Riportiamo alcune ultime news provenienti dal mondo del calcio popolare: la prima tra queste iguarda la brutale aggressione alla squadra di calcio popolare Ardita San Paolo domenica 16 novembre, sul campo di Magliano Romano dove la squadra era in trasferta, terza categoria. Quaranta persone con caschi e viso coperto hanno teso un agguato aggredendo i tifosi dell’Ardita, notoriamente antifascisti. Un ragazzo è stato portato in codice rosso in ambulanza, poi sempre in ambulanza altri quattro in codice giallo per ferite alla testa, e altri ancora hanno riportato fratture alle gambe ed alle braccia. Fermati nove aggressori, quasi certamente di estrema destra.
La squadra di calcio potentina ASD Optì Poba ha recentemente risposto presente all'invito di Gianfelice Facchetti e della La Gazzetta dello Sport per il premio "il bello del calcio" intitolato alla memoria di Giacinto Facchetti. In Salento, lo Spartak Lecce in terza categoria scende in campo con la maglietta con su scritto “No Tap”, ed i perché si possono leggere nel comunicato diramato dalla stampa e dalla tifoseria: “Da questa stagione la squadra ha deciso di concretizzare la propria opposizione alla costruzione del gasdotto,riportando sulle maglie la scritta “NoTap” con lo scopo di supportare anche sul terreno di gioco una lotta sempre più condivisa per la difesa del territorio. Il progetto che porterà il gas dall’Azerbaijan in Italia interessa la marina di San Foca, passando per Grecia e Albania. La grande opera è di interesse strategico per i soliti pochi,non certo per le comunità che ci vivono che vedrebbero deturpate zone di territorio di grande interesse naturale e paesaggistico. Infatti, con la promessa di nuovi posti di lavoro ed energia a basso costo,attraverso pubblicità ingannevoli e sponsorizzazioni di eventi folkloristici, la Trans Adriatic Pipeline cerca consensi per sfruttare la nostra terra. Tap ci relegherà ancora di più a ruolo di colonia da sfruttare per l’accrescimento di una produttività superflua. Tutto ciò a nostro discapito e ad esclusivo vantaggio di interessi sovranazionali e aziende multinazionali”.
Passiamo in Campania, dove la squadra di calcio popolare ASD Quartograd ha dovuto giocare la partita di domenica contro l’Arzano City a porte chiuse. I perché di questa decisione, ritenuta inconcepibile, sono riportati in un comunicato diramato dalla società: “Ogni tanto il Prefetto di Napoli vuole testimoniarci l’affetto che nutre nei nostri confronti e lo fa così. Apprendiamo nella tarda serata di Venerdì 14.11.2014 che il Prefetto di Napoli, su indicazione del Questore, con un apposita ordinanza ha disposto la disputa della gara valevole per la VI giornata del Campionato Regionale di I Categoria – Girone A – Arzano City vs Quartograd, a PORTE CHIUSE per motivi di ordine pubblico. Nel motivare tale assurdo provvedimento il Prefetto di Napoli, parla di elevata criticità sul piano dell’ordine e della sicurezza pubblica in relazione alla forte rivalità tra i supporters delle due compagini, riferendosi a presunte aggressioni da parte dei nostri tifosi ai calciatori dell’Arzano, avvenute nello scorso campionato. Ci sembra indubbia l’assurdità di tale dicitura, ma ci troviamo costretti a dover ugualmente esprimere la nostra opinione a riguardo, per evitare ogni perplessità da parte di chi attualmente sta guardando con simpatia il nostro progetto e potrebbe restare fuorviato[…]Rispetto ai fatti in questione, è di fondamentale importanza ribadire l’assoluta inesistenza di qualsiasi tipo di ostilità tra i supporters delle due compagini[…]Riteniamo questo, l’ennesimo attacco gratuito da parte delle autorità nei confronti del progetto Quartograd, che si va ad aggiungere alle 45
denunce per i fatti di Lecce del 2 Giugno 2013, al tentativo di DASPO al nostro Presidente, alla chiusura dello stadio l’anno scorso ai
nostri tifosi nella partita che avrebbe deciso le sorti del campionato, alla campagna di diffamazione che di anno in anno si ripropone sui media. Tutti questi attacchi sono accomunati da un intento comune, quello di scardinare una corazzata, composta da uomini e donne che hanno deciso di prendere in mano le redini delle loro vite per incamminarsi su un percorso irto di ostacoli e costruire dal basso un’altro mondo possibile e necessario”.