In questi ultimi anni in Italia è entrato al centro del dibattito il tema della "casta". Escono continuamente articoli, saggi, libri e puntate televisive, che dedicano enorme spazio alla denuncia del sistema di potere, privilegi, interessi ed impunità, di cui godono alcune categorie sociali o professionali nel nostro paese. Su tutti i politici, ma a turno sono citati clero, magistratura, giornalisti ed altre figure professionali. A me sembra che ci si dimentichi di una che gode di un'impunità incredibile e che nessuno può osare mettere in discussione: le forze dell'ordine.

Tante volte viene giustamente sottolineato (forse non ancora abbastanza...) come i responsabili della gestione del G8 di Genova, delle torture della Diaz e di Bolzaneto abbiano ottenuto promozioni. Tante volte ci si domanda come sia stato possibile che Spaccarotella o i poliziotti imputati per la morte di Federico Aldrovandi abbiano continuato a prestare regolare servizio, nonostante fossero stati autori materiali di due omicidi. Tanti sono i video o foto di denuncia
sull'utilizzo criminale dei lacrimogeni Cs, vietati dalla Convenzione di Ginevra e sparati ad altezza uomo. Mi fermo qua, perchè altrimenti la lista sarebbe infinita. Dopo la giornata di mobilitazione del 14 Novembre, le immagini degli studenti medi picchiati e dei lacrimogeni "rimbalzati" dal Ministero hanno riacceso il dibattito e contemporaneamente visto la bipartisan espressione di solidarietà all'operato della Polizia. Forse, però, c'è un caso altamente ecclettante dell'intoccabilità delle forze dell'ordine: quello di Pietro
Arcidiacono, giocatore di origine catanese del Cosenza (Serie D). Sabato scorso Arcidiacono, durante l'esultanza per un gol segnato, ha esposto una maglietta con scritto "Speziale innocente". Antonio Speziale è l'ultras del Catania, prima accusato poi condannato per la morte del poliziotto Raciti durante gli scontri di Catania-Palermo del 2 febbraio 2007. Arcidiacono, che si è difeso dicendo di averlo fatto per esprimere un gesto di solidarietà a un ragazzo del suo quartiere che conosce, ha osato esprimere un'opinione e mettere in dubbio l'immagine "eroica" di Raciti. Infatti tutti sanno che c'è perfino una perizia dei Ris di Parma che esclude il fatto che Raciti sia stato ucciso dal lavello lanciato da Speziale, anzi ipotizza che in realtà sia morto in seguito all'urto con un Discovery della Polizia in retromarcia. In un calcio colpito da scandali e pieno di personaggi discutibili, siccome questa volta è stato toccato un poliziotto, le prese di posizione e di condanna sono state immediate e pesanti, infatti, oltre
ad essere stato sospeso dal Cosenza, Arcidiacono è stato colpito da Daspo per tre anni dal Questore di Catanzaro. Tutto ciò è veramente incredibile, perché difficilmente un giocatore viene diffidato, in più per aver espresso un dissenso per una sentenza di un tribunale.

Fa maggiormente riflettere poi, perché invece gli insulti e i comportamenti razzisti vengono continuamente sminuiti o nascosti oppure i protagonisti di Calciopoli o vari calcioscommesse sono magari opinionisti nelle trasmissioni sportive come nulla fosse. E' anche vero, però, che piano piano questa intoccabilità della Polizia comincia a scricchiolare e a vacillare di fronte alla diffusione e alla circolazione di video e foto sul web che mostrano la realtà. Probabilmente introdurre un numero identificativo di matricola sui caschi dei
celerini antisommossa potrebbe essere già un primo importante passo.