“La gente mi ha dato potere rendendomi un calciatore popolare. E se la gente non ha il potere di dire le cose, allora le dirò io per lei.”
Riprendiamo da Sherwood.it un'intervista, realizzata dal nostro redattore Luca, agli autori del fumetto: Sòcrates l’immortalità della rivolta.
Socrates ovvero dell'immortalità della rivolta è un racconto corale sulla storia del calciatore, medico e rivoluzionario Socrates, capitano del Corinthians e fondatore della Democrazia Corinthiana, una squadra di calcio che sfidò la dittatura militare brasiliana. Il calcio diventa un'avventura metaforica sulla nascita di un pensiero nuovo di Società libera dalla schiavitù dei Soldi, delle Vittorie e del Potere.
Luca: Perche avete scelto di lavorare su Socrates? quanto è stato difficile esplorare l’uomo dietro il mito?
Marco: La partenza è stata il 2014 molto prima dei mondiali brasiliani, e di tutti i libri meravigliosi che l’hanno raccontato tra tutti quello di Lorenzo Iervolino, noi abbiamo voluto soprattutto concentrarci sullo scontro che lui ebbe come essere umano con la realtà che lo circondava cioè la dittatura militare brasiliana che dal 1964 ha tenuto sotto scacco il Brasile per 20 anni, il sottotitolo l’immortalità della rivolta è proprio volto a raccontare questo perno narrativo della sua storia sia come uomo sia come calciatore, dello scontro di una realtà costruita come fu il Corinthias e la Democrazia Corinthiana, una realtà di autogestione all’interno di una squadra professionista di calcio che andò a sfidare una visione gerarchica del mondo come fu appunto la dittatura Brasiliana.
Cosimo : Marco ha fortemente voluto questo racconto, lo ha pensato, lo ha sognato, lo ha fondamentalmente già scritto prima di propormelo, poi lo abbiamo aggiustato, calibrato su quello che è il mio approccio visivo, e le mie impressioni, resta un progetto che ha partorito Marco e che ha fortemente voluto, abbiamo iniziato anni fa nel mezzo è successo di tutto , ci siamo interrotti più volte, un processo lungo ma che mi ha aiutato molto a crescere , anche a scoprire bene questo personaggio, tu chiedevi dell’uomo, del mito, quando Marco mi ha proposto il progetto solo a sentir nominare la parola calcio ho fatto un mezzo passo indietro non essendo un grande appassionato, inquadrando il personaggio e capendo che non era solo un Che Guevara del calcio, un eroe senza macchia e paura, bensì un uomo con difetti e paura il progetto è diventato molto interessante, potendo dare sfogo anche ai lati oscuri, turbolenti del personaggio.
Luca: Il calcio è un gioco dinamico difficile da raccontare su carta se aggiungiamo che qui bisogna descrivere non solo il calcio ma anche cuore, sentimenti e passioni che un calciatore come Sòcrates a potuto generare, Cosimo quante difficolta hai incontrato?
Cosimo: È difficilissimo, veramente difficilissimo, una vera sfida tecnica e professionale per me. Ho svolto una grande ricerca , quello che abbiamo capito presto insieme a Marco, per non cadere nelle illustrazione, nella narrazione delle azioni calcistiche da gazzetta dello sport, era che dovevamo rifugiarci in una dimensione trasognante ed onirica, che anche il reame in cui mi sento a mio agio, così nel racconto vi sono molte sequenze di sospensione, sequenze in cui l’area è più rarefatta , e il tempo conta meno, non si capisce se siamo nei sogni Sòcrates bambino o nei ricordi del Sòcrates morente, e quindi abbiamo dribblato un po' la cosa, riportandola più nel mio stile in una dimensione più onirica, sulla parte della cronaca sportiva, sul calciatore abbiamo usato uno escamotage, ci sono dirette televisiva, scene riprese dalla narrazione mediatica etc
Luca: Marco tu nasci come autore di teatro, drammaturgo che differenze ha trovato nel lavorare su un fumetto?
Marco: una differenza sostanziale è quella del pubblico, a teatro si ha sempre l’idea di un ritmo, o fisico legato alle azioni che il pubblico sta vedendo, o verbale appunta la parola, nel teatro questa idea è molto eterea a volte cade, anche se poi può essere un qualcosa impresso nel cervello quasi un tatuaggio, però principalmente il ritmo è molto veloce serrato. Nel fumetto ho trovato il ritmo dell’ultima vignetta, spesso in basso destra, o inizio pagina in alto a sinistra, ciò che permette al lettore di andare avanti con la storia con la lettura, ho scoperto che nel fumetto si può giocare molto col montaggio. Ho realizzato l’idea che una storia in un libro è un rapporto uno ad uno, mentre spesso in teatro può essere uno ad uno ma anche uno a molti, questa dimensione permette di raggiungere ed avere un tempo molto più sospeso che è quello che il teatro raggiunge tramite la concentrazione d’assemblea, mentre il fumetto resta qualcosa di più intimo, quando qualcuno legge un fumetto, libro è molto più personale nei tempi e nel rapporto con l’opera; il teatro mi ha permesso proprio quello smarcamento di cui parlava Cosimo abbia cercato dall’inizio non di fare la biografia di una persona ma raccontare un personaggio, questo sottile sfasamento narrativo ci ha permesso di lavora raccontando dei simboli, trasformando quindi la dittatura militare, incarnandola in un unico personaggio il Maresciallo Blanco che è descritto non in livello cronachistico ma a livello di presenza nella vita di Socrates a rappresentare i militari, questo è un vecchio trucco molto usato in teatro, molto funzionale, per percepire un personaggio che può essere realmente esisto, ma che travalica la storia e può raccontarsi ed incontrare il pubblico; Per noi Sòcrates è stato un ponte, un personaggio che non abbiamo conosciuto direttamente, di cui abbiamo visto filmati, racconti, ne abbiamo sentito parlare come un qualcosa di tramandato di lui e di questa società platonica, mitica, ideale e poi vedere la storia di un bambino che si appassiona a un gioco e farlo diventare un lavoro, un modo di stare al mondo in una società restrittiva
Luca: quale evento della vita di Sòcrates vi colpisce maggiormente?
Marco: quando decisse di firmare il primo contratto da professionista, con la clausola di finire gli studi in medicina, mi ha sempre colpito questo aspetto molto legalitario dello sport, molto concreto.
Cosimo: più di un evento biografico preciso mi ha sempre colpito questo alternarsi di leggerezza e forza, il fatto che giocasse a calcio per divertirsi, che per lui il calcio era un gioco ma anche una formidabile arma di lotta politica, il suo modo di stare al mondo, di dire le cose, di alternare questa leggerezza di spirito che diventava una forte concretezza, come nella sua trasferta italiana , arrivando in Europa, a Firenze rifuggendo i suoi tentativi falliti di rivoluzione sociale, dichiara come hai detto all’inizio “Sono qui per leggere Gramsci in italiano e studiare la condizione degli operai italici”
Luca: Come definireste la Democracia Corinthiana? Come leggerla oltre il mito agiografico?
Marco: la rinchiudo in una parola un Utopia, un’utopia che si è realizzata, come tutte le utopie ha avuto un brevissimo lampo di vita, ed è poi morta, caduta per un voto, la sua stessa arma, riuscendo però a ribadire la sua natura libera, nascere per un voto e morire per un voto.
Cosimo: Un caso unico, un esperimento utopico, mai rivisto nel mondo del calcio o dello sport in generale, e poi questa sua purezza ne ha anche sancito la fine, per un voto o meglio per votazione ne hanno sancito la fine, un po' come le nostre democrazie occidentali non sempre la maggioranza ha ragione.
Marco: Per completare la tua domanda, una cosa su cui abbiamo lavorato erano proprio questi contrasti, parole contrarie, non volevamo realizzare un’agiografia di un calciatore, siamo andati a pescare i commenti più negativi che abbiamo trovato “un inganno, un tossico, un alcolista, un drogato”, molti di questi commenti sono diventati un dialogo del fumetto, un ragazzo in un bar l’ultima notte di Sòcrates lo tratteggia proprio in questo modo, anche perché Sòcrates ebbe forti contrasti con la tifoseria, per le sue idee e la sua vita; per noi due è stato molte forte, toccante, questo contrasto, il suo lato ombroso della storia; oggi col passare del tempo una parte può incensare il personaggio ma è sempre bene ricordare questi conflitti, queste polemiche, come ad esempio quella della vittoria, non si vinceva ed era fondamentale per i tifosi, per noi invece è fondamentale raccontare nelle storie anche di personaggi sconfitti, che perdono.
Luca: Restando sulla Democracia, un esempio così, un’autogestione completa di un luogo professionale sarebbe possibile e fattibile nel mondo odierno o è qualcosa che appartiene al passato coi suoi paradigmi?
Cosimo: Temo di dire che sia irrealistico, negli ambienti professionale sempre più gerarchizzati, competitivi e predatori vedo sempre più difficile il realizzare queste battaglie utopistiche, sarebbe bello e giusto che il parere dell’uomo delle pulizie contasse come quello dell’amministratore delegato, ma son un po' pessimista su questo per natura.
Marco: penso che negli ambienti professionali sia difficile scindere la volontà del leader, i suoi bisogni, almeno a lungo tendere. Credo che questi slanci utopistici possano esistere la domanda è per quanto tempo? Quindi continueranno esistere, come abbiamo sottotitolato il libro, per sempre ma per sempre moriranno e dureranno molto poco rispetto alla situazione gerarchica, ma come diceva spesso Sòcrates ALMENO NOI ABBIAMO BALLATO
Luca: Cosa direste della presenza della filosofia pratica nel mondo di oggi? Oggi si trovano situazioni, esperienze che definiremmo virtuose, poetiche, filosofiche come quella di cui parliamo?
Marco: credo che sia fondamentale, penso che la filosofia non se ne sia mai andata, è minoritaria, fuorimoda. Oggi è da andare a cercare e studiare, tutelare. Non come nuove riserve indiane ma per far sì che possa diventare dirompente, irruenta. Penso che queste filosofie siano in mezzo a noi, ma non siano ancora storicizzate, che le stiamo vivendo magari non capendo e quindi qualcuno dopo di noi vedrà che in realtà erano in mezzo a noi e dira vediamo perché hanno fatto questa cosa o vediamo perché se la sono lasciati sfuggire, l’idea può essere quella di intercettarle perché non è più di averle al centro ma averle ai margini, e vivere ai margini può essere una nuova idea.
Luca: Cosimo tu nasci come illustratore, pittore, visual artist quanto di queste arti è presente nel fumetto? E quali sono stati i nodi nella realizzazione in tavole della sceneggiatura di Marco?
Cosimo: Ho messo tanto, troppo del mio essere illustratore in questo fumetto. Nel senso che i tempi del fumetto sono molto diversi soprattutto quelli della così detta Graphic Novel, anche se non faccio una reale distinzione; la mia formazione di illustratore, di live painter è molto più statico, diciamo che i tempi del fumetto, il suo dinamismo delle vignette mi sta stretto. In molte tavole sono riuscito a trattenermi, e incasellarmi in un sistema di vignette abbastanza riconoscibile, in altre sono dovuto esplodere, troviamo così pagine più illustrative. Non sono convinto che come scelta paghi sempre, ma ha permesso di mediare col mio lato diciamo più ieratico e il mio ruolo di fumettista. Con Marco il rapporto è stato ottimo, abbiamo aggiustato insieme tratti della scena già scritti nel momento di metterli giù in maniera visiva. Come nodo dico che come avrete modo di apprezzare Marco ha tante cose da dire ho dovuto quindi fare delle cesure poiché tre cartelle di dialogo non si possono riassumere in una vignetta e quindi ho dovuto trasformarle in un disegno, ma più in generale abbiamo aiutato l’uno l’altro aggiungendo dove bisognava metter e tagliando dove serviva togliere.
Luca: Vi chiedo infine se state già lavorando a qualcosa di nuovo?
Cosimo: Diciamo che ti diamo uno Scoop anche per vincolarti al nostro lavoro e ci promettiamo di portarlo a termine in meno di 5 anni, riassumendo Marco sta riscrivendo, sceneggiando un “Moby Dick Metropolitano” e che io spero di disegnare presto, sfruttando questo periodo generale di sospensione
Marco: Si con Cosimo come coppia siamo stati presi all’interno del collettivo Stigma da due anni, siamo stati scelti proprio da AkaB, presi come unica mail esterna di progetto. Stigma è questo collettivo di giganti, in cui siamo nel mezzo due nani. Questo progetto è stato scelto proprio da AkaB gli abbiamo mandato una mail alla mattina e lui alla sera ci rispose molto convinto e fiducioso dell’idea.
Marco Gnaccolini: Nasce a Venezia nel 1985, si laurea nel 2015 in drammaturgia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma. Fondatore e drammaturgo della compagnia teatrale Woodstock Teatro. Lavora come drammaturgo nell’opera lirica Il suono giallo per la regia di Franco Ripa di Meana, vincitore premio Abbiati come “miglior novità italiana 2015”. Ha scritto Lear / del conflitto generazionale (2013), spettacolo vincitore del Premio OFF#4 del Teatro Stabile del Veneto.
Cosimo Miorelli – CZM: Nasce a Biella nel 1986Illustratore e live-painter, combina diversi strumenti narrativi muovendosi tra pittura, illustrazione, fumetto, animazione e performance dal vivo.. Con Grifo Edizioni/ Edizioni Di ha pubblicato due volumi a fumetti, Athos. Appunti dalla Montagna Sacra e Trentaduedentirotti, oltre ad un portfolio di stampe dedicato proprio alle balene fluttuanti che da tempo popolano la sua produzione. Attualmente vive e lavora a Berlino.
BeccoGiallo Editore
Titolo: Sócrates. L’immortalità della rivolta
Autori: Marco Gnaccolini – GK, Cosimo Miorelli – CZM
Caratteristiche: 128 pp. col., cartonato
ISBN: 9788833141145