“Why always me?”, “Perche’ sempre io?”. Parole a caratteri bianchi sulla maglia interna celeste, messa in bella mostra dopo aver segnato il secondo gol della sua doppietta che il 23 ottobre del 2011 rifilò al Manchestern United. Parziale del match, 6 – 1 per i Citizen.
Mario Balottelli è un personaggio dello star system calcistico – televisivo, ma non solo. E’ una contraddizione di un mondo che lo ha sparato ai vertici dello show bussines sportivo: collezionatore seriale di multe sulle sue auto di lusso in Inghilterra come in Francia, uomo immagine di note marche sportive, intervistato in diretta TV con ammirazione dal leader degli Oasis Noel Gallagher e trovato nel quartiere napoletano periferico di Scampia insieme a due boss della camorra, indolente in campo a tal punto da litigare in maniera veemente con i propri tifosi, allenatori, senza a volte lesinare qualche pedata di troppo agli avversari. L’ex centravanti della nazionale nero ha anche platealmente, e giustamente, manifestato il suo dissenso contro forme di razzismo subito nei contesti sportivi in cui si è trovato coinvolto. Il primo marzo del 2009 Balottelli è in campo a San Siro in Inter – Roma con la casacca neroazzurra. Segna il rigore del momentaneo 2 – 3, e dopo il gol zittisce i tifosi della Roma che gli avevano rivolto cori razzisti. La reazione è giustificata, considerando che il giudice sportivo irroga 8000 euro di multa alla Roma per gli insulti razzisti dei suoi tifosi, eppure molti commentatori, giornalisti e sportivi italiani criticano negativamente la reazione eccessiva di Balottelli. Avrà avuto ragione o meno l’attaccante nero italiano a tirare in ballo il razzismo, quando l’Italia uscì fuori dai Mondiali di calcio del Brasile nel 2014 e venne criticato da stampa e compagni di nazionale? Allora se ne uscì con un tweet dove scrisse: “Cercate un’altra scusa perché Mario Balotelli ha la coscienza a posto ed è pronto ad andare avanti più forte di prima e con la testa alta. Fiero di aver dato tutto per il Suo paese. O forse, come dite voi, non sono Italiano. Gli africani non scaricherebbero mai un loro ” fratello” . MAI. In questo noi negri, come ci chiamate voi, siamo anni luce avanti. VERGOGNA non è chi può sbagliare un gol o correre di meno o di più. VERGOGNOSE SONO QUESTE COSE. Italiani veri! Vero?”. A favore della tesi del possibile trattamento discriminatorio ci sono due indizi: dire che l’Italia fu eliminata per la cattiva prestazione di Balotelli era un falso, giocarono tutti male. E tra quelli che se la presero con lui, insieme ai vari giornalisti, ci furono Buffon e De Rossi, di cui si parlò in termini di adesione più (Buffon) o meno(De Rossi) velata alle idee di estrema destra nell’articolo di Repubblica “Quel fascino per la camicia nera che cresce nel mondo del calcio italiano”, da parte dei due giocatori azzurri. A febbraio scoppia quello che è stato definito un vero e proprio caso in Francia. L’attaccante del Nizza, nel corso della gara contro il Digione, ha ricevuto degli insulti razzisti da parte da alcuni tifosi sugli spalti e si è ribellato cercando di zittire il pubblico portandosi il dito indice verso la bocca, gesto che l’arbitro ha deciso di sanzionare con un cartellino giallo.
In una dichiarazione, l'organizzazione britannica Kick It Out, che combatte contro la discriminazione, ha detto di essere "scioccata" da questo cartellino giallo inflitto al nazionale italiano mentre voleva "attirare l'attenzione dell'arbitro su grida razzista ". Kick It Out sta aspettando "una forte risposta" da parte delle autorità calcistiche francesi, mentre l’associazione francese SOS Racisme ha dichiarato, come ha riportato il quotidiano francese “Le Parisien” che “il fatto che nessun esponente della società del Digione abbia confermato l’esistenza di grida razziste di cui si lamentava Balotelli dovrebbe innescare un’indagine”. Tramite il suo profilo istangram a seguito del match giocato tra Bastia e Nizza, in una partita precedente a quella di Digione, Balotelli si chiedeva “avrei una domanda per il popolo francese... E' normale che a Bastia facciano il suono della scimmia e "uh uh" per tutta la partita? E' normale che la commissione disciplinare non dica nulla? Allora il razzismo è legale in Francia? O Solo a Bastia?". Arriviamo alle elezioni italiani degli ultimi giorni ed alla buona affermazione della Lega: Balotelli ironizza sul primo senatore nero eletto in Italia, in quota Lega, Toni Iwobi. Su Instagram l’attaccante del Nizza ha affermato: “Forse sono cieco o forse non gliel’hanno detto ancora che è nero. Ma vergogna!”.
Iwobi ha risposto che non gli interessa quello che scrive Balotelli, mentre il leader della Lega Salvini ha affermato che Balotelli “non gli piaceva in campo, e non gli piace nemmeno fuori”. Non è la prima volta che la Lega battibecca con Balotelli. Nel 2013 Balotelli rilasciò un’intervista a Sport Illustrated prima del match contro l’Hellas Verona. Il periodico sportivo statunitense rimarco la presenza a Verona del pubblico più razzista d’Italia, e Balotelli si augurò “spero che non dicano nulla”. A seguito dell’intervista ci furono le reazioni dell’eurodeputato della Lega Lorenzo Fontana, che affermò” Verona mostrerà la sua maturità - conclude Fontana - Balotelli magari provocherà per farsi insultare, ma il pubblico non ci cascherà. Insultarlo sarebbe fare il suo gioco, così che poi lui possa ergersi a vittima del razzismo e diventare testimonial, la sua migliore operazione di marketing"“. Bhè, i tifosi dell’Hellas hanno mostrato tutta la loro maturità soprattutto nel pre – partita di questo campionato, quando ad agosto gridarono ad ogni giocatore del Napoli pronunciato dallo speaker dello stadio nella lettura delle formazioni il termine “scimmia”. Forse non sarà come Colin Kaepernick, il giocatore di football che per mesi ha protestato contro il razzismo negli Stati Uniti stando inginocchiato durante l’inno, che posta immagini su twitter di Jhon Carlos e Tommy Smith alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968, indossa le magliette della storica organizzazione Black Phanter e fonda scuole per giovani a rischio di emarginazione sociale, o non sarà come Lilian Thuram, che nel suo libro “Le mie stelle nere”, oltre a citare innumerevoli sportivi che nelle loro attività agonistiche hanno lottato contro il razzismo, anche intellettuali neri anti razzisti ed anticolonialisti come Aimè Cesaire e Frantz Fanon, (a proposito di Balottelli Thuram nel 2013 in un’intervista per Le Parisien, affermò “In Italia a Balotelli gridano che un nero non può essere italiano: è incredibile! Pensano che il colore della pelle possa marcare la tua cultura. Ma se sei nero non significa che hai una cultura speciale..."), ed ha fondato l’associazione antirazzista che porta il suo nome. Ma Balottelli riesce ad essere sempre lui, sempre lui contro gli episodi di razzismo che gli capitano e che denuncia, ed oggi rimane uno specchio delle ipocrisie e contraddizioni del mondo del calcio e non solo a cui possiamo assistere.