Elisabeth Robinson, detta Betty, nasce a Riverdale, nell'Illinois il 23 agosto del 1911. E’ una giovane donna, in un periodo storico in cui certamente le ragazze non venivano invitate a dedicarsi allo sport.

Viene notata per la prima volta da un suo insegnante, che la vede correre per prendere il treno, senza alcuna fatica e con una velocità impressionante. Nei giorni successivi la cronometra, facendola correre nel corridoio di 50 metri della scuola e stupito dalla sua effettiva velocità la incoraggia ad allenarsi con la squadra maschile, perché non esistono formazioni femminili alla Thornton Township High, las cuola di Betty, nella città di Harvey, vicino a Riverdale.

Poco dopo aver iniziato gli allenamenti Betty partecipa alla sua prima gara sui 100 metri, il 30 Marzo del 1928, arrivando seconda dopo Helen Filkey, che in quel momento detiene il record nazionale americano.

Betty viene invitata ad unirsi all'Illinois Athletic Women's Club (IAWC), continuando ad allenarsi per partecipare ad altre competizioni.

Dichiarerà in un'intervista al Los Angeles Times, nel 1984 "Non avevo idea che anche le donne corressero. Sono cresciuta come una campagnola".

Il 2 giugno del 1928, nella sua seconda gara in assoluto, Betty batte la Filkey nei 100 metri, con 12 secondi netti, sbaragliando il precedente record del mondo.  Il tempo non sarà mai convalidato, a causa del vento irregolare, ma in quel momento diviene evidente che questa ragazza ha delle doti incredibili.

Betty viene selezionata per rappresentare gli Stati Uniti alle Olimpiadi del 1928 ad Amsterdam, i primi giochi in cui alle donne è permesso di correre.

Ricordiamo che DeCoubertin, fondatore dei giochi olimpici moderni, è sempre stato contrario alla partecipazione delle donne alle competizioni, dichiarando: "Un’Olimpiade femminile non sarebbe pratica, interessante, estetica e corretta.” e ancora “Per quanto riguarda la partecipazione delle donne al gioco io rimango contrario. Esse sono state ammesse a un numero sempre crescente di prove, contro la mia volontà.”

La forza delle donne ha però creato uno squarcio nella cultura sportiva di quell'epoca, permettendo anche alle atlete di partecipare alle Olimpiadi di Amsterdam e di mostrare che una donna non è solo madre, moglie e figlia, ma può essere quello che vuole, anche un’atleta.  

Sono passati 92 anni, ma ancora oggi le donne devono lottare per essere ciò che desiderano, anche e soprattutto all'interno del mondo sportivo, in cui vengono ancora trattate come esseri inferiori rispetto ai colleghi uomini, nonostante, almeno in Italia, ottengano in gran parte delle discipline risultati migliori.

Alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 Betty conquista la medaglia d'oro dei 100 metri (è ancora l'atleta più giovane ad aver vinto quel titolo) e un argento nella staffetta 4x100.

 

 

 

Betty prosegue gli allenamenti, sbaraglia altri record ed è prontissima per la partecipazione alle Olimpiadi del 1932, ma succede qualcosa di impensabile. Il 28 giugno del 1931 è coinvolta in un incidente aereo e quando arrivano i primi soccorsi viene dichiarata morta e portata dal becchino più vicino, che però si accorge che Betty respira ancora. Ricoverata in ospedale per 11 settimane, di cui molte di coma, ha varie fratture e ferite. Le viene inserito un lungo chiodo di metallo nella gamba fratturata, che rimane più corta dell'altra. I medici sono molto chiari: forse potrà riprendere a camminare zoppicando, ma non più di questo.

Betty rifiuta l'idea di non poter più correre e inizia una lunga e dolorosa riabilitazione, per poter correre di nuovo. Il coraggio e la determinazione la portano a qualificarsi alle Olimpiadi di Berlino del 1936, ma non può più piegare il ginocchio sinistro come prima per i blocchi di partenza e non può partecipare alla gara dei 100 metri a lei tanto cara. Succede di nuovo qualcosa di inconcepibile quando, inserita nella staffetta 4x100, corre come terza e vince con la sua squadra la medaglia d'oro.

Si ritira dai giochi a soli 25 anni dopo le Olimpiadi del 1936, ma rimane nel mondo dell'atletica come cronometrista e tiene lezioni per l'Associazione di atletica femminile con lo scopo di avvicinare le donne alla corsa.

Nel 1977 viene inserita nella National Track & Field Hall of Fame e nel 1996, a 84 anni, viene scelta per trasportare la Torcia Olimpica per pochi isolati per i Giochi di Atlanta.

Betty Robinson muore a 87 anni, dopo aver lottato per qualche anno contro l'Alzheimer.

Sua nipote dirà: "Penso che le piacesse l’avventura e sapesse che stava facendo qualcosa di diverso dai suoi coetanei … Penso che fosse molto grata e in seguito abbia cercato di usare il suo posto nella storia per avere un impatto per le donne e le atlete. Amava correre e voleva che gli altri potessero fare ciò che amavano proprio come lei. “

 

 

Per approfondimento:

https://www.atleticalive.it/storie-di-rinascita-betty-robinson-la-bimba-piu-veloce-del-mondo-tornata-dal-mondo-dei-morti/

https://www.rsi.ch/sport/atletica/Betty-Robinson-la-donna-che-vinse-due-volte-13078950.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Betty_Robinson