“Se le barriere architettoniche impediscono ai disabili di venire in curva, sarà la curva a collocarsi in Tribuna A”, è il titolo dell’iniziativa della Curva Sud di Cosenza svolta presso lo stadio San Vito sabato 8 novembre. Durante il match di Lega Pro girone C, Cosenza – Messina, i tifosi del Cosenza Calcio hanno trascorso il match presso la Tribuna A, unico luogo dello stadio dove le barriere architettoniche non incidono nella possibilità della visione del match.
Erano circa duemila i tifosi che hanno seguito i loro beniamini in campo da un’insolita postazione, che ha consentito di vivere la partita insieme ai loro fratelli che a volte la nostra società attraverso barriere mentali e fisiche non tiene sempre in dovuta considerazione. Pensare che questa iniziativa di solidarietà, ad opera della Curva Sud, esca dal nulla come idea estemporanea realizzata dal tifo organizzato a Cosenza sarebbe sbagliato. Era il 1985, e la curva sud di Cosenza organizzava il primo raduno del tifo organizzato in Italia a Fuscaldo, negli anni ruggenti del movimento ultras in Italia, gli anni ottanta appunto; il 1985 in cui proprio a Cosenza nasce la prima fanzine ultrà a livello nazionale, “Urlo di Carta”, sempre ad opera della Curva Sud di Cosenza, che prenderà il nome poi di “Tamtamesegnalidifumo”, esperimento di espressione libera e collettiva su carta della tribù del Cosenza durato oltre venti anni. Gli anni ottanta a Cosenza sono quelli in cui Padre Fedele e gli ultras Cosenza insieme fondano la “Mensa dei Poveri”, per i più bisognosi, e tra i tifosi più impegnati in questa avventura c’è Piero Romeo, storico ed amato tifoso morto nel 2011.
Oggi un’associazione porta il suo nome in città, la “Terra di Piero”, impegnata in progetti ed iniziative a fianco dei più deboli e bisognosi, attraverso progetti di solidarietà in Centro Africa, Madagascar, e nel capoluogo bruzio. Si perché proprio a Cosenza, a partire dall’agosto del 2013, nasce l’idea di costruire un parco attrezzato per i disabili. Per arrivare a trovare i fondi necessari alla sua costruzione, viene imbastita una commedia che diventerà un vero e proprio fenomeno in città. Come si può leggere sul sito LaTerradiPiero.it, “Nasce così la commedia “Conzativicci”. Trentatré attori non professionisti appassionati e impegnati calcano la scena di tutti i teatri della città registrando sempre il sold out. Un parco inclusivo che contribuirà ad avviare un sano processo di integrazione e di uguaglianza. Un esempio di civiltà, di inclusione sociale e di pari opportunità. Unico nel Mezzogiorno. Abbattimento totale delle barriere architettoniche, rampe di accesso, percorsi per bambini ipovedenti, altalene adatte ad ospitare le sedie a rotelle, percorsi tattili, orti sospesi, scivoli e tanto altro. Tutto questo consentirà ai piccoli con diverse abilità, ai loro genitori e ai loro amichetti normodotati di giocare insieme”. “Conzativicci”, opera di Sergio Crocco, poeta, giardiniere ed ultras storico della Curva Sud, è stata replicata per 18 volte, tra cui una a Roma. E con il ricavato dello spettacolo, si realizzerà il Parco Piero Romeo. Parlare di solidarietà o beneficienza potrebbe voler usare termini un po’ usurati e limitativi, la storia della curva sud parla di parla di impegno nel nome dell’antirazzismo, antifascismo, del raggiungimento del bene collettivo.
Capita ad esempio che gli ultras rossoblu non aspettino di sapere e rimangano solo in attesa passiva rispetto a cosa dicano le aulee di un tribunale sulle sentenze ritenute ingiuste come nel caso Bergamini o nei confronti di Padre Fedele, ma ci sia una mobilitazione reale attraverso diverse iniziative pubbliche; in questi giorni in cui si parla molto di tematiche antirazziste o della vicinanza al popolo curdo, come dimenticare la partita del 17 settembre del 2000, di inizio campionato della serie B, giocata tra Cosenza e Crotone mentre 100 persone appartenenti al popolo curdo seguivano proprio in curva sud la partita, o le partite giocate negli ultimi anni tra il Cosenza Calcio e selezioni di migranti della città scese in campo sotto il nome di “Clandestino FC”, mentre in Curva c’era il tifo degli ultras Cosenza ed altri migranti. Un filo allaccia le questioni e così ieri, durante Cosenza – Messina, comparariva anche un grande striscione con su scritto: “1 – 12 – 97: Massimo; 22/10/2009 Stefano: Giustizia e Verità”. Il riferimenti rimandano al caso recenti di Stefano Cucchi, ma anche a quello di qualche anno fa sulla morte drammatica di Massimo detto Nanà, tifoso del Cosenza che nel 1997 morì in circostanze sospette mentre era in custodia nel carcere di Lecce. Di seguito il comunicato della Curva Sud Cosenza, diramato attraverso il gruppo Caputo – Imbrogno dell’ufficio di Comunicazione del Cosenza – Calcio, sulla partita di sabato 8 novembre tra Cosenza – Messina: “Come ben sapete l'unico luogo dello stadio in cui le barriere architettoniche non incidono pienamente nella visione di un match è la Tribuna A, ed è proprio qui che nasce l’iniziativa della Curva Sud: “Se le barriere architettoniche impediscono ai disabili di venire in curva, sarà la curva a collocarsi in Tribuna A”. In occasione della partita Cosenza - Messina, la Curva Sud Bergamini rimarrà vuota (nonostante la possibilità di accedere al settore), perché gli ultrà seguiranno la partita in Tribuna A; accedendo alla stessa con un biglietto del costo di 10 euro (pari a quello della curva), i possessori di abbonamento in Curva potranno entrare con lo stesso in Tribuna A. La tifoseria si è sempre distinta per iniziative di beneficenza, tra le più belle sicuramente ricordiamo "La terra di Piero". Un'associazione che porta avanti il nome di Piero Romeo, e porta avanti tutta la sua capacità, voglia, altruismo e bellezza nel voler aiutare il prossimo. Con iniziative e progetti a dir poco Lodevoli, tra i quali: il Progetto in Madagascar, le iniziative in Africa, ed il Parco Piero Romeo per bambini disabili. Quest'ultima iniziativa è stata promossa, e verrà finanziata con i proventi dello spettacolo "Conzativicci" di Sergio Crocco, volto storico della curva sud. Tutto questo mondo, nel quale traspare la verrà identità ultrà, dove emerge il suo vero essere, deve essere premiato e valorizzato ed è per questo motivo che la Società Cosenza Calcio, ha sposato in pieno il progetto. E' ormai prassi delle testate giornalistiche parlare soltanto di decreti repressivi contro gli ultrà, tessera del tifoso, daspo e taser. Nessuno parla delle molteplici attività di solidarietà organizzate dalle differenti Curve, come la raccolta fondi per l'alluvione di Genova per esempio. Lo spirito del tifoso ma anche quello ultrà è quello di vivere in una comunità, vivere l'emozioni di una partita, di una squadra di calcio collettivamente, insieme al prossimo. Senza questo spirito di unione, vicinanza, non esisterebbe tutta quella grinta, quelle voci di emozioni che durante le partite animano e rallegrano il cuore di tutti. Ogni voce che si alza in cielo, ogni bandiera sventolata, ogni occhio rivolto verso la squadra, sono parte di un insieme, di un'unica bellezza, di un'unica coreografia che è la testimonianza di come si voglia gioire insieme alla propria squadra e sentirsi parte di essa. Questo diritto di stare insieme, e vivere collettivamente l'emozione di una partita non deve, e soprattutto non può, essere negato a nessuno. Per un tifoso disabile, venire privato dello stare insieme, è ancora una volta una discriminazione. I ragazzi disabili hanno bisogno delle urla, dei cori, delle coreografie di tutti quanti, e per una volta non guardare tutto ciò da lontano, ma farne parte. Essere un insieme, un credo, una gioia, un entusiasmo. Perchè siamo convinti che solo condividendo gioie e dolori si possano abbattere le discriminazioni, le paure e le barriere architettoniche (non solo materiali), ma anche e soprattutto, quelle della mente che l'uomo infligge al suo prossimo.