E’ in un istante breve , ma rivelatorio e ti accorgi che non c’è più nulla da fare. Hai perso, è finita, il sogno s’è infranto.
Xavi triangola e fa partire un filtrante per Jordi Alba che, con la freschezza dei suoi 23 anni , buca la difesa italiana e Buffon e fa 2 0 Spagna. E’ il 39’ del primo tempo e comincio a sentire nel silenzio, lo scricchiolio del sogno europeo che si infrange. Sotto di due contro una Spagna cosi diventa impossibile anche solo sperare che un Italia cosi riesca a reagire, rimontare , vincere. A trasformare la sensazione in realtà c’è lui, l‘inespressivo Monti , che gufando dalla tribuna sembra dire a tutti “ amici miei ci sono io, per voi non è serata!” Il 3 ed il 4 gol sono sportiva e crudele manifestazione di forza, secchiate d’acqua gelida in faccia ai milioni che sognavano ed ora , svegliandosi , si ritrovano li , dov’erano partiti… Un Italia vecchia, stanca, precaria , in crisi , a cui manca la forza per trasformare talento , voglia e geniali intuizioni in vittori storiche, reali.
Fra i tanti volti tristi , ce n’è uno che sorride : ”quanta carne nell’arrosto di domani” pensa il critico sportivo e la sua penna già si scaglia contro mister Prandelli, pronta a trasfigurarne il volto, da Cesare a Schettino, nel giro di una notte. Lo sforzo per recuperare Abate a tutti i costi quando Balzaretti scalpita di passione, un Chiellini che si accorge di essere rotto giusto 10 minuti dopo aver procurato il primo goal e, per finire in bellezza , il cambio più azzeccato della storia dei cambi…serve raccontarlo? Ma ad errori cosi evidenti in finale , rispondono troppo facili condanne verso uno che partendo da una filosofia votata al bel gioco, trasforma cocci in oro, traghetta la nazionale in finale e trova pure il tempo di portare gente come Buffon e DeRossi ad Auschwitz! Che cosa vuoi di più dalla vita? Speriamo rimanga, anzi, speriamo che qualcuno lo ascolti. Perchè mentre il vento ancora fischiava forte e gli spagnoli coccolavano la coppa , Prandelli ha parlato chiaro : “ come fai ad allenare una squadra incontrando i calciatori una volta ogni otto mesi, come fai a prepararla a giocare senza il tempo per recuperare una condizione fisica accettabile ?”
Se c’è qualcuno contro cui puntare il dito è la Lega calcio, prostrata davanti al feticismo di club, sponsor, e diritti televisivi, che sopra l’esasperazione dei ritmi calcistici, costruiscono il proprio castello d’oro. Di qui, una delle cause più evidenti della disfatta : “la stanchezza”. L’esplosione fisica di quelli che al di la di steroidi, integratori, infiltrazioni , corpi sono e corpi rimangono. Sembrava di sentirli urlare quei corpi che si frantumavano sotto le stelle di Kiev , incapaci di reggere gl’ennesimi 90 minuti di questa lunghissima stagione. Sono loro, i corpi, la prima vittima sacrificale del grande show. Lo raccontò con passione Petrini in “ una vita in due tempi” e non è un caso se nessuno lo ascoltò, e pochi ne piansero la scomparsa. Esile la sua voce, scomode le sue parole e non adatta, la sua estetica , a sfondare lo schermo principale. Lo raccontò’ con decisione pure Zeman, denunciando l’abuso di epo ed anti-depressivi, simboli d’un calcio che moriva in farmacia, mentre a Peruzzi “crescevano le mani a vista d’occhio”. Ma oltre a procurar scalpore, si guadagnò dieci anni di purgatorio ed il veto “juventino” ad allenare in serie A!
Perché stupirsi in fondo , in ogni tempo la storia ha costruito i propri riti sopra il sacrificio dei corpi degl’altri! Ed il rito del nostro tempo è il calcio-show che “must go on” e pure in tempi rapidi! Che cosa conta di fronte al Dio di questo sistema – calcio il corpo del singolo, seppur dotato di talento? Più o meno quello che vale il corpo dell’ individuo immerso in questa società: Nulla! D’ altronde nel calcio la società si specchia , più per distrarsi che per riflettere se stessa. Sembra quasi che sia la profondità della crisi sociale a dettare i ritmi di gioco fino ad esasperarli, con l’obiettivo nemmeno troppo nascosto di vaporizzare i problemi di tutti canalizzandoli in un voyerismo perverso ; quello che ci spinge a desiderare di guardare una partita di calcio a sera ,ogni settimana ,dodici mesi l’anno. Forse per fuggire la realtà che abbiamo attorno, quella contro cui , per tutti noi tifosi, il sogno europeo si sarebbe comunque infranto . La realtà d’un paese vecchio, precario, in ginocchio ...che non ha la forza di trasformare talento , voglia e geniali intuizioni, in vittorie storiche, reali.