ospiti, ha risposto così a Marinakis: “il budget del Volos è di 3 milioni, quello dell’Olympiacos è di 20 milioni. E’ questo il bello del calcio. Non vince sempre il migliore. Quando il signor Marinakis dice che “vogliamo costruire il calcio”, intende che l’Olympiacos deve vincere e tutti gli altri devono andare a farsi fottere. La mia conoscenza con Marinakis? L’ho pagata con 11 mesi di prigione.”
In questo clima rovente, alimentato dalle trasmissioni televisive dei canali “One Channel” e “Open Tv”, rispettivamente di proprietà del presidente dell'Olympiakos e di quello del Paok, a farne le spese maggiormente è stato l'arbitro VAR Evangelou di Volos-Olympiakos, la cui casa è stato oggetto di un lancio di razzi da parte di un gruppo di persone.
La sua “colpa” è stata quella di non essersi accorto al VAR che l'attaccante biancorosso Soudani era in posizione regolare e quindi il suo gol era valido. A sua “parziale discolpa” ci sarebbe da dire che nell'appalto del VAR da 13 milioni per cinque stagioni non è compresa la tecnologia 3D per proiettare le linee del fuorigioco tanto che il vicepresidente dell'Olympiakos ha dichiarato che “Il Var senza fuorigioco è come una televisione senza telecomando.” Forse questa metafora rende pienamente l'idea della situazione di crisi che sta vivendo il calcio in Grecia, in cui nemmeno l'introduzione da questa stagione sportiva del VAR ha contribuito a rendere più sereno il clima attorno al campionato di calcio.
Anzi alla luce di quanto successo sembra alimentare maggiormente le polemiche e ha riportato il caos tanto che il ministero dello Sport sta pensando nuovamente di sospendere il campionato. Se le precedenti sospensioni del campionato erano avvenute in seguito aviolenti incidenti tra tifoserie, questo probabile stop mostra come non siano i tifosi il principale problema del calcio greco.