Domenica 22 maggio si disputerà la finale di Coppa del Re in Spagna, in cui si affronteranno Barcellona e Siviglia. Per la partita, la polizia ha impedito, per ordine della Delegazione del governo di Madrid, l’accesso al match con bandiere “esteladas”, le bandiere stellate simbolo dell’indipendentismo catalano.
Viene così applicato un dispositivo di sicurezza per la partita che si disputerà nella capitale spagnola nello stadio dove gioca l’Atletico Madrid, il Vicente Calderon. La Delegazione fonda questa decisione sulla Legge contro la violenza, il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza nello sport, conosciuta anche come la Legge sullo Sport. Ma come sottolinea il giornale spagnolo “El Diario”, in nessun articolo si menziona espressamente l’impossibilità di poter utilizzare questo simbolo. In particolare la Delegazione fa leva sui contenuti della Legge sullo Sport che prevedono il divieto di utilizzo di simboli, emblemi bandiere o slogan che possono determinare comportamenti violenti o persino atti di terrorismo, ma questa corrisponde ad un’interpretazione molto dubbia di tale normativa, dato che le bandiere catalane si vedono da anni negli stadi spagnoli e d’europa senza che sia legato nessun atto terroristico ad esse. Inoltre, un massiccio spiegamento di forze sarà previsto per la partita (2500 agenti di polizia saranno presenti allo stadio). In un comunicato pubblico, la squadra dell’FC Barcellona, che storicamente ha sempre rappresentato i sentimenti indipendentisti della popolazione catalana, ha manifestato chiaramente il suo disaccordo per la scelta di questo tipo di applicazione della legge dello Sport, spiegando che “Riteniamo che tale decisione rappresenti un attacco alla libertà di espressione e che è diritto di qualunque individuo poter manifestare le proprie idee senza censura e in piena libertà". Ma c’è dippiù: Il presidente della Generalitat, la Comunità Autonoma di Catalogna, Carles Puigdemont, ha annunciato che non sarà presente alla partita come rifiuto del divieto di esporre le bandiere catalane. E’ chiaro che in questa partita, giocata nella capitale iberica, scende in campo perentoriamente l’attrito tra l’indipendentismo catalano ed il governo centrale madrileno, particolarmente accentuato negli ultimi anni per questioni che vanno ben oltre il rettangolo di gioco; la popolazione catalana ha dato forti segnali di voler raggiungere la propria autonomia, attraverso il referendum del 2014, non riconosciuto dal governo centrale di Madrid ma che, coinvolgendo un terzo degli elettori aventi diritto al voto, registrò una votazione dell’80% a favore dell’indipendenza. Ed ancora dipiù, le elezioni in Catalogna dello scorso 27 settembre, hanno visto l’affermazione dei partiti indipendentisti che dallo scorso autunno portano avanti nella Generalitat un percorso politico verso l’indipendenza (guidati proprio da Puigdemont). Ma anche in campo, specie sugli spalti Camp Nou, nell’ultimo anno l’indipendentismo catalano ha fatto sentire la sua voce: la UEFA ha multato più volte il Barcellona FC, in alcune partite di Champions League, durante la finale dello scorso anno contro la Juventus e nella partita a gironi contro il Bayern Leverkusen, con multe di 30 mila e poi 40 mila euro, seguendo il criterio del sanziona mento dei messaggi politici negli stadi: per tutta risposta, durante un’altra partita a gironi di Champions contro il Bate Borisov, circa trentamila di “Estelada Blava”, la bandiera simbolo della Catalogna, hanno colorato gli spalti del ‘Camp Nou’. L’iniziativa “per difendere la libertà di espressione” è stata portata avanti da quattro organizzazioni indipendentiste catalane (Asamblea Nacional Catalana, Omnium Cultural, Plataforma ProSeleccions Esportives Catalanes e Drets), proprio per protestare contro la multa di 40mila euro inflitta al Barcellona dalla Uefa per l’esposizione delle stesse bandiere al ‘Camp Nou’ durante il match di Champions con il Bayer Leverkusen. Dopo la partita contro il Bate Borisov, la UEFA ha evitato di sanzionare ulteriormente il Barcellona. Per la finale della Coppa del Re, il governo centrale spagnolo, ha deciso di affrontare la questione in senso chiaramente repressivo…