In un articolo dello scorso 16 ottobre, comparso su Sportallarovescia.it, dal titolo “Italia ed Australia unite nel segno della protesta del calcio femminile”, si parlava della protesta attuata attraverso la forma dello sciopero da parte delle giocatrici delle squadre italiane di club e di quelle della nazionale australiana. Due nazioni geograficamente opposte, due contesti diversi, ma in ballo c’era in entrambe le situazioni la questione del sottofinanziamento e della poca considerazione dello sport femminile. La forma di protesta dello sciopero nel mondo dello sport sembra non fermarsi: è di poco più di un giorno fa la notizia della volontà da parte dei calciatori greci di voler mettersi in sciopero. 

La PSAP, l’Associazione dei Calciatori Greci Professionisti, ha comunicato martedì 8 dicembre che dalla prossima settimana i calciatori che ne fanno parte andranno in sciopero; in ballo ci sarebbe il sottofinanziamento e la mancanza di risorse economiche di cui soffre il settore. Anche il calcio in Grecia paga lo scotto dell’austericidio. L’azione di sciopero inizierà con la Coppa di Grecia dal 15 al 17 dicembre e continuerà con le prossime gare di Super League e di Seconda Divisione, che si svolgeranno dal 19 al 21 dicembre. Le critiche maggiori sono rivolte dalla PSAP alla EPO, la Federazione Calcistica Ellenica: nel comunicato diramato dalla PSAP che annuncia lo sciopero, si legge "Non c'è altro modo per cercare di preservare la nostra esistenza professionale, economica, atletica e materiale. Non chiediamo altro che attivare il meccanismo di sollievo che è stato concordato. Non vogliamo niente di più di quello di cui abbiamo diritto". Che ci fossero grosse crepe nell’impalcatura del calcio ellenico, si era venuto a sapere in Italia grazie anche ad un articolo pubblicato su “Repubblica” il 18 settembre del 2014, dal titolo: “Il calcio greco è senza soldi. Sospeso il via della serie B”. Nel pezzo si legge: “La Serie B è solo l'ultima vittima, sportivamente parlando, dei guai della Grecia. Lo tsunami della crisi finanziaria ha travolto l'intero movimento olimpico, riducendo al minimo le trasferte e portando alla chiusura di molti impianti, compreso ad esempio quello dove si allenava la squadra femminile di pallanuoto medaglia d'oro ai mondiali di Shanghai del 2011. Sul fronte del calcio, anche la massima divisione ha avuto i suoi guai. I gialloneri dell'Aek Atene, dopo novant'anni di successi, hanno portato i libri in tribunale e ora giocano nei campionati minori a livello dilettantistico. Lo stesso Panathinaikos per mesi non è riuscito a pagare l'affitto per lo stadio”. Parlando di sport e sciopero, la notizia più interessante degli ultimi mesi viene dagli Stati Uniti d’America. Circa un mese fa, l’otto novembre scorso, si diffondeva la notizia dello sciopero della squadra di football americano dell’Università del Missouri, i “Missouri Tigers”, avevano deciso di andare in sciopero e quindi non disputare più nessuna partita, fino a quando il Presidente dell’Università, Tim Wolfe, non avesse rassegnato le dimissioni, a causa, come hanno scritto via Twitter i giocatori di colore dei Missouri Tigers, della negligenza del Presidente nell’affrontare i gravi episodi di razzismo che negli ultimi periodi avevano caratterizzato la vita dell’Università del Missouri. Lo sciopero ha ottenuto il suo proposito: Tim Wolfe ha rassegnato le sue dimissioni.