Se la Croazia sta disputando un ottimo mondiale arrivando fino ad ora alle semifinali di Russia 2018, più di un calciatore e tanti tifosi al seguito hanno manifestato simpatie politiche che dovrebbero raccogliere pochi entusiasmi, anzi.

Dopo la vittoria nei quarti di finale della Coppa del Mondo in Russia vinta proprio contro la nazionale ospitante del torneo Il difensore della nazionale croata Domagoj Vida ha pensato bene di esultare con un video in cui dichiarava il suo “Gloria all’ Ucraina”. Nel video, insieme a lui, l’ex nazionale croato e suo compagno della Dinamo Kiev, Ognjen Vukojević, che ha affermato nella registrazione video: “Questa vittoria è per la Dinamo e per l’Ucraina”. Il rimando è alla contrapposizione tra i due paesi nelle proteste di fine 2013 ed inizio 2014 in Ucraina, che ha visto il popolo ucraino ribellarsi contro le leggi liberticide e repressive del governo di Yanukovich, uomo politico al potere nel paese sotto l’influenza della Russia. La rivolta ha portato il paese a nuove elezioni ed una rappresentanza politica che adesso si trova sotto l’ala protettrice dell’ Europa, ma quello che è risultato evidente nella storia della protesta ucraina è stata la presenza molto forte di gruppi organizzati di estrema destra all’interno della rivolta popolare, come Settore Destro. Oppure come i tifosi fascisti della Dinamo Kiev, anche loro sulle barricate della protesta.

Se Vida è riusciuto maldestramente a mimetizzare e nasconde il suo intento definendolo come puro atto di simpatia sportiva, fu molto chiara l’esposizione mediatica e politica di Dejan Lovren, difensore della nazionale croata che dopo la vittoria del match mondiale contro l’Argentina ha postato sui social media un video in cui intonava “Bojna Cologlave” una canzone del movimento politico fascista croato degli Ustacha, alleato dei nazisti nella seconda guerra mondiale. Nel 2013 fu ancora più plateale il gesto del difensore Josiph Simunic, che durante il match di qualificazioni per il mondiale Brasile 2014, dopo il match contro l’Islanda che ha consentito alla squadra balcanica dalla maglietta a scacchi rossi di passare la fase delle qualificazioni, decise di rivolgersi alla folla prendendo un microfono e gridando alla folla “Per la patria!”, con la risposta da parte dei tifosi “Pronti!”, un grido di battaglia degli Ustascia: multa per lui e squalifica della Fifa che ha compromesso la sua partecipazione al mondiale. Da questa ultima storia si capisce anche altro: se è vero che più di un calciatore della nazionale croata ha espresso qualche simpatia per l’estrema destra, la tifoseria della Croazia manifesta un’adesione ai credi ed i simboli fascisti che è stata registrata in più di un’occasione.

Ne sa qualcosa il pubblico italiano ad esempio quando nel 2014, durante il match di qualificazioni europee disputato tra Italia e Croazia, quando i tifosi croati diedero vita a dei disordini con lancio di fumogeni ed oggetti nel bel mezzo della partita: molti intonavano il coro “Za dom – spremni”, quello che duettò Simunic con i tifosi croati e che fu causa della sua squalifica, oltre all’esposizione in bella mostra di diverse “U” simbolo degli Ustacha. Quando la partita di ritorno delle qualificazioni europee si giocò nel giugno del 2015, tra Italia e Croazia, qualcuno penso’ di disegnare sul campo di calcio di Sparlato una svastica piuttosto grande stilizzata sull’erbetta del campo da gioco. All’andata ed al ritorno, entrambi questi gesti presero di mira Zdravko Mamic, presidente della Dinamo Zagabria e descritto da tutti i media europei come la figura più influente del calcio croato. I tifosi croati che disegnano le svastiche e inneggiano ai loro eroi filo – nazisti, da anni attraverso manifestazioni di ogni sorta combattono la sua figura accusandolo di aver portato la corruzione e la fraudolenza del calcio croato. Intanto, poco prima dell’inizio dei mondiali, le varie testate internazionali hanno riportato la notizia della condanna in prima istanza di Mamic, Per i giudici, nelle operazioni finanziarie relative ai trasferimenti del capitano della nazionale croata Luka Modric (nel mirino delle critiche dei tifosi croati per aver ritrattato una precedente testimonianza in sede processuale e per questo aver favorito Mamic) e Dejan Lovric ( attualmente al Liverpool), ma anche con altri calciatori stipulati tra il 2008 e il 2015. Mamic, insieme ad altri dirigenti si sono impossessati di 15,5 milioni di euro letteralmente derubati alla Dinamo. La sentenza ha anche decretato la restituzione di tutto il denaro sottratto. In seguito alla sentenza, Mamic è fuggito in Bosnia.