14 / 11 / 2015 - Chiediamo l'immediata scarcerazione di Alessio, agli arresti da venerdì

 

La mattina di venerdì 13 novembre gli agenti della polizia di Ancona hanno tradotto nel carcere di Montacuto il nostro compagno Alessio.
Il provvedimento firmato dal pubblico ministero Elisabetta Melotti, riguarda fatti legati allo stadio accaduti negli ultimi quindici anni, in prevalenza violazioni di provvedimenti DASPO, che vieta l'accesso a luoghi ed eventi calcistici e sportivi.
Alessio non ha mai scisso la sua passione per lo sport e il suo attivismo nella curva dell'Ancona dall'attività politica e sociale. Lo sport è sempre stato per lui, sport popolare; veicolo di valori quali l'antirazzismo e la solidarietà.
Alessio è, infatti, presidente della Polisportiva Antirazzista Assata Shakur, che da più di dieci anni è impegnata nella città di Ancona nella promozione dello sport popolare, del suo libero accesso a tutti quei soggetti socialmente marginalizzati, perché migranti o perché in difficoltà economiche.
Chiare testimonianze di questo sono gli importanti progetti della "Konlassata", squadra multietnica che gioca in seconda categoria o la squadra giovanile "Ancona Respect", che dà la possibilità di giocare a calcio a decine di bambini che altrimenti non avrebbero l'opportunità di farlo.
Anche all'interno della Curva Nord, Alessio, non si è mai tirato indietro nel portare avanti le istanze sociali e i valori della solidarietà, della democrazia, della partecipazione e della fratellanza. Lo ha fatto, per altro, in quello spazio spesso ricco di differenze e provenienze che è il mondo ultras. Basti citare il progetto dello "Stadio del Bae", con cui si sono raccolti fondi per costruire alcune importanti infrastrutture nel Chiapas messicano o ricordare la solidarietà del tifo anconetano alle lotte operaie della Fincantieri e l'aiuto attivo agli alluvionati di Senigallia.
Siamo attivisti politici e Alessio è da sempre uno di noi: un militante dei Centri Sociali delle Marche. Ne conosciamo la straordinaria generosità e umanità di chi ha sempre scelto di stare in prima fila contro ogni ingiustizia sociale e politica, mettendoci sempre anima, corpo e fedina penale.
La carcerazione di Alessio rivela tutta l'assurdità di un assetto normativo in cui i profili repressivi sono oramai preponderanti anche a fronte di condotte oggettivamente prive di allarme sociale: un assetto normativo in cui le primarie garanzie a tutela della persona sottoposta all'azione penale e gli stessi principi costituzionali di proporzionalità della pena e certezza del diritto, sono sempre di più soppiantati dalla mera logica della ritorsione punitiva.
Un contesto in cui il già grave e sproporzionato quadro repressivo viene ulteriormente appesantito attraverso tecniche finalizzate a determinare l'incarceramento della persona: nel caso di Alessio, anzichè dare esecuzione alle singole condanne già da tempo definitive, cosa che avrebbe consentito di accedere immediatamente a misure alternative alla reclusione, si è atteso di cumularle tutte così da precludere ogni possibilità di evitare il carcere.
Riteniamo tutto ciò assurdo, violento ed illegittimo. Ci attiveremo in ogni sede per conseguire nel più breve tempo possibile la scarcerazione di Alessio ed il suo ritorno alla libertà.
Chiediamo l'immediata scarcerazione di Alessio e la fine di questo scempio liberticida.
Il più grande abbraccio va alle sue figlie e ai suoi figli, alle nostre sorelle e ai nostri fratelli del CSA Asilo Politico e a tutti i compagni di Ancona.
Ale, ti aspettiamo al di qua di quelle orribili mura!
Centri Sociali Marche