Pochi giorni fa, il 25 novembre, è stata la data della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che pone il problema generale della discriminazione di genere in tanti aspetti della realtà in cui viviamo.
Per quanto riguarda lo sport, la giornata del 25 novembre è stata preceduta dalla notizia di due giorni precedenti. Il 23 novembre si è infatti saputo che Ghonche Ghavami è stata liberata su cauzione in Iran. La giovane anglo – iraniana era stata condannata lo scorso mese di giugno ad un anno per aver cercato di assistere ad una partita di pallavolo maschile a Teheran. Dopo cinque mesi di detenzione, Ghonche è stata rilasciata, in seguito all’arresto dello scorso giugno a seguito delle proteste sue e di altre donne che chiedevano all’esterno dello stadio della capitale Iraniana di poter assistere ad Italia – Iran, incontro di World League maschile, in barba al divieto imposto dalla morale islamica. A seguito di questa notizia, in Italia negli ultimi periodi ha preso piede la campagna “Free Ghonche”, che ha visto una mobilitazione di solidarietà di molte squadre di volley italiane, femminili e maschili, a sostegno della 25enne iraniana. L’Iran si sa, non è mai stato campione nel campo della libertà riconosciuta alle donne. Proprio riprendendo le notizie sportive, in molti si ricorderanno di quello che avvenne durante le olimpiadi giovanili di Singapore nell’estate del 2010, quando la calciatrice iraniana Shirafkannejad, durante la partita contro la Turchia, perse il velo in un’azione di gioco, e questo desto al momento preoccupazione per lei e le sue compagne che accorsero per coprirla, altrimenti avrebbe rischiato di essere punita.
Si potrebbe facilmente cadere a questo punto nella retorica che porta a puntare il dito contro i paesi retrogradi e caratterizzati da una cultura millenarista. Ed invece è proprio una recente notizia, che riguarda lo sport ed il mondo femminile, che ci apre meglio gli occhi sulle crepe evidenti sul tema del riconoscimento di genere che si ha in occidente. In Australia infatti, la Football Federation Australia diffondeva pochi giori fa un comunicato di biasimo contro la decisione presa dalla ABC Australia, la televisione pubblica australiana più importante, di non trasmettere più le partite della lega di calcio femminile; la decisione è frutto delle politiche neo – liberiste di tagli indiscriminati in Australia portate avanti dal governo di Tony Abbott, contro cui nel 2014 si è levata una rilevante mobilitazione in Australia. Ed in Italia? Proprio in queste ultime ore è uscito un pezzo scritto da Laura Coccia, e pubblicato su “Huffington Post”, dal titolo “Sportfemminile, vogliamo la parità di genere”, in cui si critica aspramente il Coni in quanto non riconosce le calciatrici femminili come “professioniste”, al pari degli uomini, e di come un paese come l’Olanda ad esempio ha 140 mila tesserate alla federazione, al contrario dell’Italia, dove sono 11 mila ed il bacino di utenza potrebbe essere maggiore. Nel pezzo c’è un riferimento alla giornata del 25 novembre… E’ molto interessante l’intervista realizzata lo scorso 22 settembre dal sito spagnolo di contro – informazione sportiva “Wanderers – El futebol al pueblo”, in cui si intervistava la calciatrice Martina Rosucci, giocatrice del Brescia e della nazionale femminile, che si è espressa sullo stato del calcio femminile in Italia. Secondo la Rosucci, manca maggiore attenzione da parte delle istituzioni che dovrebbero qualificare meglio le attività sportive femminili e stanziare maggiori fondi per le scuole calcio femminili, i media dovrebbero dare più attenzioni al calcio femminile, come si fa in Germania ad esempio, e le partite dovrebbero essere più seguite in generale. Per quanto riguarda lo sport popolare, “Sportallarovescia” ha riportato poco tempo fa la notizia della la presentazione pubblica delle squadre femminili di calcio e basket dell’Atletico San Lorenzo, che quest’anno parteciperanno ai rispettivi campionati CSI attraverso l’intervista ad Alessandra Carenza, dirigente della squadra di calcio femminile ed insegnante ed attivista della palestra popolare di San Lorenzo, che si è espressa sullo stato dello sport femminile in Italia. E nella giornata del 25 novembre, la squadra di Basket dell’Atletico, ha fatto circolare la foto con uno striscione su cui era scritto “25 novembre tutto l’anno – Atletico San Lorenzo contro la violenza sulle donne”.