I giocatori indigeni dell’Australian Football League si sono uniti una campagna online per fermare la chiusura delle comunità aborigene in Australia Occidentale. Il governo del West Australia intende chiudere circa 150 comunità, una scelta che si innesta nella politica del governo centrale del primo ministro Tony Abbott, di carattere xenofobo e razzista.
Il piano è stato criticato dai leader aborigeni ed ha scatenato una rabbia diffusa. Bradley Hill, Shaun Burgoyne, Cyril Rioli, e Jed Anderson Hawthorn, membri della squadra di calcio Hawtorh Football Club dell'Australian Football League, hanno recentemente scattato una foto tenendo un cartello con su scritto "Stop alla chiusura forzata delle comunità aborigene". Molti altri sportivi tramite le loro foto pubblicate sui social network hanno partecipato a questa campagna di protesta. Parlare di sport e diritti in Australia non può che rimandare però alla notizia di fine gennaio scorso: gli attivisti per i rifugiati hanno interrotto la manifestazione tennistica internazionale Australian Open , dispiegando uno striscione che chiedeva la chiusura del controverso centro di detenzione di Manus Island per immigrati, striscione che ha catturato l’occhio delle telecamere di tutto il mondo nel bel mezzo della sfida tra Djokovic e Murray. Lo striscione recitava: “Australia Opern for refugees – l’Australia aperta ai rifugiati”, con l’hastag “#shutdownmanus”.
Due degli attivisti sono perfino scesi in campo, sortendo l’effetto della interruzione della partita di tennis per cinque minuti. Gli attivist hanno dichiarato: "Abbiamo creato questo spettacolo mediatico internazionale oggi per esporre la tortura, gli abusi e le condizioni terribili che vengono perpetrate a Manus Island". Due uomini sono morti nel centro lo scorso anno, mentre relazioni periodiche riferiscono della violenza all'interno del centro, come stupri di detenuti e l'uso del metodo dell'isolamento per punire i 'non-compiacenti ' del centro, oltre al proliferare di malesseri di tipo psicologico e fisico. Non si parla di sola negligenza, ma ancora del razzismo e della xenofobia del governo neo – liberista di Abbott, contro il quale da circa un anno una buona fetta del popolo australiano sta protestando, con iniziative e manifestazioni nazionali. Abbiamo parlato di questo temi su Sportallarovescia.it nell’articolo dal titolo “Tamil Eelam Cricket”, in cui si intervistò il fondatore di una squadra di cricket presente a Perth, West Australia, composta da appartenenti al popolo Tamil dello Sri Lanka, perseguitati nella loro terra dopo la trentennale guerra civile da poco conclusasi e consapevoli delle politiche di misconcimento, denigrazione e respingimento del governo australiano di Abbott nei confronti dei migranti in Australia. Un’ultima notizia da segnalare è quella a proposito della Coppa d’Asia 2015 di calcio disputatasi poco tempo fa proprio nella terra dei canguri e vinta dalla nazionale australiana. Avevamo parlato su Sportallarovescia.it di questo evento nel pezzo “Football Palestine”, un’intervista a Bassil Mikadi, blogger di origini palestinesi che cura il suo blog “FootballPalestine”, il sito più aggiornato di calcio palestinese attualmente esistente. Se in campo la nazionale della Palestina, alla sua prima apparizione in questa competizione, non ha brillato per i risultati ottenuti sul campo, sugli spalti un variegato tifo composto da tifosi (molti migranti anche di seconda generazione) palestinesi, arabi, australiani e di altri paesi ha fatto sentire un caloroso sostegno di supporto alla squadra e di aperto sostegno alla causa palestinese.